Vita Nova - anno I - n. 1 - 15 marzo 1925

ciò che le è necessario e di avere anche la possibilità di esportare». In considerazione di q·uanto abbi.amo sopra esposto, pensiamo· sia risultato chiaro che la col6vazione del frumento, anzichè venire rallentata o trascurata, debba, di contro, al massimo essere migliorata, nel senso 'ed al fine di ottenere le migliori e possibili produzioni unitarie. In questo modo sian:o venuti a rispondere al primo de·gli 1nterrogati,vi che sopra ci ponemmo, poichè abbia-mo ri,levato che non trattasi di estendere la superficie investita a frumento, ma bensì di mantenere questa proporzionata alla necessità di una moderna e razionale agricoltura basante sul trinomio: lavorazioni accurate del terreno, in occasione dei rinnovr - leguminose foraggierè - frumento; il che praticamente importa ad una lieve riduzione, anzichè ad un aumento nel quantitativo della superficie investita. E gli agricoltori in -ciò sono concordi, o debbono concordare, poichè la co1tura del frumento diviene -soltanto a queste condiz-ioni ~na coltura redditi,va, in quanto al reddito direttamente ponderabile che da essa viene ri,tratto, devesi aggiungere quel1'altro, s~ìtanto indirett~n:ente accertabile, ma che in definitiva si identifica nel m•aggior incremento nella fertilità dei terreni e cioè in un maggior reddito conseguibile dalle colture che si succedono sul terreno, nel _quale il frumento l'anno pri.ma venne coltiv,ato. ' Il frumento in ltaìia, approssimativamente, occupa una estensione di terreno di 4.700.000 ettari, dei _quali: 1.400.000 nel1' Italia Settentrionale: 1.050.000 nell' Italia Centrale ed 1.200.000 nell'Italia Meridionale e nelle ls--ole, estensione che agevolmente ·potrebbe essere rid~tta, secondo i calcoli del prof. E. B~ssi, a ·4.200.000 ha. con un aumento di produzione, nel gi,ro di qualche anno, di 10-12 milioni di quintali di frumento. . Niente estensione quindi· della sua coJtivazione, ma miglioramento della coltivazione stessa e principa1mente miglior suo· adattamento alle condizioni dell'ambiente (clima e terreno) nel quale deve vivere e prosperare. A proposito della estensione della coltura del grano, ricorre di frequente l'affermazione che una delle ragioni della deficienza di produzione, devesi principalmente al fatto che la superficie investita trovasi per circa 2/3 si,tuata in colle od in monte.· Effettivamente della superficie nella quale viene coltivato il frumento, 2.366.000 Ha. sono di colle ed 1.000.000 di monte. Ma devesi però osservare che, colla prefata affermazione, si incorre in un grave errore, -che trae origine da un « pregiudizio inveterato che stenta a dileguarsi, perchè basato sopr~ un'errata conoscenza della pianta grano, nonchè su di una non meno errata valutazione delle condizioni d'ambiente particolare all' economi.a rurale _delle montagne. Chi voglia I BibliotecaGino Bianco • I invece esaminare le co!e come esse si presentano realmente, non tar~erà a convincersi che è precisamente il colle e la mezza · montagna (tranne le ~olite eccezioni che non i:r..ettono conto a rilevare perchè no~ hanno potere d'infirm~re la ve~ità gene- ' rale) è appunto il colle e il mezzo monte, che offrono al grano, sotto l'aspetto del clima, le condizioni, più vantaggiose (o meno deleterie) per la più vigorosa costi,tuzione della pianta e per la migliore produzione della granella. Buona esposizione e giacitura, abbondante e frequente ventilazione, mitigazione degli e·ccessivi calori estivi, m,inor soggezione aHe ruggini, deco-rso primaverile più propizio al compiersi di quella fase delicatissima della vegetaz.ione che è la fioritura, rappresentano indubbiamente tanti coefficienti di primo ordine agli effetti dell 'abbondante produzione i quali (a ,parità di ogni altra condizione) più di rado si verificano in pianura» (E. Bassi, ltalia Agricola, . n. 5, annata 1923). Quando abbiamo detto éhe l'Italia trovasi in condizioni sfavor~voli alla coltivazione del frumento, non abbmmo voluto riferirci quindi alle sue condizioni orografiche o meglio alla localizzazione deHa coltura stessa, ma principalmente alle condizioHi climateriche e d'ambiente ad essa generalmente av:verse, e riferirci alle particolari J! . oa;ratteristiche condizioni della frumenticoltura meridi·onale, che è poverissima, in considezione appunto delle condizioni speciali del termine clima, costituente l'ambiente agrario. . ' Nel considerare quindi la questione della produzione frumentaria, sotto l'aspetto della intensi,fiçazione della produzione, dobbiamo n~cessariamente riferì.rei, non alla frumenticolt~ra nazionale considerata nel -suo comple~so, ma nei suoi due caratteristici aspetti, di una granicoltura settentrionale cioè, razionale e progredita, e di una grani,coltura meridionale, .per lo meno · povera se non regredita. F acciaino precedere ogni considerazione da una affern:azione e precisamente che: attraverso il miglio-ramento e Ìa intensificazione d'ella coltura del 'frumento me;liante l' appli- , . ' • ' . eazione di ·un metodo razionale di aridocultura, consono cioè alle particolari esigenze delle nostre zone aride, e dei metodi della così detta neo-coltura, potrà certam·ente raggiungersi, in breve, l'aumento di produzione, entro quei limiti però sopr_a considerati. Frumenticoltura meridionale - Dobbiamo' distinguere quella delle zone aride (Puglia e Sicilia) da quella delle zon~ caratteristiche del1a coltura estensiva (Maremma - Toscana, Lazio ecc.). La coltura del frumento nelle suddette zone aride, è certamen~e suscettibile di un sicuro e notevole increrr.ento, soltanto allorquando si possano tradurre in pratica quelle modalità, ora attuate soltanto in via sperimentale, di coltiv:azione di una vera e propria aridqn · }tura, il Dry F arming degli americani, I - \ .

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