Vita fraterna - anno I - n. 5 - 10 maggio 1917
VlTA FRATERNA 143 torno lo sguardo come per orientarsi, poi s'avventurò risolutamente al letto N. 115. Il seguito si ricompose con aria devota. Leqne Bo– nafede ebbe l'impressione che un fato grave incombesse su l'umile sua persona. Che volevano da lui? Il duce raggi unse il suo capezzale, gli altri pacatamente s' ordi– narono intorno al letto. Leone soggiacque ad un incubo subitaneo. L'occhio superstite s'appannò e gli parve di vedere attraverso una nebbia vorticosa il bianco corteo genuflettersi. E credette di udire un coro di lugubri litanee. - Moriva?! ... Si egli moriva e intorno a lui i sacerdoti in cotta gli spianavano la via del Purgatorio. • Forse la palla era entrata nel cervello. Ecco, ora sentiva una fitta dolorosa vicino a la nuca. Non c'era più speranza. Morire! Morire!. .. Al suo orecchio il coro "insistente, quasi con impazienza ripeteva: '' Intercedepro eo... intercedepro eo... ,·, Sentì un brivido freddo correre dalle spali~ gitt giù per il corpo. La morte. Una mano gli afferrò un braccio, scuotendolo. Sussultò. Per la trasparenza perlacea di una lacrima vide un volto severo, due occhi arcigni intenti su di lui. « Caporale Leone Bonafede !... Siete voi il caporale Bonafede ?... » Trasognato, con uno sforzo, drizzò un poco il collo. « Bonafede si, ... sono io, ... Leone Bonafede ... caporale, eccomi. .. » E lasciò ricadere il capo sul guanciale come se quella fatica l' a- vesse esaurito. Il duce fece un cenno: il seguito gli si strinse attorno. « Dove siete stato ferito? » « A quota 150. > « La pallottola v'è entrata nell'occhio? » « Signor sì, nell' occhio. » Usò meccanicamente quell'affermazione composta, ma ascoltan– dola se ne chiese la ragione. Era un ufficiale colui che l'interrogava? Nessun indizio di grado appariva ed il suo portamento non differìva da quello dei componenti il seguito. Tuttavia l'evidente sommissione degli altri giustificava il suo spontaneo riconoscimento di autorità. Credette così opportuno di riconfermarlo nelle successive risposte. « Soffrite molto? » « Signor no. » Ad un cenno colui che reggeva la cartella si fè innanzi e lo se– guirono i portatori della penna e dell'inchiostro. li primo accolse dalla BibliotecaGino Bianco
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