Vita fraterna - anno I - n. 7 - 10 luglio 1917

228 VlTA FRATER A nava. I suoi genitori, è vero, non erano dello stesso stampo di -Mr. Burton e non vi era stata insistenza tirannica in quel caso. Ma la persuasione morale non era certamente mancata. E la volontà di. sua sorella aveva gradatamente finito per cedervi, l'aveva indotta a spo sarsi come volevano. Non ne era risultato nulla di disastroso, in fondo, ma a Pelham che amava sua sorella aveva spesso fatto. pena una certa irrequietezza mista a un certo abbattimento che l'avevano contrassegnata per molti anni. Questo, lo vedeva ora, era quello che sarebbe accaduto a Clare. Ma la piccola creatura era invece insorta - aiutata, com'essa diceva, dalle nuove forze dell'ultimo decennio - e una donna di un'epoca antecedente era venuta - per· così dire - a colmare le lacune, a sostenere e rendere possibile la sua 'rivolta. Era dunque questo ciò che significava il « movimento femmini– sta»? Vi era dunque proprio una nuova solidarietà come un nuovo coraggio fra le donne? Maimie lo aveva detto più volte: ma egli aveva avuto bisogno di vederlo prima di credervi. Se era vero, era però una cosa tremenda. Pelham non aveva mai riposto molta fiducia nel suffragio per se stesso. Era dispostissimo a ciò che questo venisse concesso alle donne sulla traccia delle idee conservatrici, - non penJ sava che avrebbe fatto gran che e, come molti altri uomini, aveva creduto che le donne che lo desideravano inseguissero in gran parte un miraggio. Ma ora sentiva che questo suo modo di vedere era un po' scosso. Se vi erano forze così vitali. in attesa di usare di quello strumento, allora, come nel caso di rottura di leggi, il problema ri– chiedeva una nuova e diversa interpretazione. Ma per il momento mise in disparte questo problema con un punto d'interrogazione. Ciò che lo interessava ora soprattutto era il caso di rivoluzione domestica che gli era caduto sott'occhio, questa rivoluzione occulta cori tutto ciò che potrebbe derivarne. Si rese naturalmente conto subito che ciò toccava il problema morale e si trovò per la prima volta a considerare il problema mo– rale della donna moderna non tanto per compiangerla, come aveva usato fare sino allora, quanto per porsi il quesito di vasta portata su ciò che tutto questo potrebbe significare per gli uomini. Supponendo fosse vero che la nuova generazione di donne oneste non si sposasse così facilmente e compiacèntemente come aveva fatto quella prece– dente? Vi sarebbe sempre naturalmente l'altra classe. Ma gli uomini che si contentavano di vivere irregolarmente per propria scelta, si contenterebbero ugualmente quando la scelta non dipende·sse più da oro? Si avvicinava forse il giorno in cui certe donne potrebbero e BibliotecaGino Bianco

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