Vita fraterna - anno I - n. 5 - 10 maggio 1917
140 VITA FRATERNA Rise. Risero anche gli altri. « Còmpagnia? » « Seconda. » « Distretto ? » « Varese. » « Va bene. Puoi andare. Presentati alla sezione di sanità. -. Il ferito salutò con fierezza ed uscì. Dall'imbottitura candida e– mergevano un occhio, l'apice del naso e la bocca. Prese un camminamento tortuoso che solcava il declivio della . collina. Seguì per quasi un chilomet~o il•margine di un piccolo lago. La sezione di sanità era nella chiesa di un paesino devastato. Lo pigiarono con altri feriti in una carrozza-ambulanza. Un. magnifico chiaro di luna. Sulla strada agguati ininterrotti d' ombre paurose. , :;: * * , Giunse dopo qualche tempo ad un ospedale. Un grande edificio in un giardino folto di alberi annosi. Un graduato della sanità I' ac– compagnò in un camerone del secondo piano. - Penombra. Due file di letti uguali. Gli assegnò il N. 115. Fantasticò per molte ore. - Ritornare a casa senza un' occhio. Come l'avrebbe accolto la sua Lisa? Che gli avrebbero detto i suoi bimbi ? Una disgrazia, è vero, ma in guerra ne accadono di ben più gravi. Il cappellano aveva ragione. E aveva ragione. anche il medico. Brava gente. Piena di cuore. Un occhio basta per vedere, per lavo– rare. Due in fondo sono di troppo-. Certo che se avesse avuto dieci anni meno... Sì, allora sarebbe stata un'altra cosa. Non aveva preso mo6 lie ancora. E forse la sua Lisa ... Chi sa? ... Per qualche ora s'ostinò in quel dubbio ozioso ed inutile. Che importava ora? Da dieci anni erano marito e moglie e s'eran voluti sempre molto bene. Eppure quel dubbio lo torturava. Ma allora non era sincero, non era profondo tutto il bene... No, no, ciò non poteva essere. Le sue fantasticherie erano cattive, le fa– cevano torto. E facevano torto anche a lui. Sentiva che s' ella fosse stata accanto al suo letto l'avrebbe subito acqu½tato con una parola di rimprovero, di risentimento. Oh sì, ecco, BibliotecaGino Bianco
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