Vita Nova - anno I - n. 2 - 31 marzo 1925

sima, e messa prima ad aiutare i domestici, poi, nel Convento delle Orsoline che, la rinviarono alla famiglia, la quale alla sua volta, la rinchiuse nel Convento delle Orsoline di sobborgo San Giacomo, donde la infelicè, scrisse una lettera supplichevole alla sua troppo dura protettrice, ed ali~ zia. Lettera sprecata. Francesca - rimase in convento fino ai 14 anni. Dal convento tornò presso la madre, che viveva di scarso pane, e di molto lavoro in una piccola camera di via T oumelles. '-· · Francesca mostrava, già, nei fiori virginali della sua giovinezza, quanto bella • avvenente, e graziosa, sarebbe diventata la donna, e coteste sue grazie furono il principio e... la fine della sua vita inopinatamente avventurosa. Scarron abitava poco lungi dalla sua casa. - Un gioco del caso la mise in presenza del poeta, proprio quando con la rinnovata sua fantasia di malato egli inseguiva vano chimere di risanamento. Gli avevano parlato di medicine miracolose in paesi esotici. Qualche amico, ., reduce dai mari delle Antille, gli aveva descritto le isole lontane come paradisi terrestri, luoghi di de- ' lizia, di sogni colorati e di vita sana. I moribondi vi • risuscitavano, la gioia fioriva dalla terra -p-romessa. Codesti racconti dei reduci delle terre provocarono · in Francia, negli anni ·1651 e 52, una specie di suggestione collettiva: e i coloni partivano a migliai~ per I raggiungere i lidi ospitali. Vi fu dunque un momento nel quale Scarron, si lasciò prendere al miraggio e si vide trasformato dall' azione del sol~ purificatore in un saldo cavaliere dai garretti elastici. Non era il desiderio di ricchezza che lo attirava verso l' Eldorado, ma la speranza della salute. Provvide a farsi socio di una spedizione che intendeva colonizzare la .Guiana e convertire gli abitanti al Cristianesimo, e si i~pegnò a versare una certa somma a fondo perduto, sicuro di ritrovare laggiù benefici materiali e morali, e, con la freschezza del corpo, anche qualche ingente gua- .. dagno: Fu durante questi preparativi e nell' attesa del viaggio eh' era stato rinviato di qualche mese, che Scarron vide Francesca, e potè leggere alcune lettere della giovine guardiana di oche. La lettura· lo commosse e lo entusiasmò, poichè la corrispondenza rivelava nella fanciulla un. raro senso della vita, una precoce lucidità di mente snebbiata dalle sciagure. Scrisse · ·· iri termini ammirativi le · ~--"' . -:/ sue impressioni alla parente ~- ~ :i.. . ~i li:~·.~ che custodiva Francesca, e v'I~ \ --....... la scaltra ed avida 'donna premeditò la consegna del- ..la giovinetta al poeta ma- . lato. Che poteva pretendere Francesca d'Aubigné, orfana e povera, destinata alle condizioni pjù dure della vita servile o della galanteria ~ Si stabili tra Francesca e Scarron una corrispondenza della quale restano pochi frammenti, la cui autenticità i biografi · del poeta mettono generalmente in dubbio, scandalizzati dalla abbondanza · delle grossolane facezie che vi leggono Era questo un costume del tempo di cui a:poeta largamente approffittava, e non è elemento tale da distruggere l' autenticità delle lettere, sol che si pensi al genere di poesie dirette da Scarron ad amici ed amiche, conparecchi dei quali aveva lunghi debiti di gratitudine : ad esempio, la· signorina di Hautefort si sentì lodare, in versi, d'altra parte d'una grazia squisità, qualche occidua zona del suo bellissimo corpo di solito gelosamente vietato agli sguardi indiscreti. Al matrimonio il poeta e la fanciulla si decisero quasi senza avvedersene : egli per avere una persona devota che lo curasse, ella per non essere costretta · ad entrare in un convento e per darsi uno stato. E intanto Scarron pensava che la sposa lo avrebbe poi accompagnato nel viaggio equinoziale, ed avrebbe assistito a la sua resurrezione. - 11 - Biblioteca G'n • 1anco

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