Vita fraterna - anno I - n. 6 - 10 giugno 1917

VITA FRATERNA 203 UNA MADRE ITALIANA .. (Pubblichiamo questa lettera di una madre 'italiana, scrittaci da Torino dove ella, vedova, aveva seguito il figlio unico che vi terminava 1! corso di ufficiale di complemento in Accademia. E' una bella ttsti– monianza di italianità femminile viva e forte). Torino, 21-10. 1916. . . . . Ho tanto bisogno di guardare il cielo e di attingere sere- nità! Ho un gelo in cuore, eppure sorrido al mio C ...... ; perchè turbare tanta serenità che ha in sè qualche cosa di sublime? Davanti a mio figlio non oso avere un solo pensiero meschino. Quanta sere– nità nel sacrificio di tutta questa balda gioventù. Ieri, alla stazione, li ammiravo; tutti allegri, forti; no, non van::.o alla morte quei giovani pieni di vita ; chi lo può dire davanti a tanta allegria? Non uno era accasciato. Eppure ieri sera io mi sono coricata così male, con una battaglia in cuore, che mi si è calmata solo leggendo qualche brano delle lette– re del sig. Marabelli ( 1). Perchè? Lascino che mi sfoghi : ero salita alla pensione per salutare gli altri pensionanti conosciuti nei due mesi. Una signora napoletana, che è qui per stare col figlio durante il corso. mi dichiarava che suo figlio non ha nessun entusiasmo, e che ella ne è ben felice, e che l' ha messo al sicuro .... Davanti alle mie dichiarazioni affatto contrarie, ma non spavalde, cioè eh' io avevo lasciato mio figlio libero nelle sue aspirazioni gene– rose e che lo ammiravo e che mi sentivo fiera di lui, mi son dovuta sentir rispondere che, o le mie idee non erano sincere, oppure io non ero madre I Io non son madre! A parere di questa signora- e di molte altre, esser madre forse significa allevare i figli nella mollezza, senza il concetto di ciò che deve essere l'uomo, senza il sentimento del do– vere ; essere madre per loro significa nascondere i ·propri figli ed ab– bassarli a tutte le vigliaccherie. Come ho risposto non ricordo, ma mi ricordo che il cuore mi bat– teva a rompersi pel dolore e la vergogna ; la vergogna di vedere queste italiane che si fanno vedere così vigliacche dalle straniere. Ma io l'ho dichiarato a voce alta che per fortuna abbiamo più eroi che vili, che il nostro esercito dimostra ogni giorno quanto valore c'è nella nostra gioventù ; ed ho promesso di portare l'ultimo giornale di Voci Amiche perchè leggano che cosa scrivono i nostri soldati là in faccia alla morte. E' una riparazione eh' io mi sento in dovere di fare, perchè quelle mamme di pasta frolla insultano tutte le altre disgra– ziate che colla morte in cuore hanno incoraggiato i loro partenti ! Ho reagito con tutta la mia forza ieri sera, ed ho sentito quella te– desca ( 2 ) darmi ragione! Ma m'è rimasto un amaro in cuore! M'hanno detto eh' io dovevo aspettare a mandar C ...... a quest'ultimo corso, che almeno avrebbe guadagnato tre mesi; e mi domando come a que– ste donne non sorge mai davanti la visione orrenda di tanti e tanti giovani che si sono sacrificati gloriosamente. Dunque queste anime (1) Pubblicate in Voci Amiche. - t2J La padrona della pensione. BibliotecaGino Bianco

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