IN GIRO PER IL MONDO Nostalgie dell'India. -- Lasciavo anch'io l'India. Non come l'invidiabilissimo Appelius che l'ha percorsa in lu.ngo e in largo, nè per proseguire come lui verso Giava e il mar della Cina. Ma la salutavo dopo aver trascorso qualche settimana soltanto nelle sue metropoli anglo-asiatiche, sui treni del G. I. P. e tra le città • Agra: li Tay-Makal di Brahma e dei Mogol - diretto di nuovo alla ancor giovane Europa. Tornavo u.n po' triste ·e stanco e stord~to. Mi pareva di aver sfiorato appena il subcontinente mi,sterioso in rapide giornate faticosissime, in giri interminabili, con le pupille bruciate dal lungo osservare e il cervello svanito dalla continua tensione e dalle troppe i.magini sovrapposte, intravvedendone solo la · magìa delle luci e aspirandone il profumo esteriore, senza poterne penetrare l'essenza, ricostruire la. psicologia della sua millenaria umani,tà e definirne l'anima inafferrabile. Ma quella sua vita fatta di anacronismi e di1 -contraddizioni, quel suo terribile fascino misto di dolcezza e di spavento, quel1' alternarsi di purezza immacolata e fermenti d:i putredine, di ascetismo e di lussuria, di sacrificio e d'i degenerazione, mi avevano preso così profondamente, che andandomene, portavo meco qualcosa di religioso e di eterno, una rivelazione di bellezza e di sapienza, co·me il pellegrino che tornando di Terra Santa si sente fatto migliore. Risalita la scaletta del piroscafo, affondato il bagaglio nella stiva, preso possesso della cabina laccata di bianco che cigola pel caldo e vibra pe'r i ventilatori in attesa di alzarsi e di abbassarsi al respiro della prua; guardando nella notte tremolare le stelle del porto sotto le stelle del cielo, già distaccato, già irrimediabilmente portato via dalla nave tuttora immobile presso la banchina - aveva sentito, imp-rovvisa come una rivelazione, quanto mi fossi legato già a quel vecchissimo mondo ·che da decine di secoli splende nella irpmobilità biblica delle sue forme, della sua religio_ne, della sua filosofia primordiale e definitiva. Appena giuntovi, ebbi gli occhi abbacinati e l'animo sgomento. Bisognava abituarsi a quella luce che domina e urla dovunque, e fa pa~·ere buio tutto ciò che sia lontano di là. Pare veramente che il sole penetr-i e imbeva le strade, le case, le campagne, le acque in una voluttà di fiamma. Immerso nella polvere bionda che nuota nell'aria, circon- ' , dato come. da un alone l"aggiante, ho subito . dimenticato il me stesso d'un tempo per abbandonarmi al d(esiderio, per comunicare con l'ignoto, per eguagliare la realtà al sogno. Nelle oTe meridiane, quando l'europeo cerca rifugio ali' ombra ,delle verande coloniali, e profondato neila poltrona a gambe levate, il « wi·sky and soda )) a portata di mano, trova refrigerio nell'oscillare del « pankal n sospeso sul suo capo - io ho voluto percorrere le vie deserte; e ai simulacri umani e bestiali dei templi, alle statue jaina, a.i bagni sacri e alle Trimurti, alle pagode e alle moschee, ali' elefante di Gherapuri e agli steli di minareti ho chiiesto i,l segreto del.l'India Tay-Makal: Dettaglio in marmo traforato induistica e maomettana. Quindi, dopo notti insonni attraversando provincie grandi cias·cuna quanto l' Italia, mii sono confuso con la folla dei pellegrini, dei mendicanti ~ dei santoni che convengono a Benares per placare nel Gange i'irrequietudine delle loro allucinazioni; dall'alto dell'elefante d'un maragià ho assistito al gioco del sole sulle torri di 1 eggie abbandònate agli amori delle colombe e delle scimmie; mi sono profondato tra i voli dei pipistrelli nel freddo orrore di cripte ·=· 29 ·=· BibliotecaGino Bianco - •
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