Vita Nova - anno I - n. 1 - 15 marzo 1925

\ \ • • • • • • - -6- • ,. . . I • ' . .. Al terzo secolo troviamo· il mo~do ro_ma- / no in questa_ condizione: una _popol~zione esigua dappertutto,. sp~cialme~te· in Italta, ed un •bisogno notevole di soldatt. . D'altra parte anche alcuni . padroni e!! terreni avevano .desiderio e interesse che i coloni non si allontanassero dal loro posto '. per andare a fare i soldat~ ; e q.llora si_ presero come soldati i barbari, che non d_es,1deravano se ·non di darsi alla ventu.ra'e all'armi, ·e così cominciò l'infiltrazione dei barbari nell'esercito romano. . - ,.LJn fenomeno simile si verifica nel _perio..- do comunale e in. quello delle signorie : i comuni tennero gli uomini loro nei com-merci o nell_eindustrie, e chiamarono o svizzeri, o germanici, o persone che non avevano una occupazione e li destinarono a combattere in_vece loro; e cosi fecerq_Firenze e Bologna, così tutti i .comuni italiani ; e si formarono te milizie di affitto o di -ventura. ***. Le condizioni dei coloni. - I coloni, messi nel terreno, divennero sempre più legati ad· esso, senza ottenere un b~neficio dal propr1etario: il proprietario li aggravò sempre più e da questo' vennero "disagi e lotta sorda. Mentre da principio il colono pagava sol- . tanto un canone, dopo dovette dare anche i prodqtti in ·natura, e finalmente anche la • sua ·opera personale,. ed è questo che vincola più il colono -a colui che -è proprietario del terreno. La condizione dei coloni non fu però mai quella di schiavi, in quanto gli schiavi erano una .cosa e provenivano da un popolo vinto. La libertà dei coloni venne talmente limi-tata e ·talmente gravata cli doveri", che andò però vicina alla schiavitù: e i coloni portar.ano una crisi economica oltrechè una crisi politica, la quale diventa via più acuta, sopratutto quan:- do si arriva ·a Diocleziano, .al principio del Secolo,.IV.Diocleziano esaminando questo stato di cose, é vedendo come i coloni ~d un certo momento dovevano fuggire per non sobbarcarsi ad· una serie infinita di oneri (inolte volte fuggirono presso le popolazioni barbariche), dovette emanare una legge per la quale .si stabiliva che il colono era legato alla terra : si arrivò a q-uesto, che il colono doveva stare in quel terreno che gli era assegnato. Ma la produzione non esisteva più perc~è mancava la libertà, _·e la libertà d.el lavoro è la prima condizione perchè il lavoro fiorisca. Lo sfacelo della produzione si estende ·non solo in Italia, ma anche in altre regioni. • • , • • ·Biblioteca ino s·anco • • _Conseguenzadi qutste disa~iate condi_zi_oni intern·e l'anarchia .n·ella.s.uccessione degli tm-- pe·ratori, talchè vediamo ele!ti ~ontempor~n~a-- mente due o tre imperatori,, 1 u-no nominato ·dai legionari di una (~rovincia~ il secondo _d~ quelli di un' altr_a_e, 1nelutta_b1lmente, seguire il dispotismo militare, la dittatura, ch_e dq-- mina' tutto il secolo terzo, ed ha ti suomaggior rapprese_nta~te in uno c~e.avev_a,.oltreal dispotismo, m1rab1Ie forza d1 1ntelltgen1a:· Diocleziano, già ricordato~ che dà un nuovo assetto all'impero, e fa rinascere la speranza nel momento in cui tutti erano disperati e conquista all'impero ancora qualche secolo di vita. . _L'impero romano durò dal 300 finoal 500 nelle· disagiate condizioni dell~agricoltura,dei commer-- ci, delle industrie, poichè anche questi soffriva-- no delle stesse limitazioni, degli stessi danni d-ei1 qual'i soffriva l'agricoltura: mancavano le ma-- terfe prime, e non e' era più alcuno c~e lavorasse nelle miniere; _mancavano coloro che: potessero ,raccogliere i prodotti con sufficiente· prestezza: si dovette ricorrete ad un atto dii forza·; Diocleziano, come per i coloni così per· i commercianti e · per gli iqd-ustriali,· costituii ·corporazioni, che per al.tra · hanno forza solo, quando sono c·ostituite per libera volontà. Molti secoli di poi si ripetè Io stesso feno-- meno, per rimanere in Italia, dal secolo XV al secolo XVIII. Il libero com.une aveva creato le ' corporazioni -di arti e mestieri, le quali vissero di vita florida, in tutta l'Italia,· 1n cui si ebbe la generale solenne affermazione dell'artigianato ; quando furono costituite quelle c9rporazioni obbligatorie che durarono fino al 1796, - · la- ·grandezza delle corporazioni venne 111eno, I' essere insieme voleva dire una coercizione; no_nera più una libera volonta. Il colono, in questo periodo dell'impero, è legato al-la gleba e l'artigiano aI martello, che è necessario per l'arte sua, e il marinaio alla sua -nave di trasporto. · In questo ·momento grave per la vita dell'impero romano, si intacca il municipio, col suo capo, con quel curiale, ·e con quei funzionari che gli stanno attorno, il fiscalismo finisce col rovinare _l'organismo già minacciato dall' impero. - L'enorme carico delle impos·te, reso tantopiù grave quanto più le popolazioni erano- ~mpoverite, esaspera ed avvilisce i contribuenti e rende crudeli gli esattori, anche perchèessi dovevano pagare del proprio quando non avessero potuto raccogliere dai cittadini la cifra d'imposte fissate dal fisco. Allora pensa-- rono che era meglio a-ndarsene; e fu un momento tremendo, perchè gli amministratori, i , • • ,,

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