.. .. ' L' Ordelaffi s'era unito con Giovanni Ubaldino, altro condottiero di truppe mercenarie, per ridonare agli esuli forlivesi la città perduta. Ma, fallita l' impresa, le truppe per far bottino, mossero alla conquista di alcuni castelli dell' arcivescovo ed, invano, a quello dei Belmonti. Poi per dissensi scoppiati tra i duè capitani, la compagnia si sciolse e l' Ordelaffi, coi suoi uomini, andò al soldo di Carlo e Pandolfo Malatesta, signori di Rimini. Le condizioni della Romagna in questo periodo non sono più quelle del secolo precedente ; le fiere, aspre lotte tra Guelfi e Ghibellini, tra partito e partito per la conquista del Comune hanno ceduto il posto alle contese di famiglie, affrettando il cammino della storia verso la forma delle signorie ; rafforzando cioè la potenza di poche dinastie, che, assorbite i rivali meno potenti, erano riuscite ad affermarsi colle armi, col saccheggio e la rapina e, cercavano di mantenere la potenza conquistata colla forza degli eserciti. magnificaaffermazionedel genio mil~taredei discen~ denti del « mastin vecchio I » - 11 ca stello delle Caminate agli Ordefa.flì, i Malatesta lo restituirono ai nipoti di Ricciardello che lo tennero fino al 1425: , anno in cui i forlivesi, comandati da Angelo della Pergola, ricuperarono le Caminate, assieme alle, terre di Fiumana e di Belfiore. N.el 1430 si nota per la prima volta l' ingerenza dei Pontefici nella storia delle Caminate. Secondo le notizie pervenuteci dal Marchesi, Martino V mandò in Forlì, presidente di Romagna, il vescovo di Rieti, il quale solennemente assunse in nome del sommo pontefice, il possesso di Forlì, di ·Imola e di Cesena e, con sottile accorgimento politico, per crearsi degli alleati, rientegrò, le famiglie minori negli antichi feudi : tra le quali i Belmonte. Poco dopo, nel 1452, Astorgio Manfredi (quel1' Astorgio Manfredi, a causa del quale, secondo la narrazione del Cobelli, coGià si era consolidata la posizione di quei tiranni, che al principio. del secolo dominavano nelle città romagnole e che l' Alighieri enumerò a Buonconte nel XXVII dell' Inferno: per cui Cesena e Forlì erano dominate dagli Ordelaffi, ROCCA DELLE CAMINATE - PARTICOLARI ARCHITETTONICI .minciarono « li malanni (di Forlì) e 'I principio de la malvolencia del cativ~- signor Astorre contro l'agnello mansueto che non savea niente (Cecco Ordelaffi) »; occupò la Rocca delle Caminate per incarico di Pio V, che Domenico Malatesta ridonò alla famiglia ancora a Rimini dai Malatesta, Ravenna dai Polentani. . Il Marchesi narra che nel maggio del 1390, mese in cui fu una grandissima carestia, non solo in Ro- ·magna, ma in tutta Italia, « si chè 200 libre di frumento si vendevano quattro fiorini d' oro », era signore del castello delle Caminate Lodovico Belmonte, il quale, venuto a battaglia con Cecco degli Ordelaffi, fu vinto - e cacciato del dominio. Ma l' occupazione non fu nemmeno questa volta definitiva avendo Pino degli Ordelaffi tolto ancora nel 1295 la Rocca delle Caminate ai vecchi tiranni. In tale occasione i Malatesta muovono in soccorso dell'amica famiglia di Belmonte; non tanto, io credo, per disinteressata amicizia, quanto per recar molestia ' alla potenza degli Ordelaffi. E la solita politica di proteggere i deboli per dare, indisturbati, il colpo mancin~ al forte rivale, così comune ai principi italiani di quell'epoca. · T alto dunque il 1407 con un violento assalto - lui fedele, finchè Pino degli Ordelaffi nel 1469 « passò colle sue genti ali' alto delle Caminate, castello dei Belmonti, già divenuti . cittadini di Rimini ». Il Bonoli con queste frasi commenta l' episodio : « Pino aveva ben giusta ragione di prendersela, conciosiacosachè costoro (i Belmonti) oltre essere sudditi alli Malatesta, davano asilo agli esuli e malcontenti di Forlì ed erano per soprapiù di continuo disturbo al distretto Forlivese per le frequenti loro scorrerie ». Certo il Bonoli non sa far tacere nell'animo suo la voce del partigiano. Comunque la Rocca delle Caminate venne distrutta completamente da Pino degli Ordelaffi chè la:;ciò intatta solo la torre centrale, chiudendo il priìno, glorioso periodo della storia del maniero, in cui trionfano la tenacia ed il coraggio della famiglia di Belmonte : irremovibìle ostacolo ali' espandersi del dominio degli Ordelaflì verso le terre di montagna ; indomabile avanguardia di quelle fiere dinastie che hanno saputo man- - 20 - Bibl·oteca Gino Bianco
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