Vita fraterna - anno I - n. 7 - 10 luglio 1917

218 VITA FRATERNA e Vi benedico per tutto quello che avete fatto per ~e » mormorò il morente, articolando a mala pena. « Vado dal Padre .... Un giorno .... un giorno .... » Egli non potè finire. Ma i due avevano inteso. ,II re– spiro irregolare si franse, si perdette, cessò. Gilardi rimaneva immobile, al suo posto, e grosse lagrime, caden– do, si mescolavano al sangue della sua ferita. Il medico chiuse pia– mente gli ochì sul morto. Una gran luce pareva emanare dal viso immobile. « Lo rivedremo > diss'egli infine, lentamente, con solennità. Sentì che da quel momento una vita nuova incominciava per la sua anima. Gilardi assentì. Un'onda gli saliva dal cuore. Era dolore e amore. Era lddio. SOFIA V AGGI REBUSCHINI. IN TRAM Il tram corre veloce, a sbalzi in una via elegante della Milano nuova. Mi son raccolta in un angolo e guardo fuori il gocciare della pioggia in questa triste giornata di primavera. Ma la mia attenzione viene attratta da due signore. eleganti (troppo eleganti) che parlano di fronte a me di corse, di toilettes, di cappellini. Le osservo con stu– pore: non sono più tanto giovani e hanno ricorso a sapienti arti per rifarsi viso e capelli. 11tram s'arresta. Un'imponente signora con una più imponente profusione di gioielli siede accanto a me. Da una bor– setta in maglie d'oro estrae i due soldi del tram. Osserva con occhi da conoscitrice le due eleganti vicine che chiacchierano e ridono, ri– dono in modo quasi esasperante per me. I miei occhi si allargano dallo stupore nel sentire le chiacchiere vane mentre il cuore mi si stringe dolorosamente. A poco, a poco (sono rare combinazioni) il tram si riempie di nuove .... maschere. Respiro un odore di gardenia acutissimo. « Capirai » dice una signora ad un'amica, « ho proprio dovuto cambiar sarta perchè la mia, da quando le è morto il figlio in guerra, non ha più gusto. » - Scendo con un senso di stordimento e penso con fraterno amore a quella madre che non ha più gusto da che il suo unico bene (forse) è morto in guerra per difendere noi che vi– viamo nelle retrovie! Un senso di santa ribellione m'invade l'anima, e un senso di più profondo amore verso i nostri soldati. Di più fra– terno amore e di più fraterno dolore .... e l'anima dolorante raccolta su sè stessa manda un'accesa preghiera perchè tutti, tutti, oh ! Dio, si viva coscienti queste ore gloriose, di enormi, sublimi, oscuri sacri– fici queste ore tragiche e divine di profondo rinnovamento. Milano, maggio 1917. CENERE. BibliotecaGino Bianco

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