Vita fraterna - anno I - n. 6 - 10 giugno 1917
208 VITA FRATERNA Fra lettori e lettrici RISPOSTE AL QUESITO SUL COMPITO SOCIALE DELLA DONNA DOPO LA GUERRA. Io sono convinto che l'opera della donna deve procedere con– corde con l'opera dell'uomo nel divenire dell'umanità; par inter pares - essa deve essere. Non credo sia ora definibile esattamente il la– voro che dovrà fare; essa dovrà con la sua opera di madre educando . rettamente i figli, di moglie consigliando il marito; di sorella, di fi– glia, di mae5tra, di cittadina partecipando alla decisione di tutte le questioni in cui la sua qualità di ente umano con tutti i s.uoi diritti e doveri le dà il sacrosanto diritto di metter consiglio - dovrà, dico, concorrere al rinascere di una società novella sulle sanguinose rovine di un edificio ormai crollato. Dr V. B. Fare! INFERMIERE! INFERMIERE! INFERMIERE! Amiche! la nostra meravigliosa ripresa di avanzata ha pure una ripercussione di glorioso dolore. Dal fronte alle retrovie, ali' interno arrivano, arrivano ogni giorno i lunghi, lenti treni di feriti, e gli ospe– dali si riempiono dei nostri vittoriosi doloranti. - Nuovi ospedali si sono aperti per accoglierli - gli ospedali già esistenti hanno aumen– tato il numero dei loro letti; - ma, intanto, molti medici son dovuti partire per il fronte, dove ne è cresciuta la richiesta. - Più che mai vi è bisogno che il medico sia coadiuvato dall'opera attenta, intelli– gente e disciplinata dell' Intermiera, - più che mai vi è bisogno di Infermiere accanto ai nostri feriti, per accoglierli, assisterli, servirli, confortarli, - e più che mai è dovere dell' Italia far sentire a questi suoi forti figlioli che le ritornano abbattuti da tanto sacrificio fa sua riconoscenza: noi, Infermiere Volontarie di guerra, siamo le interpreti attive di questa riconoscenza, noi dobbiamo far sentir loro che do– vunque arrivino a riposarsi dalle gloriose e strazianti fatiche - sian · pur lontani il paese e la casa loro - sono accolti non come scono– sciuti, ma come carissimi fratelli e figlioli dalle donne d' Italia! - Ma siamo poche, troppo poche, in confronto all'immenso bisogno! Occorrono Infermiere, Infermiere, Infermiere! Chi non è ancora tale, finora, - faccia un esame del proprio tempo e dei propri impe– gni, - veda se non può ridurli così da trovar posto per qualche ora di servizio in ospedale. Molte di quelle che erano troppo giovani per il pietoso ufficio all' inizio della guerra, ora devono sentirsi pronte. All'aumento meraviglioso dello sforzo e del sacrificio dei nostri soldati - deve corrispondere un forte, generoso accrescimento della schiera delle Infermiere Volontarie. TIPO-LIT. R1P~LTA - MILANO Gere1tle responsabile Ll.JIGI MMOCCI-H. BibliotecaGino Bianco
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