Vita fraterna - anno I - n. 7 - 10 luglio 1917

212 VITA FRATERNA provero, ma cocente, e premente ne viene: quello di non combattere abbastanza. Nonper quelli che sono là, sui limiti di fuoco, e che danno la vita - Ma per noi, nell'interno, questo rimprovero. Non si combatte abbastanza qui, nell'interno, il nemico esterno, che ancora, per incoscienza o per tradimento, si lascia serpeggiare piìt o meno latente; non si combatte abbastanza il nemico interno, che poi coll'esterno si identifica poichè la causa di quello, sapendolo o no, sostiene, - o non avversa. E non si tratta· soltanto del tradimento conscio, innominabile, quasi inconcepibile. - Spesso il nemico interno che si lascia esistere, che non si com– batte abbastanza, è in noi medesimi. Nella nostra indulgenza, che per pigrizia si veste di benignità, corriva ali' insulsaggine; o che riveste l' interesse e l'egoismo, e che arriva alla colpa. È questione di gradazioni infinitesime, - ma capaci di abolire quella netta linea che divide l'ombra dalla luce, e di precipitarci nel limbo; se non, di là, oltre, - nelle tenebre ...... Al tradimento; tradi– mento della giustizia, ch'è stato affidato alle nostre mani di difendere, - della patria che è nostro dovere e onore di arricchire moralmente e innalzare, - dei fratelli nostri che combattono, nostro amore, no– stro bene, e che noi colpiamo nella schiena, o a cui lasciamo la de– solazione del vuoto dietro e dell'abbandono ..... No I - Dobbiamo combattere I Dalla piccola miseria nostra indi– viduale, alle grandi ignavie e insipienze di governanti, con ogni forza nostra, con ogni possibilità, con tutto il fervore. E' il fervore che si chiede, non l'odio -- è l'amore. Un grande amore per i fratelli nostri italiani e alleati, per i fra– telli caduti, che non sia vano il loro sagrificio, per i fratelli combat– tenti, che non sia abbattuto l'animo loro, ma sorretto, vivificato, so– spinto nella gioia del consenso nostro, della nostra collaborazione, del nostro eguale sagrificio. Un grande amore per la nostra patria, nostra madre e nostra figlia, che chiede a noi la sua vita: la sua vita rinnovata, degna e certa, - non quale fu sin qui da anni, dubbia e servile e dipendente, -- ma libera, regale e reale, di tutto il suo popolo, di tutte le sue fib- bre, di tutto il suo spirito. · Un grande amore per la giustizia e la causa della luce, di cui Pio çi ha m~sso in mano le armi, e clJe tutta l'umanità invoca fre- BibliotecaGino Bianco

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