Vita Nova - anno I - n. 1 - 15 marzo 1925

, - -6- , Questo nelle varie epoche della storia non si è mai verificato, anzi in certi momenti questi bisogni sono andati. aumentando, in altri momenti sono andati diminuendo. Noi vogli~mo quì soltanto affermare che ti bisogno è uno stimolo incessante dell'attività economica. Premesso questo, possiamo riconoscere la elasticità dei bisogni. _ Essi, per loro natura, hanno questa caratteristica, che a misura che tendono a soddfsfarsi vanno decrescendo, per cui noi osser- - viamo che la loro decrescenza è rapidissima per i bisogni di carattere fisico. . Quelli di carattere morale ed intellettuale non ·si estinguono mai, e la storia di tutta quanta l'attività umana non è infatti che la storia di quanto ha compiuto l'uomo pel procacciamento dei beni necessari al soddisfacimento dei bisogni nostri, semp.re più numerosi e sempre maggiormente sentiti. Beni economici. - Ora ci domandiamo che cos.adebba intendersi per pene econ·omico. Il bisogno si potrebbe dire lo stimolo incessante dell'attività economica. Ma di che cosa potremo disporre noi per la soddisfazione di questi bisogni? · : . Noi ci serviamo di quei beni che l'uomo · ha saputo strappare alla natura, e che si dicono beni economici. Questi beni economici sono cose utili, come già dissi, e cose che servono ; quindi i beni economici s0no cose che esistono in natura e sono dall'uomo conquistate, perchè , in quantità limitata, per potere con essi soddisfare i bisogni. Non è necessario che siano cose 111aterialip, ossono essere anche cose im.. · materiali, ma perchè si possa parlare di beni economici bisogna che la quantità di questi beni economici sia limitata. (Non è bene• economico la luce solare; la luce elettrica diventa però bene economico, l'acqua non è un- bene economico, ma se l'acqua necessaria alla soddisfazione dei nostri bisogni è ·in q4.1ntità limitata, allora anche racqua diventa un bene economico). Questi beni economici possono essere di- .retti o indiretti, secondo che i bisogni cui possono dare soddisfazione sono diretti od indiretti. Si dicono beni econon1icidiretti quei beni che si consumano nella soddisfazione del bisogno stesso, e sono quei beni çosidetti di uso che sono destinati direttamente- alla sod-. · disfazione dei bisogni. Ne abbiamo un esempio nel mobilio di una casa che è bene di uso. Ma que.sti stessi beni considerati sotto un'altra aspetto potrebbero essere beni indiretti alla soddisfazionè dei bisogni. Così per il commerBiblioteca Gino s·anco ciante di mobili, che li co·mpra per rivenderli,~ cioè li cambia con altri beni atti a soddisfare· direttamente o indirettamente altri bisogni. I beni diretti .hanno importanza per la..· soddisfazione dei bisogni, ma non possono•· permanere di continuo; è necessario perciò che· siano rinnovati di frequenza, perchè, o si consumano in ogni atto destinato alla soddisfa-- zione di un bisogno, oppure lentamente vengono consumati. I beni di carattere indirette, concorrono.. indirettamente alla soddisfazione dei bisogni, perchè permettono la produzione, o l'otteni-- mento con lo scambio, di un altro bene o di altri beni economici che ·sono desti nati alla). soddisfazione di tali bisogni. Il capitale. -_ All'insieme di. tutti questibeni indiretti, o strumentali, è stato dato il nomedi capitale, che sj presenta come il risultato- . di· una produzione precedente, destinato ad· una ,nuova produzione. E' un bene economico· sì, ma· che deriva da una determinata produ~ · zione, precedente; come anche è una ricchezza destinata ad una ·òuova produzione: Come si forma questa ricchezza? Perchè· prende il nome di capitale? · La ·ricchrzza -può esserè prodotta pe·r sod-- - disfare direttamente qualche bisogno, oppureper ottenere altre cose· utili che permettaJJo di. soddisfare, con altra destinazione, altri bisogni.,. Senonchè la marcia della produzione può essere in un certo momento esuberante, e aJlora•·. una parte della ricchezza prodotta può esser~· destinata ad una nuuva produzione. Il concetto• di capitale che abbiamo esposto se è un con-· cetto esatto dal punto di. vista dell'economia sociale, dal punto di vista dell'economia pri-- vata non lo è, perchè al concetto di capitale· non appartiene soltanto una riçchezza che èprodotta da una attività precedente, e che è~ destinata a nuova produzione, ma tutto quello che deriva da un -insieme di beni economici{ investiti in ·un'altra produzione. Quando di questi beni si consideri il .valore, la misura· globale, e si confronti questa misura globale· di beni investiti in una determinata nroduzione,. per esempio in una impresa, con una massa·. di valori -successivi, che si sono potuti formare· in prosi~guo di tempo; se facciamo cioè una_ differenza algebrica fra questi. d·ue v·alori globali, abbiamo una concezione della formazione· di un nuovo capitale che è derivato dalla ge-· stione di questi elementi particolari. Per rendere meglio l'idea supponiamo cheuna determinata impresa abbia un determinatonumero di beni economici investiti in una produzione: questi possono essere rappresen- •

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