Vita fraterna - anno I - n. 5 - 10 maggio 1917
118 VITA FRATER. A L'apostrofe del tribuno emiliano rifischiò al suo orecchio pene– trata di nuovo sarcasmo. Un avvocato piantone di camera!.. .. Il suo volto sotto l'imbotti– tura si con trasse in una smorfia di disgusto. Quel sottotenente di milizia territoriale era morto in un'avanzata e molti co:ne lui non più giovani erano certo caduti altrove. E tutti forse avevano lasciato degli orfani a piangere. La sua paternità suscitò per tutte le vene un ♦remito di ribellione. Gli parve che la sua anima tanto s· allargasse da contenere tutte le anime dei padri sacrificati ingiustamente. E capì che s'era accesa e ardeva iu lui una passione che non era odio, ma profondo amore. « Un avvocato! » mormorò macchinalmente con esasperazione. « Sono cose dell'altro mondo ». Poi pensò: « ci saranno anche inge– gneri, professori, notai, ragionieri.. .. » Nella sua fantasia sfilarono in processione tutti i rappresentanti di tutte le professioni intellettuali, faticosamente curvi su di un vaso da notte. Ma fu questa una grottesca divagazione di pochi istanti. L' avvo– cato rientrando converse nella singolarità concreta della sua persona l'attenzione dispersa in numerosi fantasmi. Un' idea subitanea, penetrata d' innocente cattiveria, balenò nel cervello di Leone Bonafede. E parve attraversare tutto il suo essere in un fremito d'impaziente vendetta. Drizzò un poco il capo e chiélmò: « Piantone. » Poi che questi si volse a guardarlo interrogativamente gli fece cenno d'accostarsi con la mano. « Che cosa volete? » chiese il piantone con asprezza. « Portami un bicchiere d'acqua. Ho sete. » L'altro, punto dall'insolito · e inatteso tono autoritario rispose sgarbato: « Non ho tempo da perdere,» e s'allontanò di qualche passo. Il caporale scattò a seder.e sul letto. « Piantone, fermati ! » gridò, e imperiosamente soggiunse: « Ti ordino di portarmi un bic– chiere d'acqua.» L'altro uscì senza volgersi, alzando le spalle. Gli infermi si drizzarono hitti a guardare il coraggioso. E un coro di favorevoli commenti salutò il gesto di Leone Bonafede. « Bravo. » « Hai fatto bene. » « E' un superbiaccio. » « Bisogna insegnargli a vivere. » Ma il suo vicino di letto si credette in dovere d' ammonirlo con una esclamazione larga di sottintesi. BibriolecaGino Biar.1co
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