• • Grideranno che si_a,m·o··dei supertradizionalisb, de.i superati. E chi lo griderà?- La· critica, _incominciando da quella italian~. E noi rispc>ndere~o che s' acc~)lr.odi. E anche questo. Che la critica, la quale oggi ancora vive e vegeta sulla crosta terrestre,- (si sa perfettamente) è l'ultima· allegrissima buffonata o -anche l'qltima menzogna convenzionale gettata nella bocca o negli -occhi. della ·umanità perchè beva grosso .e non veda la verità e la meravigliosa nudità della bellezza. Ora, questa certa critica noi la stroncheremo. Dopo, ognuno s1 metterà a faccia a faccia colla ipr.opria coscienza. Voi, signori, la guarderete ben.e nel bianco degli occhi e quando sarete riusciti a scoprire l'anima· la fa rete cantare. E scriverete çome vi detterà. Dopo tutto, signori, si può arii:vare a sapere che cosa ci guadagnate a·Jarvi coca~nizzaie con le estetiche forestiere? La considerazione dei cocainizzatori? ·Voi lo sperate e mostrate · fin h·oppo apertamente · di sperarlo,- anzi di crederlo.. Ma è una fantastica illusione. Quelli lì, sui loro giornali, scrivono pagine e pagine alle quali metto~ò tante maschere colla bocca osannante. Ma badate, sotto c'è il volto che canzona. E così la ingenua· vostra aspirazione di porta.re l'arte del vostro paese - all'estero· che alla vostra vanità appare come un intronamento, nella realtà- cruda è una vera e ,proprit! farsa tragica. E quando alla fine 'di essa calerà la tela, se la platea applau·dirà fischierà la storia. F erocémente. ~- Ora, carità di patria musicale vuole che il . danno cessi. Bisogna prendere per il petto la propria -fede, scuoterla animosamente e farle confessare che si è illusa; bisogna consigliarla a vergognarsi uri poco e a farle gi\l.rare che è pronta a ba~tersi • e, se o~corre, ~ morir«;_nella. più santa battaglia d~ questa fatale gùerra d'indipendenza musicale. Solo così l'Italia può accendere davanti alla sua gloria tutte le speranze_: di raggiungere i-su•oi confini -naturali ~ssati dal destino. WIANU s 'PROSA , . - L'anno . teatrale incomincia tra grigi vapori- di incertezza. Una sola figura si delinea tra la -folla amorfa· dei molti, che scrivono e sperano: la figuTéf: di Luigi Piranq_ello. Le sue ultime opere: All'uscita, Ciasaunoa suo modo lo. hanno definitivam~nte riaffermato ;in una eccellenza che non si riduce ai confini della Patria, m·a si estende anche nei teatri di tutto· il mondo. È probabile. anzi -che avremo ben presto itell~ produzione teatrale Jn.tcrnaz~onalC.q: ualche prova della grande influenza, che i~ suggestivo autore italiano non può non esercitare in tutto il movimento spirituale del mondo. · Tra gli altri eh~ onestamente lavorano segnalerò Fausto Maria Martiru, il ci;itico della Tribuna, che fa· dell'arte dello scrivere una missione ipiù -che una professione; nel senso comune della parola. Rosso di San Secondo, spirito tormentato, sempre in cerca di una espressione adeguata- al tumultuoso processo delle sue concezioni; Luigi Chiarelli, l'inventore del «Grottesco» -· ricordate la Maschera e il volto - e41>ochialtri. -Intendo par- _ lare della giovine scuola. Quanto alia vecchia scuola potrei ricordare gli ultimi grandi successi di Gioacchino Forzano, di Giuseppe Adami, di A~naldo F raccaroli, di Enrico Serretta. Ma si tratta di una -forma ·di teatro « fine a· se stesso », che può interessare, anzi interess~ il pubblico, ma poco la critica. Tuttavia, pu.re premettendo la natura commercialistica di ·=- 43 I . / ibJioe a inoB·iano questo Teatro, deve segnalarsi, come legittim~1 conseguenza del Conte ·di Brechard il nuovo dramma della Rivoluzione Fran- ' . . cese: / Fior?lalisid'oro, che avrà molte ma molte repliche dovunque. _ Sahatirio Lòpez, Marco Praga, Dario Nicodémi, Alessan- 1 dro Varal,do, _chiper una cosa, chi per l'altra, hanno deposto la ,penna. Attendono o rinunciano? È quello che vedremo. Non si può non finire con un cenno all'opera ·del Roeta F. U. Ratti che in quest'anno ha dato al Teatro nostro, un Giuda' sup~rba concezione che ha posto l'autore ad un grado non indifferente di altitudine nella scala delle pe_rsonalità_ ~eatrali. Ultimame~te al Teatro Comunale di Bologna,. per il Teatro Sperimentale e interpretato dalla Compagnia Palmarini, ha dato il suo attesissimo· Bruto. Bisogna· qire qualche· cosa di quest'opera, che ha sollevato tanto scalpore e tarito fremito di consensi. · · ~~ • La personalità di Bruto è sempre stata oggetto di studio e di meditazion·e da patte dei poeti. L'uccisore di Cesare, come più tardi Lorenzino, l'uccisore d.i Alessandro dei Medici, ha presentato alla storia un volto- così equivoco, così incerto, che , si è potuto scambiare a volta ~ volta, c~me un vin,dice .della libertà, co~e un corrotto trasportato .al delitto da passioni meno nobili èhe quella dell'amor -di patria, come un pensatore che, convintosi, una volta delta necessità di Un gesto, lo ha c-0mpiuto . . . tro~andosÌ poi a mani vuotè cli fronte ad .una realtà non preveduta, più forte dei suoi' pensieri ~ delle sue azioni. Bruto uccise Ges~re, ma quando fu,per ràccoglie~e il frutto del suo delitto, quando cioè domandò a Roma là sanzione. del SU:ò gesto, che aveva voluto ess-ere tin gesto d, · libertà, Roma gli rispose acclamando a Cesare morto, più entusiasticamente che a Cesare vi,vo. Come e perchè uccise dunque? Fu veramente Ul' amante disperatQ e alÌuoinato della libertà? La parola della critica non è chiarissima in proposito. Egli presenta a· Bruto come· un am~nte della libertà è vero, m·a anche come un corrotto I . . dagli sl!udi-,da.Ile elucubrazioni filoS0fiche, dalle parole. Shakespeare nel suo Giulio Cesare ne fa l'incamatore dii una i~ea · di libertà umana in contrapposizione al fato cesariano, più forte della volontà e dei còncetti degli uomini. Tanto che per Shakespearel Brµto è una vittima tragica degna di rispetto e di ammirazione. Alfieri invece ne fn un vero e proprio apostolo d~lla libertà. Egli uccide Cesare. Poi cala la tela e del resto non vuol vedere nulla. La smentita della storia non inte- • ressa al poeta di Asti, per il quale è sufficiente avere mostrato · all' òpe~a questo sacerdote della indipendenza. . Ratti ìnve~e, ,si riavvicina. di. più alla conceiione primitiva e forse alla verità. Egli' presenta Bruto come un vero· e pJ<>prio ani.male pensante e pochissimo sensìbrle. Egli è ~na specie di · Amleto, che dopo essersi reso conto della necessità, di uccidère, non si risolverebbe mai a « f~re » perchè le parole le molte parole ,dell~ quali è ricco lo distaccano éompletamente da qualsiasi azione. Eglj non saprebbe agire se il ~uo maestro Stratone, filosofo greco_~on lo incitasse a decidersi. Ora bisogna tenere conto ~i questo fatto, che a quel tempo la Grecia sottomessa a Roma, aveva mandato a Roma una quantità di filosofi o per_ meglio dire ·di sofi i quali nel lungo eserci·zio della logica avevano imparato· e- insegnavano a difendere qualsiasi causa con ' . buoni argomenti, tanto da perdere il controllo delle proprie convinzioni. Essi difendevano la ·causa tale o la contraria, allo stesso modo e con lo stesso calor~. Bruto si- stupisce che Stratone, che gli aveva insegnat~ a credere nella onnipotenza ••• • \ ' I. •
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