Vita Nova - anno I - n. 1 - 15 marzo 1925

• , \ -3 considerata solo superficialmente sembra un progresso, ma invece, come· vedremo, fu l'origine unica delle cosi dette dottrine democratiche, ma sp~cialmente di quel democraticismo, contro cui ogni reazione non è sufficiente. ·Che cosa volevano i sostenitori del di- _ritto naturale? Essi ·volevan·o dimostrare l'in- . dipen·denza dell'individuo. L'individuo è tutto, ma l'individuo è naturalmente libero e quindi fra i vari individui n.on esiste. dipendenza di sorta. Così lentamente sorge propriamente qu·elJa. teoria che fu chiamata egualitaria, che è il fulcro del democraticismo vecchio e recente. Appunto di codesta teoria egualitaria eh.e deriva -in linea diretta dal giusnaturalismo brevemente vogliamo occuparci. Il giusnaturalismo, come avremo occasione _di veder più innanzi, sbocca poi nella politica di un grande pensatore, cioè· di Gian Giacomo Rousseau, la cui famosa teoria del contrattualismo non è appunto· che una derivazione di dottrine giusnaturalistiche. . Gli individui sono perfettamente liberi e perfettamente uguali, ma ad un certo momento si accordano per fondare uno Stato. Questo accordo ha una forza imperativa, e diventa una obbligazione morale perchè è fondato sul rispetto dei dìritti degli aJtri. .Basterebbe una semplice considerazione _ per snidare tutti i sofismi che si nascondono in una tale teoria. Se gli individui sono perfettamente liberi o perfettamente indipendenti, come ma.i da essi può nascere qualcosa che non è più libero, che non è più indipendente? · Eppure il così detto democraticismo, che bisogna distinguere dalla democrazia, propugna questa singolarissima tesi. Non vediamo ai nostri giorni i giornali di- diversi colori propugnare con accanimento · degno di migrior causa i diritti dell'individuo? E non si pensa. che la così detta uguaglianza degli individui in fondo in fon·do conduce alla così _detta au_tarchia·oppure al così detto g0centrismo. L'individuo, in .altri termini, come è stato osservato, diventa uno stato a sè, uno stato indipendente. Ora l'egocentrismo è senz'altro anarchia e quindi han ra'gione tutti coloro i quali ·af- ,, fermano che la libertà individuale conduce tlirettamente all'anarchia. Ma direte voi: come si può sostenere che la teoria ugualitaria è una teoria assurda, o fondamentalmente contradditoria? Non sappiamo tutti quanti che da natura abbiamo ricevuti diritti imprescrittibili, che • I - l'uguaglianza è qualche cosa· di necess~rio, che la liberta è l'aria che dobbiamo respirare, che la fr.aternità, è l'alimento, di cui assolutamente dobbiamo cibarci? Ora noi ammettiamo che la libertà, la fraternità, ecc. debbono esistere. 1 Ma la libertà e la fraternità nella teoria del diritto naturale diventano addirittura un assurdo. Che. cosa c'è infatti., diceva, un nostro- . pensatore, di .più stupido della liberta e· della fraternità attribui te ad una fila di fredde, lisce : ed uguali palle da bigliardo? Voi intendete tutta Cironia di questa interrogazione di uno· dei massimi scrittori nostri; anzi di uno dei nostri massimi pen- &atori. (1) Ammessa l'uguaglianza perfetta fra tutti gli individui, noi non possiamo attri_buire più a· questi individui nè la 'fr~ternità nè la libertà; perchè se gli individui costituiscono un mondo a sè,. un mondo indipendente, allora la fratern·ità non ha più senso. Bisogna dunque che noi risaliamo a qualche ·cosa altro, cioè a dire all'universalita che stringe o accomuna questi individui. · Che' cosa intendiamo dire quando affermiamo che dati gli individui cqme unità indipendenti, non possiamo spiegare nulla,- che per spiegare l'individualità stessa noi dobbiamo risalire a qualche cosa di più alto che compre_nda gli stessi individui, cioè alla: unità, alla universalità? Voi tutti dite che negli uo1nini c'è qualche cosa che I.i supera, -cioè la stessa umanità. Ora questa umanità che lega gli individui è nient'altro che .l'universalità. Ma la universalità non è qualche cosa di posteriore agli individui, ma ne è la sostanza viva, perenne. In altri termini noi non possiamo concepire assolutamente un individuo senza che ci riferiamo sempre a questa universalità, e però con essa noi dobbiamo fare i· conti. . Chiamatela pure umanità, stato, società, e allora, voi facilmente comprenderete tutto il significato del concetto che io qui voglio esprimere. Ora la società, lo stato, sono qualche cosa di posteriore agli individui oppure sono qualche cosa di anteriore agli stessi individui? Nè l'una nè l'altra cosa. Non sono anteriori agli individui perchè senza la società essi costituiscono una massa am,orfa, atomistica, materiale, cioè degli og- (1) CROCE, Elementidi Politica, Bari, Laterza, 1924. . . I ' . • • I •

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