Vita fraterna - anno I - n. 4 - 10 aprile 1917
VITA FRATERNA 7 * * * Quando tornò, il soldato austriaco e il cane erano immersi in· un sonno così profondo che non si destarono nemmeno mentre papà Michele andava e veniva facendo intorno a loro tutti i suoi prepa– rativi._ L' austriaco si destò però quando il vecchio, avendo · tutto pronto, si chinò sul cane chiamandolo: « Avanti, signore I venga, signore ! E servito, signore I » Parla al cane chiamandolo « Signore ! » Ed ecco che lo prende tra le braccia, e lo porta sulla tavola ben preparata, davanti a una bella fetta di carne ben arrostita, e gli dice: « mangiate dunque, Signore! » . L' austrìaco, ancora intontito dal sonno, crede di sognare: ma il profumo della grossa cotoletta è ben reale, e attira la sua gola di affamato... Forse il vecchio è diventato matto? II Che fate? Grida al suo ospite : 11 cane mangerà tutto - io crepo di fame... » e fa per alzarsi... ma si accorge allora di essere solidamente legato alla seggiola! l l E capisce.. « Cane di italiano ! » esclama, cercando di svincolarsi : ma è troppo debole, non può, e deve restare lì, spettatore, mentre il vecchio sembra non ricordarsi neppure di lui, e continua a dire: « Vi piace, signore, il vostro pranzo? Desiderate ancor questo, signore? Mangiate, signore I mangiate tutto.» Quando il cane ha tutto divorato, il vecchio si volta ali' austriaco e gli dice: II Non posso soffrire i cani. Ma questa mia avversione è– niente in confronto di quella che provo per la tua razza! » - L' au– striaco non risponde, e guarda il cane che si lecca i baffi... - Allora iI vecchio spalanca la porta, prende il fucile, slega il suo prigioniero, - e quello esce difilato senza parlare, come un vinto, dietro al suo cane che trotterella allegro. Quando l'austriaco fu sulla strada, il vecchio che lo guardava dalia finestra lo vide a un tratto accorgersi della sua tasca staordi– nariamente gonfia, portarvi la mano, cavarne un pacchetto che esa– minò con viva sorpresa, e toglierne poi la· pagnotta piena di carne che il vecchio stesso vi aveva messa! L'austriaco gettò uno sguardo sbalordìto verso la casa, - e poi si allontanò divorandosi la sua pagnotta. Il vecchio Michele diede in una risata, ed esclamò: • Mangia, mangia, disgraziato! Tanto e tanto siamo noi i più forti, - e voi sarete vinti. » Pochi giorni dopo infatti nella sua casetta arrivavano i soldati italiani vincitori e festeggiatissimi dal vecchio Michele. Biblioteca Gino Bianco
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