I • • della parola lo induca a agire, uccidendo Cesare, ed è questa uria prima sconfitta tlel suo metodo, chè credeva di potere ucci-' dere Cesare soltanto a forza di argomenti 1 sottili. l\tla l'uccide; · Roma gli grida la sua' ammirazione per Cesare ed egli non comprende. Crede ad una indegnità temporanea del popolo di Roma, che non . ha un concetto esatto della libertà. Ma ✓ costretto a riparare .in Greci,a si avvede che in quella patria ideale delle sue teorie, i concetti hanno perduto il loro valor_e, consumati dalla sottigliezza logica. Egli- in Grecia vede crollare jl suo mondo ideale. Costretto poi', per onore di firma· a combattere in Macedonia, muore a Filippi per mano d1 Stratone da lui stesso pregato di compiere questo pietoso ufficio. Stratone · vede· morire tra le sue braccia il suo discepolo, che aveva prima già ucciso nell'anima con le parole. Questa è la tragedia che ha significazioni non nascoste di attùalità interessanti,ssima. Libertà, libertà ... Quale è la libertà? Quella -di Bruto, sno.dantesi faticosamente dalle miHe parole che egli ha appreso dai maestri della logica, prestigiatori delle idee? O quella -c:Fi Cesare? Quale è la libertà? Quella che si risolve in potenza e in grandezza o quella astratta che si ferma a un concetto seniza sostanza e che sarebbe c~stata ~ì popolo di Roma la su~ stessa, esistenza? Parole o fatti? Chi ha ragione? Cesare coi suoi fatti o Bruto con le· sue chiacchiere? I! poeta non lascia dubbio. La tragedia di Bruto è appunto nella graduale dimostrazione della vacuità delle sue chiacchiere. E Cesare trionfa per lui, anche dopo l'assassinio, per ·sempre, di fr~nte agli uomini e di fronte alla logica. Chi ha buone orecchie intenda. La tragedia per quanto statica, immobjle, declamatoria, ha ·vivamente interessato il pubblico ed ha ottenuto un grande ~uccesso. , \ Mi si consenta ora di dire in due parole che cosa sia 1 qu~lla che si defìnisèe comunemente « Il fenomeno Pirandello >>. Filosoficamente relati,vista, i,dealista dunque, nel senso puro della parola egli ha tentato - senza saperlo egli dice - di ali,mentare la nuo_va arte del teatro di quei principi, di quelle dottrine. Il principia sopratutto della relativi.tà della conoscenza gl:i servì alla concezione di tutte le sue opere, tanto è vero che i suoi detrattori d!i fronte alla uniformità della sua inspirazione « centrale >> ebbero ad accusarlo di scarsa immaginazione, cioè di ·servirsi di una cifra, di una « formula n della quale aveva avuto modo di constatare la bontà, il ,successo nei confronti ' . , del pu!bblic.o. Per questa dottrina, gli uomini non sono maj sè stessi, nè sono sempre « eguali >>. In ogni n:omento essi mutano, per il mutare continuo della vita, degli stimoli, .delle passioni .. Il teatro· ve~chio c~ mostrava un uomo « ,buono·» che era buono sempre; . oppure un uomo « cattivo n ed era cattivo sempre. La verità, dice Pirandello, muta di continuo: ,non ci sono uom.ini sempre _buoni o sempre cattivi. Dunqu!!, ~Il' arte ,di « atteggiamento » 0 di « definizione >> del vecchio tipo, bisogna sostituire l'arte di << movireento >>, il cui svijuppo d~ve tener conto di un nuovo elemento: l'insta,bilità, il mutamento, il divenire dell'essere, il quale poi a sua volta non è quale a noi pare, perchè gli occhi nostri con cui vedi·amo I.e cose del mondo; non sono gli occhi degli altri uomini, •che vedono in modo diverso e indipendente. Portate al parossismo questo punto di partenza e concluderete che al mondo siamo come ombre brancolanti nel buio, tra ii nostri sensi che non riescono a vedere la vita come · è e la vita stessa che muta, sì, che non si lascierebbe in ogni -modo rag- . . giungere mai. Questo è i·l nucleo della sua arte. Certo è che all•a fama , ... di Pira,ndello, non· ha valso soltanto la trovata del Cosi è se vi pare del suo teatro, ,ma anche e più iii fatto che egli veramente crea figure ed esprime passi<?ni con. vigore artistico che non, ha a che vedere e che è del tutto indipendente dalla relatività che è la sua preoccupazione « centrale ». In altrj termini, il problema « centrale » oramai famoso non è che un ae-cessorio, un'occasione, un trampolino per la esprsesione delle figure che P.irandello con intuito ]i,rico e con affiato originale sa cogliere nel trasvolare della vita. GHERARDO . GHERARDI SCULTURA ' . I Artisti giovani « VITA NOVA >> ci offre l'occasione attesa di presentare alcuni giovamiscultori, pittori e architetti che simpatizzano spiritualmente con noi,. pur mantenendo naturalmente la loro atti.. vità al disopra dèlla • p.olitica,nelle zone alte e purissime della bellezza. ,Siamo felici di poter soddisfare qu,esto proposito perchè possiamò offrire a. noi stessi e agli amici una rassegna sùgli artisti giovani che partecipano al nostro stato d'an.imodandogli una ragione storica ed un significato che trascende la cronaca· e tende a un classicismo futuro, proprio mentre il fascis~Q ufficiale, in materia d'arte, purtroppo è rimasto nelle zone più basse, più viete e più oleografiche. Perchè è doloroso, ma bisogna farla questa franca constatazione, il fascismo, come partito, non si è an~ora differenziato dagli altri fr!OVimentpi olitici per quanto riguarda l'espressione artisticadelle sue idee e della sua propaganda. Forse è destino che l'arie di partito debba sempre riuscire come l'arte di Stato • . , il. più goffo lrionfo dell'accademia, dell'oleografia, dell~ vignetta; uniformità grigia, pacchiana: mediocre e arrivista; arte· da speculazione commerciale; senilità e infantilismo · confusi. Di certi manifesti elettorali e di certi quadri · commem~ratioi i fascisti di buon gusto 'si vergognano profondamente. Eppure in mezzo a tanto disastro esteriore non disperiamo ricordando che fra i nostri si contano vigili intenditori d'arte come Ardengo Soffici e Margherita Sarf atti, e constatando che l'arte nostra si eleva spesso a mani!estazioni molto elevate là dove si esplicano iniziative locali come ~elle Case dei Fasci ( venite a v~dère quella di Bologna/) e nella Rivista Illustrata del « Popolo d'Italia» dove Sironi, nel'su~ genere veramente gràndeggia. . · ' · . Ma ancora più ci rallegriamo·nell'incontrare fra gli amici prù devoti e più silenziosi veri artisti che dovremo aiutar~ ad ~ff :rm~rsi, giovanissimi ricchi di originalità, .di tec~ica e di rsprrazrone polente, campioni sicuri per· la gloria artistica ita.. liana. " 1-l _solito,, come i migliori fascisti sono quelli selvaggi di provincia, cosi _an~hei nostri migliori artisti si scoprono, alle prese c_onla m.1se~1a rintanati e scontrosi, nei capoluoghi e nei paesellr. Quest_rgrovani non mancheranno alla meta supr.ema. Ne conosciamo alcuni e li presèntiamo. Fra i giovani artisti, per temperamento proprio è oltremodo selvaggio ibench' l · d" b' · 1 ' . . • , e, o_-ncor 1amo su_ 1to, a sua arte plaShca tenda senza deviazioni alla forma e alla sostanza del grande classicismo verso cui lo guida anche lo sforzo cosciente, , •:• 44 •:• I BibliotecaGino Bianco ..
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