• • --3 - ultime, sbocca infatti in un utilitarismo gretto che porta ad incentrare, nelle mani di pochi, • potenti capitali· e a signoreggiare l'altro importante ed imponente fattore della produzione che è il lavoro. Si formano così i primi contrasti tra gli interessi capitalistici che vogliono con la massima quantità di ricchezze dominare anche il ·lavoro, e gli interessi di quelli che questo lavoro svolgono. A questi risultati non certo pensava lo Smith il quale ammetteva, anzi asseriva, che i fattori della produ,ione, natura, capitale, lavoro, dovevano portare il loro armonico contributo all'attività economica. Per questo abbiamo detto che la nostra concezione si riallaccia a quella smithiana non nelle sue ultime :onseguenze ma nelle prime; cioè se ammette che i fattori della produzione siano tre: natura, capitale e lavoro, riconosce che l'uomo è spinto e guidato dal tornaconto individuale nello svolgimento della sua attività, _che sia. centro dell'attività economica, ma che non la svolga o che la debba svolgere senza preoccuparsi del coordinamento di questa sua attività con i fini superiori dell'inciv_ilimento. La teoria che noi sosteniamo insomma se ritiene l'uomo c.ome centro dell'attività economica rivolta al procacciamento della ricchezza, riconosce anche però che l'uomo non è fuori della società e dello stato nel quale esplica la sua attività e afferma la necessaria coordina- . zione di essa con i fini superiori che vuol conseguire la società umana nella sua espressione etico-giuridica-economica, che è appunto lo Stato. ·Ma prima ancora della concezione Smithiana avemmo due scuole economiche: il mercantilismo e la fisiocrazia che risalgono al 17 ° e al 18 ° secolo. Un primo tentativo di elaborazione di dottrina economica si ebbe· con il mercantilismo. I mercantilisti ebbero due concezioni: l'una sociologica e l'altra prettamente economica. · Secondo la prima sostenevano che lo Stato deve interv_enire nello svolgimento di qualsiasi attività umana; e deve provvedere con un regolamentarismo minuzioso onde essa sia inquadrata entro a confini ben determinati. Essi ritenevano inoltre fern1amente che fra nazione e nazione, dovesse esistere un necessarjo antagonismo, tanto che se l'una prospera, l'altra in proporzione ne riceve .detrimento. · Il principio, anzi lo pseudo-principio econemico che sta, al vertice di questa dottrina sta _in ciò, che la fonte perenne della ricchezza di un popolo è data dalla quantità di monete che possiede; onde più ricca sarà quella na- • • - • Bibli zione che riuscirà ad accumulare la più gran quantità di moneta metallica. Lo stato deve quindi provvedere alia conservazione e alla provvista della più .gran quantità di moneta, che, occorrendo, dovra sottrarsi ad altre nazioni. - Di qui anche, per giungere a tale scopo, necess~tà innanzi tutto di un sistema di dogane atto a far introitare oro e argento; proibizione, in un primo tempo, assoluta_di esportazione di metalli preziosi ; alti dazi alle merci estere manufatté, bassi invece i dazi delle materie prime onde favorire l'industria n·azionale e la conseguente espor_tazionedel prodotto da esse ottenuto, dopo soddisf?tti i bisogni interni, contro introito di oro e di argento. Altri provvedimenti si escogitarono e fra essi ricorderen10 quelli per la marina mercantile che, se estera, veniva· in·esorabilmente colpita· - . con tasse enormi, se nazionale avvantaggiata sotto ogni riguardo e anche sovvenzionata. Questo- regolamentarism_o si spingeva anche all'assoggettamento delle private industrie alla sorveglianza dello Stato. Successivamente si predicò la necessità di conquistare o acquistar.e colonie legandole alla Madre Patria con un duplice legame; _obbligo per esse di vendere le materie prime; diritto per la madre. Patria di esitare in esse i. prodotti manufatti assicurandosi così un maggior numero di mercati e sopratutto sicuri. Con queste provvidenze si reputava di ottenere di continuo l'eccedenza de.Ileesportazioni sulle importazioni che avrebbe portato un. continuo affluire di moneta nell'interno dello Stato. · L'errore fondamentale di questo primo tentativo di elaborazione economica stava 'in ciò: nella credenza che la moneta fosse la fonte della ricchezza, trascurando invece l'uomo e la sua energia. Anche il concetto di ordine sociale s·i presentava affatto arbitrario. I..a. moneta è infatti una merce .come tutte le altre e ,come esse, soggiace a fluttuazioni di valore; l'uomo è il centro dell'attività economica ed è con il suo lavoro la sorgente continua della produzione. . Nulla di meno il mercantilismo ebbe effetti immediati benefici : così in Francia favorì la formazione delle i~dustrie nazionali con Sully: in Inghilterra fu attuato dalla Marina mercantile con Cromwell (1651.) Diffusosi rapidamente in tutta ·Europa permise il formarsi delle private economie; in Francia affermò le industrie manifatturiere; in Inghilterra diè il nerbo ai traffici. Ma anche effetti perniciosi recò a lungo •
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