Vita Nova - anno I - n. 1 - 15 marzo 1925

I la volontà di, studio e l'autocritica assidua. Cleto Tomba è nato . nel 1898 a Castel S. Pietro del.l'Emilia. Per non dir altro ricorderemo che non ha mai navjgato nell'oro ... Adolfo Albertazzi, che l'amò e lo protes-se, ne raccontò gli esordi artistici (« Varietas », Giugno -1923) così : « Diciott'anni or sono le comari di vi'a S. Francesco a çastel S. Pietro si meravigliavano a vedere un ragazzino di non ancora sette anni che con un po'· di cera componeva cavalli e asini molto somiglianti ai veri, sebbene così piccoli. Ma la loro meraviglia diventò stupore quando poco dopo egli dimostrò con la creta del Sillaro con1e, oltre quegli animali, sapeva ritrarre anch'esse, le sue vicine di casa, in breve .figura e pur tale da eccitar l'una a dire deIl' altra: - Siete-proprio voi! - e a ridere. Avvenne anche che le piccole dita plasmarono la testa del delegato di pubblica sicurezza, il quale a. riconos,cersi preso dal vero con non dubbi segni di caricatura, non minacciò all"arte- .fice i,1 tribunale correzionale o l'ergastolo, ma anzi sparse per il paese la fama dello .scultore in erba. Un fanciullo prodigio dunque? I castellani intelligenti, credettero di sì ». Dietro la fede s~aturita dall~ rivelazione il Comune provvide agli studi del fanciullo che si svolsero prima alla Scuola d'Arte e poi all'Istituto di Belle Arti in Bologna. Non mancò il solito accademico imbecille che profetò una pessima -riusci-la, ma fu buon segno perchè simi,li cattivi àuguri non mancano mai nella vita degli uomini di valore. A diciott'anni Tomba fin~ il suo corso e poi andò soldato. Fu combattente eroico del Carso, sopportò cinque ferite e distrasse la sua convalescenza s~ogandosi a caricaturare compagni e superiori. Dal suo ritorno a Castel S. Pietro, Tomba lavora tenacemente in perfetta solitudine e indipendenza .. La sua arte progredi,sce al difuori di qualunque scuola, come gli era già successo durante gli anni dell'Accademia; il , suo spirito non si è mai esaltato nè confuso dietro le orme di entusiasmi particolari più o meno fugaci. Si può dire davvero che Tomba marcia nudo verso la méta ideale perchè, contro il costume dei giovani artisti, la sua parabola ascendente non • subi,sce le brusche deviazioni, nè i capovolgimenti, nè le fantastiche crisi di. moda. Ha l~vorato molto, come tutti gli eletti che sono destinati a concludere. Diverse opere sue sono g,ià sparse in mano di altri, alcune le conserva nello stanzone del suo vasto e carat" teristico studio, parecchie ne distrusse che costituirebbero il vanto conclusivo di altri. Fra i lavori suoi principali r.icordiamo i busti di Baracca e Battisti che risalgono al dopo guerra immediato, già superati dall'autore, m""a ssa,i più belli dei busti che si sono inaugurati qua e là; il gruppo di un fauno che bacia · una ninfa che fu ammirato nelle esposizioni di Ferrar a e Bologna, molto armonico e di squisita modellatura; targhe e medaglioni funerari, vasj decorativi. Questo primo ciclo delle opere di T omha si concluse con una medaglia di Dante giudicata bellissima da quanti hanno potuto ammirarla. Il ·secondo ciclo comprende vari bozzetti per monumenti a,i Cad~ti. Tomba vinse iii concorso bandito dat comune di Imola con un vigoroso Cavaliere della Vittoria che realizza in questo genere di monumenti una concezione ardita e nuovissima, superjore anche dal punto · di vista etico e po-liti 1 co alle· tristezze cui si ispirano purtroppo quasi tutti gli autori di rr.~numenti_ ai Caduti. Seguono il. monumento ai Caduti di Casola V alsenio, e quello del cimitero del Piratello. L'uÌtimo ciclo è quello dei ritratti ed è il più poderoso. Ricordi~o, fra gli altri, quelli della contessina Isolani, di Alfredo Oriani, di Benito Mussolini e di Adolfo Albertazzi. Per riassumere la ,personalità di Cleto Tomba si può èhre che quando egli iarr.Ì:verà sulla cima vi resterà pe·r sempre e non come un capo scuola dell'epoca, m~ come uno degli ottimi per tutti i tempi; ripetiamo: un classi,co. / Quando finì il corso all'Accademia di Bologna, tornò a rifugiarsi nel suo paese, dove lavora, assistito dalla fedele ammirazione di pochi amici, scontroso e modesto nell'abito esteriore, rr.a colmo di coscienza personale e di vigile, assi-dua autocritica, di quella sana autocritica per la quale un creatore migliora le proprie qualità in ogni opera successiiv•a,pur comprendendo neU'ultima tutte le precedçnti che sente dr non rinnegar,e in quanto •sono tappe del suo· cammino. _ Questo cam•mino già lunghissimo percorso in pochi anni lo ha portato allo studio plasti-co e psicologico della personalità ur,iana, della figura e del nudo, cosichè oggi Tomba è già un ec~ellente ritrat6,sta in via di raggiungere espressioni decorative e simboliche di. respiro_ plastico universale. E questo è l'augurio . , GIORGIO PINI I t ·=· 45 ·=· J BibliotecaGino Bia·nco I

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