Vita Nova - anno I - n. 2 - 31 marzo 1925

/ Je vais dans r Amérique où régne le repos Sans froid. sans guerre, sans impòts ..• Je vais galantiser les filles des lncas Et dormir en dea amacas... , Si congedava dai parigini così dopo aver legato a sè per la vita Francesca d' Aubigné. Il contratto di nozze fu steso nel pomeriggio del 4 aprile 1652; e la scena è stata ricostruita piacevolmente da qualche biografo antico, secondo il quale il poeta avrebbe dichiarato che riconosceva alla , sposa « quattro luigi di rendita, due grandi occhi assassini, un seno delizioso, due belle mani e molto spirito », e che a guisa di dotaria le assicur~va , l'immortalità. La prima notte della giovinetta e del poeta rattrappito passò in una patetica tristezza, .e sin dalle prime ore la sposa si trasformò in un• infermi era. Durante la strana luna di miele che tenne dietro a questa alleanza della bellezza e della deformità, la necessità di sottrarsi alle proba bili rappresaglie di Mazarino che stava per ritornare, persuase il poeta a lasciare Parigi per una proprietà nei dintorni di Amboise. Dopo qualche mese d' esilio, la coppia ritornava alla capitale, ri ... messa ormai ogni idea di par ... \ tire per il nuovo mondo. Tristi notizie giungevano dai coloni di laggiù, e la chimera tramontava. La coppia riprende la vita . . . par1g1na 10 una casa nuova, che tra disavventure e rovesci il poeta burlesco • battezza « l' Hotel de l' impecuniosité ». Ivi Francesca trascorre la sua vita grigia.Toccava a Ninon de Lenclos,. che aveva commentato malignamente il matrimonio, il compito di lanciare la futura madame Maintenon nella vita avventurosa. Fu in casa sua, nella famosa camera gialla, che Francesca ebbe i primi conv~gni col bel Villarceaux. Che ne pensava Scarron? « Il marito - assicura va un biografo - si burla di coloro che hanno voluto insinuargli qualche sospetto ». Apparentemente si, ma restono dei versi ed una lettera Biblioteca Gino Bianco 12 ricolmi di ama1ezza che non ammettono dubbi sui veri sentimenti del poeta. Nella monografia di Emile Magne su Scarron sono citati passi caratteristici d' u~a poesia e di una lettera indirizzata a N inon de Lenclos nella cui casa galeotta si ordina l' intrigo sentimentale ai danni del malato. E coloro che ne portarono sul teatro la figura, come Catulle Mendés, hanno potuto trarre partito da questa situazione, rapresentando le furie del poeta burlesco nel cui volto la tortura della gelosi~, si fissa in tragiche smorfie. Nella scena del tra ... passo, Mendés mette in bocca di N inon i versi dell' epitaffio preparato dal poeta pochi giorni innanzi alla morte : ... Passant. ne fais ici de bruit, garde bien que tu ne I' éveilles, car voici la premiér nuit que le pauvre ·Scarron sommeillt'. P otè infatti so~ridere sino all'ultima ora, e si congedò dalla vita con un motto ài spirito: « Mes enfauts », disse a coloro che gli stavano intorno piangendo, « vous ne pleurerez jamais tant que je vous ai fait • r1re ». Con questo carattere di originalità Scarron prende posto nella storia letteraria del secolo d' oro, opponendo al pe ... dantismo ed al preziosismo lo andidoto del burlesco : egli, che per · le sue condizioni fi... siche e per il martirio di tutta la sua miserabile esistenza, era necessariamente lontano da ogni possibile serenità . Eppure questa sua posizione, eh' era in definitiva di critica e di controllo, egli mantenne con inesauribile fecondità di risorse, ed ebbe· sin presso la soglia dell' al di là il riso fresco e genuino che gli fioriva in abbondanti polle dall' anima ilare, prigioniera di un corpo deforme. Non per nascita, tuttavia, ma per infermità. Era stato un bell' abati~o galante, aveva goduto la vita libera, esaltate le gioie dell' amore, dei divertimenti mondani, della buona tavola ; poi d' improvviso una triste avventura l' aveva buttato in mar-

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