Vita fraterna - anno I - n. 7 - 10 luglio 1917

VITA FRATERNA 237 Fra lettori e lettrici IN RISPOSTA AL QUESITO SUL COMPITO SOCIALE DELLA DONNA DOPO LA GUERRA. Nessuno vorrà negare che all'educazione sentimentale od empirica anzichè razionale e largamente pratica e fattiva della donna (familiare, nazionale e sociale che sia), venga tuttora fatto troppo posto, e cioè esclusivo in Italia e altrove. Si potrà quindi facilmente riconoscere che, a beneficio non solo della donna, ma del paese e della società in genere, convenga veramente favorire un altro indirizzo in questo campo per mezzo di una « disciplina mentale e legale ferma e salda che occorrerà d'ora innanzi alla donna, come già agli uomini, affinchè lo Stato fiorisca» (1) ed io aggiungerò: -perchè essa possa efficace– mente e in modo indubbio contribuirvi. Questo per me, non significherà che la donna debba o possa d'ora innanzi sbarazzarsi totalmente di quella gentile « femminilità profetica e misteriosa », di quell'intuito profondo, di quel fascino sug– gestivo che forma la sua prerogativa, il suo pregio ed il suo vanto, ma debba, se vuol arrivare e presto alla meta come ad una perfetta considerazione per parte altrui, aggiungervi altre qualità, ora a torto giudicate di esclusiva pertinenza e necessità maschile, per applicarle e· giovarsene in qualsiasi contingenza della sempre più intricata e complessa vita moderna, della realtà, in una parola. Per questo essa non dovrà sostenere solo una lotta esterna, ma ancora più spesso in– terna contro ogni sorta di allucinanti miraggi, richiami del passato e dubbi sul presente. A chi di questa necessità sia conscio, incombe dunque d' impor– sela fin d'ora in tutti i modi e a tutti i costi quella tal disciplina; di non smarrirsi nel dedalo di idee e teorie rimesse in fusione e confu- (1) Dott. Labriola in un recente articolo di rivista . . . . . la guerra iì.nirà quando gli Alleati avranno conseguito tutti gli scopi che si sono prefì.ssi quan– do raccolsero la sfi.da lanciata dalla Gern1ania alla civiltà. Ma se la guerra .i.nisce una sola ora pri– ma, la pace sarà il più tre1nendo disastro che ab– bia colpito l'umanità. Glascow 1 30 giug11,9 1917. LLOYD GEORGE, Biblioteca Gino Bianco

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