Vita Nova - anno I - n. 1 - 15 marzo 1925

• . L' industrìa • casearia nella Provincia di Bologna. L'industria èasearia nella Provincia di Bologna non è tradizion-ale, giaoéhè per la conformazione i·drogeologica del 'terreno nc;mavendo la nostra ·agricoltura a propria disposizione le quantità d'acqua per .irriga~on,e c_he.posseggono altre zone della bassa pianura Emiliana non si possono .da noi, avere quelle quantità e qualità di foraggi indispensabili per l' aHevamento industriale di vacche lattifere, e p.er una conseguente produzione intensa dr latte. . , In pa:ssa_to ~i 'il latte ·prodotto nel bolognc~e, (esclusivamente, si può dire, da bestiame :cli razza asiàtiica, ottimo da lavoro, ma -non altrettanto da carne e da latte) veniva .in:piegato nella quasii tota1 I:ità ali' allattamento dei vitelli, tanto che l'approvvigionamento del latte_ per la Città veniva effettuato dagli allevatori del modenese. Però l'influenza delle vicine Provincie di Modena e Reggio, dove la produzione cki -formaggi e del burro aveva già un grande sv.iiluppò ,industr,ial~ non tardò : a .farsi sentire; èominciaro~o quindi a sorgere - verso il 1900 - specialmente nel Comune di Castelfranco dell'Emili•a i primi caseifici ~ qua'li subito si ·dedicarono alla produzione del formaggio ti:po « grana » reggiano e parmigiano .. Da allo~a · i caseifici ,privati o consorziali sono a.o.dati moltip1icandosi ; gli agricoltori hanno pèrfezionato e migliorato per qualità e quantità la produzione foraggera, sussidiando l'alimentazione del bestiame cogli alimenti concentrati; vennero i,mportate per la prima volta, poi sempre in maggior copia, vacche lattifere svizzere · e olandesi ; la produzione ra7JÌonale dei f<;>rm~ggie dei burri fu tenuta al corrente dei ,perfezionamenti introdotti spèc,ialmente nei case~fici classocii del Reggiano; all'a di,rezione dei più timportanti _caseifici. vennero chiamati e tutt'ora mantenuti te~ni~i p"ì-ovettidel Reggian~ e del .Modenese, ne.lÌa massima parte 'i-usciti dalle scuole dii -casèi.ficio; _cosiochè oggi l'industria casearia bolognese p{?rla proauzione del burro e specialmente del formaggio « grana », che devesi ora .legittimamente chiarr.are << emiliano », ha acquistato se non per quantità, certo almeno per la qualità· -di.rittodi cittadinanza fra le Provincie classiche nella produzione del più cilassico fra i formaggi italiani. Ne· è riprova il fatto che i casei16.cibolognesi, recentemente ' costituitisi in consf>rzio hanno partecipato alla Mostra Casearia di Milano deHa scorsa primavera: e pur non avendo· potuto approntare una mostr~ autonoma imponente, pur tuttavi 1a, l,a piccola mostra, più che altro indicativa e campionaria, ha ottenuto da una giuria t~cnica e severa 1' assegnazione della medaglia d'oro, mentre ben cinque altri! premi (una medagli,a · .d'oro, quattro d'argento), consegu~ono ,in mostre indiv,idiuali, intelligenti e capaci' agricoltori del Consorzio. Dati statistici sicuri sulla produzione lattifera e dei latticini nella Provincia non si hanno, opponendosi alle indagini· le non ingiustificate resistenze ·degli industr-iali ti·morosi di sogg,iacere agli eccessivi gravami fiscali. Pur: tuttavia, ecco alcuni dati semplicerr.ente presuntivi e indicativi, essendo cliversissimi al riguardo gli apprezzamenti dei ~ompetenti: . Nel 1900 sorsero i, primii caseifici a Castelfranco Emi,lia;' nel 191O ne esistevano già 30; nel .1915, 63; nel 1924, 80, dei quali 50 riuniti m consorzio. Lavorano in media 200 giorni ali' aIU10, e dai 5 ai I O ~in.tali ,di latte al giorno, con una pro~ duzione oscillante .in fonnaggio fra 50 'e 100 quintali anooi ed una produzione totale certamente superiore ai 1O mila quintali. Principali prodotti: formaggio tipo grana emiliano e burro ; coi sottoprodotti vengono allevati circa 2-3000 maiali. •:• 5I I • • I a 1no an o - La qualità del formaggÌIO « grana » è ottima e, •se non . supeliiore, certo noh inferiore a .,quella dei migliori ti:pi def Reggiano, mentre la ricchezza in sostanze grasse è supèriore data la migliore qualità del latte prodotto dalle noslre stalle ' per la più sostanziosa qualità déi reangimi. ' . Per queste considerazioni la industri-a casearia bolognese ha, com,e sussidiaria dell'agricoltura, un sicuro avvenire e più si affermerà in futuro q_uandoper diffondersi dei perfezionamenti nell' allevan1ento del bestiame, non più diistratto dal faticoso lavoro _d~i c~mpi per il sempre più largo impiego _della moto- . aratura e ,motocul'tura, si avrà una più copiosa produzione di latte e ~eHa miigliore ·qualità. . Pertando da noi, sia perchè l'industria casearia non ha una _ grande difl;usione, sia perchè essa è intimamente -associata. al1'agricoltura, la grande crisi che ha colpito nel 1923 tale industria, pure avendo avuto notevoli ripercussioni, anche· da noi, qui no~ è stata così grave come. ne1 l Reggiano, e nel Parmense,' anche perchè. da noi non esiste l'industria della stagionatura che più è stata colpita dal ristagno · nelle vendite •e quinrdi dal , conseguente disastroso ribasso dei prezzi. Non è il caso di fare qui una storia di tale crisi essendosi I al riguardo· moltissi•mo scritto e ir..olto detto .anche in convegni, · fra i quali importantissimo quello indetto a Bologna _il 1_7novembre 1923 dalla Federazione ltaliiana Sindacati Agri,coltori. Comunque le cause: sono state molteplici ~ tutte 'conseguenza dirette e indirette della guerra e del regime 'vincolativo e di requisizione che compresse l'industri,a .dal 191.6 al· 1920. Al ristabilimento ,del libero· commercio si ebbero per reazione gli sbalzi di tPrezzo nei merca:ti, raggiungen.dosi così· le quotazioni di 25-30 lire, con immediata conseguenza della contrazione nel consumo e col contrario stimolo a produrre molto é,lnche a scaipito della qualità. Contemporanéam~nte fu inuti.1mente tentato la ri.pre~a dèlla esportaz'ione all'estero, già fiorente e importante .prima della guerra ed_ora -quasi insignificante. Ad aggravare la crisi è intervenuta anche una larga produzione all'estero di cattive iinitaziòni, pri1ma i~iziata .per ~opperire alle richieste del consumo locale ·rimasto disc1ippro'VVigionatoper mancanza del prodotto italiano fermato dalla guerra, poi, 1-ar-. ga,~ente svilUlJ)patasì da.,.Ìnvadere i mercati europei, e la stessa Italia, a prezzi vilissimi.. · Inoltre l'appoggio bancario concesso nel 1922 troppo generosamente agJi a.rr..massatoriha fatto aca~mulare la· produzione abbondante di quell'anno con quella anche più -àbbondante del 1923; cosicchè quando la resistenza non· fu più. possibile fu lanciata sul mercato una eccessiva quantiità di prodotto che non è stato assorbito neppure a prezzi rovinosi: Tecnici e agricoltori, industriali ed esportatori hanno studiato profondamente le cause aUuali e remote- della cri,si ed hanno avvisato ai rimedi, i· qual~ si possono riassumere principalmente nella nec~ssità di .una r~orosa disciiplìna nella produzione al preciipuo intento di ritornare alle antiche e pregiate e ricercate qualità, con rispetto a prezzi economicamente giusti. Con che sarà p~ssibile tentare la riconquista dei mercati esteri sui quali, le ·nuove prodiuzioni, specialmente argentine, si sono affermate esclusivamente i.n fo.rza di un prezzo bassissi1 mo, non certo per la qualità veramente inferiore. Ma come è st~to detto, la crisi non è ·stata gravissima per )a Provincia di Bologn~, dove, ripetesi, l'industria casearia, essendo sussidiaria della agricoltura, ha e nelle pro~erità e nelle crisi influenze non preponderanti. • ••• • ' . . . • • • •

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