Vita fraterna - anno I - n. 5 - 10 maggio 1917

156 VITA FRATERNA viso ovale, da cui guardavano due grandi occhi, scuri e ancor pieni di vita e di fuoco, per quanto velati da un'ombra di mestizia che solo di quando in quando dissipava il lampo d' un sorriso singolarmente dolce. Da quel viso pieno di tristezza contenuta, come in genere dalla bella figura sigtiorile, emanava poi un senso di particolare dignità. Margaret le aveva detto che quando viveva ancora suo marito la Mar– chesa era stata come ambasciatrice presso due corti estere ed ora sembrava a Maimie che un po' di quella dignità mondana fosse unita e forse completasse la sua dignità innata ed ora prevalentemente_ di carattere spirituale. In ogni modo e quali che ne fossero le cause essa contemplava la donna dinnanzi a sè con quell' assoluta compiacenza . che ci dà un essere il quale ci soddisfi tanto esteticamente quanto moralmente e, forse a sua insaputa, lasciò trapelare qualcosa di que– sta sua sincera ammirazione, giacchè la Marchesa rispose al suo sguardo con un nuovo sorriso e prima di rilasciare la mano che te– neva nella sua, le diede una piccola stretta amichevole. « Credo che noi due faremo amicizia! » disse - e poi, siccome un altro dei suoi ospiti le parlava, dovette voltarsi per rispondergli, e Maimie fu libera di osservare gli altri membri della compagnia. Era già preparata fino ad un certo punto a ciò che vedeva, per– chè Margaret le aveva già detto che le riunioni che si tenevano ogni sabato in casa della Marchesa Vltali non erano le.solite riunioni mon– dane, ma che vi convenivano persone scelte che si riunivano ad uno scopo ben determinato, quello cioè di studiare e discutere di misti– cismo. Le signore che di solito v'intervenivano erano per lo più della stessa classe della Marchesa, le aveva detto Margaret, e Maimie dif– fatti, guardandosi in giro, potè constatare che delle dodici o quattor– dici presenti quella sera, dieci appartenevano evidentemente all'aristo– crazia. Fra i sei o sette uomini invece che completavano la compagnia, notò una maggiore varietà - due erano giovani sui vent'anni e po– tevano essere studenti d'Università, altri tre sembravano professori, uno solo sembrava appartenere all'aristocrazia, mentre il settimo por– tava la veste talare. Quest'ultima figura attrasse specialmente l' attenzione di Maimie, - sapeva che doveva essere Padre Melloni, il famoso modernista del quale Margaret le aveva tanto parlato. Così pure sapeva che in que– ste riunioni Padre Melloni soleva tenere un'allocuzione su qualche aspetto speciale del n:iisticismo, che durava generalmente mezz'ora, per poi alla fine invitare ad una discussione dell'argomento trattato. Margaret le aveva detto che· tanto l'allocuzione quanto la discussione BibliotecaGino Bianco

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