Vita fraterna - anno I - n. 5 - 10 maggio 1917

164 VITA FRATERNA Lo stesso ragio1iamento può essere ripetuto ~ proposito della ca- .pacità intellettiva della donna. Anzi in· questo campo, non solo non si può dimostrare la mancanza della potenzialità virtuale, ma neppure si può negare la potenza intellettiva in atto, della donna di cui troppi esempi si hanno. In conclusione, il paragone fatto traendo elementi dalla vita co– mune - la popolazione femminile delle campagne e delle montagne; e la schiera delle donne intellettuali e dotte di tutto il mondo insegni - non ci autorizza ad affermare dimostrata la inferiorità assoluta della donna. E ciò rende ben comprensibile quello che abbiamo sopra chia– mato uno stato di crisi spirituale nell'evoluzione dell'umanità, le cui manifestazioni noi indichiamo con il termine «femminismo». Esso in fatto non è che la conseguenza della incompatibilità ve– nutasi formando e lentamente aumentando, fra le tradizioni antiche che stabilivano la inferiorità della donna; e il fatto reale della non esistenza di tale inferiorità, fatto che si è reso ormai palese per la evoluzione dello spirito uman·o. - E -per quanto tenaci possano essere le tradizioni, per quanto forti gli interessi che le sostengono, per quanto salde le basi della soçietà su di esse fondate, l'esito di questa lotta non può essere dubbio: il diritto della donna al posto che le compete nella società dovrà trionfare ineluttabilmente, per forza delle stesse leggi eterne ed infrangiblli che regolano il divenire umano. Nè è difficile il prevedere quale sarà l'esito finale di questa crisi - quando si consideri come l'uomo e la donna non sono due entità uguali di· specie e diverse di grado o di dignità, ma invece sono due entità essenzialmente diverse sia dal lato_fisico che dal lato spirituale, entità diverse ma non antitetiche, bensì integrantesi a vi– cenda. Questa è la ragione per cui non è possibile i! paragone fra di esse; e false sono ugualmente le conclusioni che l'uomo sia: supe– riore, perfettamente uguale, o inferiore alla donna. Il giorno in cui sia l'uno che l'altra potranno svolgere liberamente le loro energie, in quel– l'ambiente e in quel grado che a ciascuno si conviene, le attività loro no_navranno più nulla che sia in co-ntrasto, ma anzi si integreranno nell'opera comune per il bene dell'umanità. Quel giorno, pur troppo ancora lontano, la crisi sarà risolta, e il femminismo cesserà di per sè di esistere, dopo di aver infranto tutti gli ostacoli che Ia società prima di trasformarsi, sarà venuta opponendogli. BibliotecaGinoBia·nco

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