Vita Nova - anno I - n. 1 - 15 marzo 1925

italia11i che in quella terra straniera hanno conservato le -più pure tradizioni della Patr.ia, doVTebbero subire· un ultimo e più grave· sopruso i' Denunciamo la cosa a tutti i fascisti e a tutti i buoni italiani; n'ovantamila fratelli sono minacciati dall'alleata francese. Superiamo volontieri questa dolorosa constatazione, ma solo per proclamare che l'ignobile baratto non deve essere compiuto._ E siamo più _che mai fiduciosi nell'uomo che regge il Ministero degl'Esteri d'Italia. La Camera francese si è pronunciat& su un altro argomento che interessa assai l'Italia: cioè, la sòppressione dell'Amba- . ' sciata al Vaticano. Per ottenerla, la fatica di Herriot e dei suoi fidi cc cartellisti » è stata grande e in fìné, a. vittoria ottenuta attraverso una serie di clamorosi- dibattiti in cui la miQora:pza si è comportata magnificamente, ;si ~ dovuta risolvere la delicata questione dell'Alsazia-Lorena, paesi cattolicissimi -e .che non intendevano subire la politica anticattolica del Go~emo. L'Alsazia e Lorena conserveranno wia st>e<:ie di incaricato di• aff~ri presso la Santa Sede ed Herriot sembra assai contento di questa soluzione di compromesso. In realtà, .l'incaricato d'affari potrà ... fare assai poco, per-- chè la Santa St!dè non è disposta a prestarsi al gioco di Herriot, il quale vuol mantenere contatti con il Vaticano, senza sembrare di desiderarli. e dando così soddisfazione agli amici radicali, sòcialisti e democratici di sinistra. Per noi, tanto meglio: avremo mano più l!hera in Oriente ed il Vaticano dovrà tenere in maggior conto la lealtà del nostro Governo. Non è morto in pace, Federico. Ebert, primo Presidente della Repubblica tedesca: e la data della sua moote 28 febbraio 1925, segnerà solo una sosta·, nell'appassionata lotta pol,itica che infuria nei Reich. Pochi giorni prima cli morire, Ebeirt aveva ancora dovuto difendersi da ·uno scandalo che. tentava di trascinarlo nel -- - - .,, .-, • • , • ... . • I , . - r fango dell'affare Barmat ed aveva vinto. Ma certo, una grande amarezza doveva st~are nel cuore dell'uomo che nelle brumose giornate del _novembre 1918, · mentre i,l Kaiser abdicava e Max · di Baden cedeva il potere, aveva difeso la patria tedesca contro molti dei suoi stessi compagni di fede. Ebert era socialista, ma non pensò mai che la fortuna_ del partito poteva a•limentarsi dalle sciagure della nazione; in guerra fu un silenzioso fedele, · in tempo d' armi,stizio il più energico degli uomini di- stato. _ Le truppe imperiali tornavano inquadrate, bandiere e musiche in testa, ma nelle officine si preparava l'agguato ~omunista: Ebert · salvò l;esercito dal · cont~gio bQlscevico ·e non esitò a piazzare mitragliatrici nei crocicchi delle - strade: la rivoluzione del 9 novembre fu contenuta nei limiti che Ebert seppe e volle fissare. Così la compagine• statale germanica fu salva ed Ebert potè . convocare quella Costituente, da cui nacque la repubblica social-democratica tedesca. L'ex sellaio, l'ex capo partito, salì alla Presidenza. Da all'ora, la costituzion~ repubblicana di Weimar ebbe in lui i,l più energico soldato: ma l'uomo, raggiunta l'ultima meta, si fermò e la storia invece continuò a c·amir.inare. Passato il pericolo comunista, jpassato il logico smarri- , mento dei monarchici, l'insopprimibile spirito imperiale germanico to~nò ad assumere forme. concrete e s'incar,nò in quella Associazion~ nero-1l"osso-hianco che ormai vanta numer·osi successi contro l'antagonista nero-rosso-oro, cioè il· fascio delle ' forze repubbliicane-democratiche. Là morte di Ebert è l'inizio del dramma, che forse vedrà il disfacimento della Repubblica: i segni precursori sono ~olti e le recentissime crisi parla)Jlentari, al Reichstag ed al Ranchstag prussiano, assommano i prÌlllli elementi della inevitabile crisi·. Federico Ebert ha salvato, un tempo, la sua Patria: per questo oggi anche noi possiamo buttare fiori sulla sua bara. Domani, la -lotta politica riprenderà in Germania con rinno- .vata asprezza e forse la morte ha risparmiato aJ fon datore della Repubblica il più grande dolore, perchè,. come abbiamo _detto, l'uomo s'era fermato,.ma la storia carr..minava. . G. lvi.. SANGIORGI • I .... . . - . • , . , ' / • ~9- .•. ·•·· -.J 1 t • I a • •

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