' r • I - . , • ' . • • I 8- • ' . . Ora se lo stato è ragione, e ragione umana, . .noi 'dobbiamo dire che· 1'uomo in quanto ra~ zionale, è , sempre- uomo politico, e secondo l'espressione aristotelica,. un animale poli- "ico l • . ,Pertanto l'uomo non può prescindere in nessu·n momerito·della sua vita ·dalla .concezione statale ; e però lo stato non. deriva da qualche cos'altro o da una c9nvenzione, ma nasce collo stesso uomo:· vale a dire che in · quanto uomini portiamo lo Stato, anzi siamo senz'altro Stato. ., ·. · Per aJtro, la concezione politica che fa derivare lo Stato da una cohvenzione -è as-, surda. Che còsa difatti· importa la convenzione?- .In tanto è possibile la eortvenzione in quanto noi abbiamo già un concetto dello Stato. ·Questa teoria della convenzione come l'origine prima del_lostato fà il paio con quell'altra teo- . ria dell'origine del linguaggio._Si dice da tutti:, ,·1'uoµio parla, ma il lingua~gio dell'uomo è una convenzion~ che gli uomini stabiliscono , in un determinato momento. Ora è.chiaro çhç per accord~rsi gli uomini dovevano già avere un qualsiasi linguaggio, altrimen.tiil linguaggio ·non sarebbe mai nato. . Dunque non solo il linguaggio, ma anche lo stato come espressione della: razionalità, è qualcosa di originario. Ecco la ragione .profonda, per cui Aristotile, che si può ch·iamare il creatore .della scienza politica, disse le famose parole: l'uomo è un animale politico. E soggiungeva: « l'impolitico deve essere o un Di<;o>. una bestia: » un Dio, perèhè Dio ha la sufficenza in sè stesso e quindi non ha bisogno di comunità, · , • • - non ha bisògno di -società ; o una bestia, perchè le--bestie 1non ragionano . Ma· a questo punlo .voi potrete, dire.: lo· stato è la ragione; ma questa ragione si realizza in una determinata nazione· o in un determinato popolo oppure òoi dobbiamo distin- . guere ç:ta,una parte lo stato e d-all'altra parte la nazione? Ci sono taluni i quali ritengono che a costituire lo stato basti la· sociétà-di individui della medesima razza. Quindi tutte le volte che un gruppo più o- meno vasto di individui della medesima razza s1 ass0cia, si accomuna, noi abbiamo lo Stato. E· però -si parla della razza celtica, della razza germanica, della razza Italiaca, e vi~ seguitando. Ora bisogna sin da principio ·eliminare questo grave pregiudizio della razza. . La razza non esi"ste s·e non materialmente ' parlando, perch-è ·non ci sono dei caratteri spirit'uali f~_rµii,definitivi. Così l'Italianp spiritualmente non- differisce dal tedesco o dat francese: tutti quanti gli uomini hanno un 1nedesimo spirito, una medesima ragione. Invece .il concetto di razza tenderebbe a crisfa..... lizzare o, immobilizzare questa ragione. Allora· non bisogna parlare più di nazione.,, di popolo? Si, ~isogna parlare di nazione, di popolo, ma con questo costante pres_upposto, che i popoli e le nazioni sono individui e come. individui debbono .costantement~ riferirsi a. qualche cosa di più grande, cioè all'umanità&. E quindi_ la f!azione ih qùanto nazione devesviluppare la propria. individualità, ma con la. çoscienza che così si sviluppa anche lo spi-- rito nella sua universalità. . \ I ' • • - ' . - , ,, • I • Biblioteca.Gi-noBianc . ' •
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