annata, impiantare la cocomeraia, in terreni superiori in · estensione alla classica ,Jet ta I - " Buona concorrenza invece alla bietola, come la patata, ecc.. potrebbe fare la Cicoria da Caffè, a proposito della quale trattammo (1 ). in occ~sione della ormai famosa CRISI DELLA CANAPA nella primavera del 1921, allora inguìngente agli agricoltori la sostituzione con altre sarchiate. La quale però, perchè richiedente (le radici, alla cui produ- .zione tende la coltivazione) un semplicissimo lavoro di trasformazione industriale, forse non è a~tualmente possibile, non essendovi da noi in funziol'le stabilimenti specializzati per la sua lavorazione, che però facilmente e senza grave dispendio potrebbero approntarsi, sottoponendo, stabilimenti attualmente esistenti, ad adattamenti molto semplici e di lieve entità. La sua convenienza economica, può considerarsi certa, poichè limitatissima ne è attualmente la produzione indigena, di contro al grande quantitivo, grezza o lavorata, che annu:tlmente ne viene importata dalle nazioni estere produttrici, e ·necessario al consumo nazionale che ognor ne è crescente. I Attualmente viene propugnata la coltivazione del Ricino, che, quest'anno, può dirsi., si presenta agli agricoltori delle nostre zone sotto un punto di vista ed un aspetto ·eccezionale. Quello cioè della coltivazione dietro impegno o contratto preventivo con società industriali, facenti capo, aln1eno a quanto è dato sapere, al Commissariato per la Areonautica, o per conto di questo, che, oltre a garantire il collocamento del prodotto, seme, ricavabile dalla coltivazione, preventivamente ne fissa il prezzo. Viene del pari fornito, dalle Ditte o dagli Enti contraenti, agli agrièoltori il seme necessario àlle semine. Conviene coltivare il ricino ? È un poco difficile risponder'-' a priori, dipenden.do evidentemente, tale convenienza, da due fattori o circostanze, e precisamente dalla quantità e qualità del prodotto ricavabile per ettaro, nonchè dal prezzo garantito o ricavabile dal prodotto stesso a termine del contratto o dall'impegno di coltivazione. Non riteniamo doversi tener conto di nessun altro fattore, poichè il ricino, presentando le caratteristiche fondamentali e comuni a tutte le altre piante sarchiate, richiede all'·incirca le stesse cure di coltivazione e conseguentemente lo stesso impiego di mano d'opera. Non ha valore, a nostro modo di intendere, la osservazione che sarebbé una pianta maggiormente smagrante il terreno di altre. Se questo verrà, come lo dovrebbe venir~ sempre con le piante da rinnovo, opportunamente concimato, nulla avrà a soffrire in conseguenz_a di questa coltivazione, che, ali' incontro, lo lascia nelle migliori condizioni per essere, nell'anno successivo, ill'Vestitoa frumento. La produzione, dell~. quale e suscettibile il ricino, può oscillare, a seconda delle condizioni dell'ambiente agrario, clima e terreno, nel quale ·ne viene effettuata la coltivazione, entro limiti abbastanza fra di loro distanti, quali ad esempio dai 15 ai 25 quintali di seme per ettaro. T endendo alla produziòne del seme 1~ coltivazione, è evidente che ad un quantitativo medio di produzione, fra i termini estremi sopra indicati, dovrà commisurarsi il prezzo del seme stesso, in base al quale l'agricoltore dovrà e potrà decidere sulla opportunità, o meno, di introdurre la nuova coltura nelle sue aziende. ( 1 ) Dott. ANTONIO ZAPPI RECORDATI - La Cicoriada caffè, L. 1,50 - Tip. Rocchetti, 1921, Urbino. . - I Biblioteca Gin Bianco . - I *** Del resto, le bietole da zucchero, ed anche quelle semi zuccherine, delle quali ottime varietà sono state create e trovansi in commercio, potranno con vantaggio essere coltivate dagli agricoltori che tengono in onore l'allevamento del bestiame, per la a1imentazione del bestiame stesso e per esitarle a tale uso, cosa, specialmente nella piccola coltura, non certo difficile nè impossibile. Al grano-turco, classicamente consociato ai fagioli, non sarà infine antieconomico ritornare: ma questo però, riteniamo doversi con molta circospezione, specialmente per .non dare la impressione ai coloni· del fallimento delle colture industriali e della superiorità di questa veèchia coltura, ormai superata dJ i tempi, per la quale però essi conservarouo pur tanta simpatia, e Ja cui diminuzione o . soppressione a tanti sforzi di persuasione costrinse i saggi ed illuminati dirigenti delle nostre aziende agricole. La consociazione al grano-turco, della canapa coltivata per seme, purchè est guita in modo acconcio, molto opportunamente potrebbe elevare i margini del normale rendimento ed, in definitiva, l'utile economico della coltura, venendo come, è notori<', il seme di canapa, delle nostre pregiate varietà, ricercato e molto apprezzato. *** CONCLUDENDO: Niente apriorismi per l'una o l'altra delle colture sarchiate che attualmente ricorrono alla mente del coltivatore, combattuto fra le incertezze del momento! Attento esame, invece, delle condizioni peculiari delle singole aziende ed anche a quelle del mercato, non tanto quale si presenti nel momento attuale, ,quali invece potranno divenire (e ciò naturalmente nel limite del possibile e dell'umano) dei prodotti delle coltivazioni che si renderebbero maggiormente intonate alle condizioni delle aziende stesse. Una volta effettuata la scelta, alla quale sarà bene non rimangano estranee le consultazioni degli Enti Tecnici. ritenuti i più illuminati e competenti in materia, , · effettuarla nel migliore dei modi. tenendo presente la necessità, specialmente in fatto di produzione agricola, di ottenere il massimo rendimento col minimo dispendio : nulla trascu-· rando quindi, ma tutto attentamente ed opportunamente ordinando e considerando. Nè si dimentichi un altro fattore, molto importante nelle nostre regiòni demograficamente ricche e conseguentemente soggette alla disoccupazione, e precisamente la necessità dell'impiego della mano d'opera, specialmente ove e quando questa normalmente venga occupata in conseguenza della attuazione della coltura. della bietola nonchè della sua lavorazione. La concessione di lavoro agli operai, sia direttamente, che attraverso opportuni contratti di partecipazione, in·questo periodo, può esimere gli agricoltori dal compimento poi di quelle opere a carattere straordinario o dall'impiego di mano d. opera non completamente richiesto dalle condizioni delle loro aziende e che pur tanto, altrimenti, si renderebbe necessaria, in conseguenza delle inevitabili disagiate condizioni alle quali fatalmente andrebbero incontro le masse lavoratrici agricole non impiegate durante il corso di attuazione di queste coltivazioni surroganti quella della bietola. ' Bologna, IO marzo 1925 • . Dott. ANTONIO ZAPPI RECORDATI . - 43 - •
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