Vita fraterna - anno II - n. 7 - 15 aprile 1918

PAGINETTE INTERNE Voci dei nostri morti. (Da un discorso tenuto al Circolo Nazionalista cli 11filano, prima dell'intervento) : « ..... Occorre che o gnnno <li noi respiri l'aria serena, tersa, sublime del sacrificio; occorre che ognuo cli noi abbia il tranquillo coraggio di dire: questa vita non mi appartiene più: è dell'Italia». « O morte beata che riscatti i popoli e le generazioni, che rendi sublime l'uomo, che macchi di sangue le bandiere di tutti gli ideali, di tutte le vittorie, di tutte le conquiste, di tutte le difese; o morte beata che porti l'aureola Slllla fronte e rechi la visione del supremo sacrificio, nel no1ne santo di chi ci vide nascere, della fanciµlla che ci ama, di tutti i figli d'Italia tabbracciati e commossi nella difesa del pa~sato e dell'avvenire, noi non ti temiamo. In alto i cuori. Se l'Italia ci chiede la vita, moriamo. (Da una lettera) : « La vita è un inferno! » Per me qnesta è una bestemmia ... L'esistenza è ciò che di più grande, di più sacro, di più terribile Dio t'ha dato; Egli t'ha messo dinanzi pochi anni dicendoti: « cammina, io ti giudicherò» e in cambio di un attimo vissuto tu stesso credi che Egli ti offra l'eternità, e hai il coraggio di considerare questa vita, così potente, c.ome una povera cosa miserabile che dobbiamo sopportare con rassegnazione? La vita di un uomo è sufficiente per redimere il mondo, e tu disprezzi una, simile vertiginosa grandezza? Questi p.overi giorni che molti trascinano come un ,peso doloroso, che getterebbero con gioia, possono diventare un capolavoro di bontà, di amore, di sorrisi. La vita non è nn mistero, non è una cosa strana di cui non si vede l.oscopo segreto: essa è un immenso dono che può divenire un canto d'epopea, un grido supremo di vittoria e di gioia divina. Basta essere buoni e forti, due cose che si possono conquistare. Specialmente la bontà io sono convinto che- si può raggiungere con una scuola vigorosa, energica, assidua, spietata verso se stessi. La vita è una cosa divina: gli uomini non' la comprendono, la schiacciano con tutto ciò che di più brutto il loro cuore contiene e non sanno e vogliono respingere, la sciupano accusando Dio di invia.re soltanto· del male. Dio è il bersaglio contro cui si appuntano tutte le frecce e le maledizioni degli nornini che hanno sbagliato; nella loro bestialità domandano: Com'è possibile che Dio permetta questo? e diventano atei. Essi hanno bisogno di amore, di frusta e di sputi. (Dalla Scuola Militare, 'I luglio 1915): Ormai il n1io animo ha raggiunto l'equilibrio: sono ip uqp stato di serenità penf:osa ~he non può essere tnrhata da nessl~ll BibliotecaGino Bianco

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