Vita fraterna - anno II - n. 16-17-18 - 15 set.-15 ott. 1918

244 VITA FRATERNA SL~l comodino c'è una piccola fotografìia della ·madire. - Mamma, m,amma ! - ella semhra dirle singhiozzando, dovevi pur mandarmi a ·scuola quand'ero ba't11Jbina. Koretta ha ·preparato pun1tu,almente la _col•azione. - Signore, la Zl1ppa è pronta - arnnunzia con la sua voce 1111 po' rauca da la soglia. Ma Lad'elchi le risponde appena con un cenno brusco del capo. L'umile deferentza d'ella ragazza, ,e pressa in qiw:4a paro!;;. abituale - signore - e sottolineal-i:t dal tono deUa voce gli h~ dato per la prima volta uno strano maile sere. E' l·à quasi sdraiato nella poltrona, gli occhi assorti. -la fronte ,'.or.n1gata. - Sig110>re,la zuppa è ormai fredda .. Con un gesto nervoso della mano egli la congeda. A'lll-:he la braciola -s'è raffredidata e anche il caffè. Noretta tratto tratto s'<l!ccosta a_ l'uscio pler spi-are. Immobi·le sempre Lacllelchi, gli occhi a.ssorti, '1a fronte corrug_ata. Pensa egli forse ad un altro canto? Questa idea ma•ligna le ridà un briv·i,do d'orgasmo. Ma no. Ladelchi ha abbandonato Pegaso a' suoi pa,s·coli e piÌ:1 11011 µe,n,sa ai canti. Pensa invece a Lei, a Noretta, che s'è disperata. cli non caipi1·e. E an;::he a sè stesso pensa e caipisce molte cose che gli erano estrane:e. Quanti aJ)prezza1110-davv/c·no !,e sue poe. i,e? L'editore ne fa molte edizio,ni, ma ha questo fatto unia re<l!l,eimporfan•za? Ecco .riso,rgere un ricordo lontano, con un ben chiaro e nuovo significato. u·n critico autorevole in unia rivista accreditata l'·ha chiamato una volta:· « i•l poeta moderno». No1i. è forse questo il segrteto della sua fortun,a? · Sì, /e-erto. La gente compera i suoi libri perchè lui è il •poeta moderno. 1Gome sono moderne le automobili Fiat, le pianole Ce-· dlfa:n, la Viotetta •cli Pa,rma. Oh sì ! La gentie ,tal,vqlta non ha superato ila menta1Lità ,dieii1Babilonesi, ma è i1wasa tuittavia dal demone della modernità, Il libro d'un poeta moderno è assai cli buon gusto in un salotto deMa buona ·sociietà. Ma egli sperpera dunque così il suo i.ngegno? BibliotecaGino Bianco

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