Vita fraterna - anno I - n. 6 - 10 giugno 1917
VITA FRATERNA 185 « Lo rintuzzi lei facendo il suo dovere .• gli urlò su la faccia il caporale esasperato. E con l'impazienza di chi troppo ha già pazientato uscì, mentre un coro di voci diverse commentava la sua apostrofe virile. Respirò a pieni polmoni l'aria diaccia della via. E sostando tratto tratto per scaricare in un convulso l'elettricità accumulata nei nervi, s'avviò a la stazione. Sedette tra donne· e bimbi assonnati sovra una panca della sala d'aspetto. Ma era troppo agitato. Andò a passeggiare nell'atrio. E per distrarsi intraprese pazientemente la lettura dei nu– merosi manifesti affissi a le pareti. Ma non afferrò una parola. « Tu qui Leone! » tuono ad un tratto una voce accanto a lui. Sussultò e si volse. Un giovane erculeo con una faccia melensa e stupida gli porgeva la mano. Era imbottito da una ricca pelliccia Sul braccio sinistro una serica benda spiegava i tre fatidici colori. Leone stordito da quell'inatteso incontro gli porse macchinalmente la mano, e brontolò qualche parola, che parve un grugnito. « Ti ho saputo riconoscere anche così, Leone l> vantava l'altro con enfasi. " Sapevo, sapevo .... È stata una pallottola? » Il caporale affermò con il capo. « Ed ora torni a casa congedato? l> « Sì. » « È una bella fortuna. Intelligente quella pallottola! Ti ha salvato la vita. l> Una smorfia di disgusto contrasse vicino a la bocca l'espressione del mutilato. Volle protestare. Ma la lunga consuetudine di sommissione a quel signore l'impacciava ancora, paralizzandolo quasi con una goffa pru– denza. - Era il padrone de' fondi ch'egli lavorava a mezzadria, ricco a milioni, ozioso per tradizione e beli' imbusto di mestiere. « Lei che cosa fa? • chiese finalmente, quasi la lingua avesse forzato il laccio della prudenza, più risentito che deferente. e Faccio proiettili in un grande stabilimento. » rispose l'altro con un lampo di furbizia negli occhi. Leone lo guardò come avrebbe guardato un cane che gli avesse rivolto la parola. Poi con un sorriso non più ironico che compassio– nevole esclamò: « Ah, è imboscato anche lei ! » E gli volse le spalle. Udi un breve grugnito nel quale gli parve distinguere l'attributo « mascalzone ». Ma non si turbò affatto. Poco dopo nell'oscura solitudine dello scompartimento immaginò il suo padrone in camice azzurro a la manovra d'un torno. E gli parve BibliotecaGino Bianco
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