Vita Nova - anno I - n. 1 - 15 marzo 1925

I • , J -· • • , - . -2 ' ' \ - ' .. - ; l'impero· ·o del .papato (onde i dibattiti _-fra ·Guelfi e Ghibellini) ma entrambi i poteri e- . rano generalmente ritenuti qualche cosa di superiore a _cui tutti dovevano_c~ina,rsi, ta~to è vero che noi sentiamo un g1ur1sta,Martino. da Lodi, quando parla de11ag·uerra dichiarare: Bella nòn dicuntur justa quando fiunt contra · papqm ve! imperatorem. ·Poi a poco a poco- . questi organi iperstatuali si -vengono affievolendo ed aumentano inveçe sempre più le civitates · superiorem · non reconoxentes. , Cominciamo ad avere dei nuclei di popolazione (tino dei primi è Venezia)· che dicono. di .non vol~rne sapere dell'imperatore. Le giustificazioni sono stranissime : invece di assumere il fatto stesso che attorno a Venezia si era formato un· forte nucleo di interessi differenzìati dagli altri e _che,avevano trovato volo·ntà e forze capa.ci di tutelarli, si diceva: Veneiia, non -deve sottostare all'imperatore perchè è nata sull'acqua (quia in mare orta est). Sono stranezze che però mostrano una necessità di cose - la quale. viene sempre più affermandosi e acquista sempre più larghe proporiioni quando si incom-incianoa fondare forti monarchie nazionali. Il moto s'inizià 1n , . Francia con Luigi XI, segue l'Inghilterra e la Spagna, e più lentamente la Germania:- dap.:. pertutto incominciano a formarsi forti unità nazionali che assumono la forma m.onarchica perchè bisognose' di u11potere centrale. · Si rompe per dippiù l'unità ~eligiosa con . Ja riforma, e anche delle p,iccolenazioni, come J'Olanda e la Svezia, prima trascurate, acquistano ·grande importanza per il commercio mondiale e perchè assumono una loro particolare missione storica. Quando poi si arriva a quel grande momen1odeJla storia, che chiude la guerra 'dei trent'anni (1618-1648) si vede che nella pace di WestfaJia non si riconosce più nessuna superiorità n1a si parla come'.di . una assoluta necessità della vita internazionale, di un justum potentiarum aequilibrium. Da quel punto la. società internazionale acquista altro aspetto e viene avvicinandosi a quello che è il suo stato attuale: da allora sparisce· per sempre un potere· iperstatuale in· Europa: ci sono stati ancora dei tentativi di assumere la direzione internazionale della coltura e della ci.viltà (Jo ha tentato Luigi XIV in Francia, poco appresso Federico secondo òi Prussia, e in più vaste proporzioni Napo.:. leone, in forma diversa la. santa alleanza, . e final_mentel'ultimo tentativo della Germania sappiamo tutti qual sorte abbia avutQ). · · Ecco dunque che si può dir questo: che nei rapporti internazionali a una società di subordinazione, di gerarchia, si sostituisce una soc:ctà di coordinazione, tipo che è rimasto, che - Biblioteca Gino Bianco· vige attualmente; una società di coordin•azi_on~ della quale i - membri si trattano su basi .di eguaglianza giuridica, ossia, sec~ndo la -!el1ce espressione del Petrone, su un piede « dt. parità e d-i alterità formali». · Al vecchio principio · gerarchico si sostituisce questo : «· par in parem non habet au<;to- ·ritatem». · , . Noi - dobbiamo appunto studiare questa società internazionale come si è ·venuta sto- 'ricamente formando. Possiamo fare intanto · subito una osservazion~ : i membri di questa società sono gli Stati, i rapporti fra gli Stati· non sono in balia soltanto del capriccio ; noR c'è nessuno .Stato che osi dire : · faccio così perchè mi piace. di 'far così. Tutti cercano di · giustificare le ·1oro azioni, e pretensioni. Dunque i rapporti fra gli Stati sono disciplinati da un complesso di norme. Che valore ha questo complesso ·di norme : ec-coil .problema • basilare che· si presenta nel nostro studio. Se-noi confrontiamo~i rapporti ·che inter- , cedono fra le grandi _collettività che si ·chia"". - mano Sta~i con quelli· che· p~ssano fra i sin-·_ goli individui, vediamo certamente che delle differenze·ci sono, e molto notevoli. Prima -di tutto si osserva che noi ,privati nei nostri rapporti giuridici ci riferiamo· abitualmente a un corpo di leggi, mentre qualche cosa di simile non c'è nel diritto internazionale dove ·manca un diritto codificato. La cosa però non ha importanza grande.,· perchè un diritto codificato non c' è sempre stato neanche ali' interno ; anzi le grandi codificazioni sono relativamente recenti (è stato Napoleone ~ol suo codice che ha dato il primo tipo). Se poi torniamo indietro e ci rife... riamo allo svolgimento del· diritto romano, vediamo che, prima della grande raccolta imperiale giustiniana, una parte del diritto si svolgeva per consuetudine; non solo, ma og- . gi stesso in una parte del m9ndo _civile, in ~lcuni paesi come· gli Stati Uniti e I' Inghil-: terra, gran parte del diritto privato non è riunita in un ~odice. La mancanza di un codice non , s-i potrebbe perciò portare come prova della inesistenza di norme giuridiche, che possono affermarsi anche fuori della codificazione. Ciò senza contare che non è vero in v'ia del tutto assoluta che nèanche nel diritto internazionale manchi una codificazione,. perchè ci è data da quegli accordi coi quali gli. Stati si sono obbligati, l'un verso l' altro, a tenere una determinata linea• di èondotia. · Ma se si va avanti si vede che c'è qual~ che cosa di più: se io voglio far valere un mio diritto debbo prima ricorrere a un'autorità· che ne dichiari l'esistenza; ho biso.gno dunqutt di un giudice. · . • . ,. I

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