Vita fraterna - anno I - n. 4 - 10 aprile 1917
6 VITA FRATERNA LAVENDETTA DELVECCHIO MICHELE In una campagna del trentino, poco lontano dalla frontiera ita– liana, abitava un vecchio chiamato Michele. Egli aveva un tale odio per i cani che era noto per molti chilometri in giro. Non era un capriccio: molti anni prima un suo bel nipotino era stato morsicato tla cane arrabbiato e ne era morto tra dolori atroci. Da allora era sorto e cresceva l'odio di Papà Michele per i cani. Ogni volta che egli vedeva un rappresentante di quella razza dete– stata avvicinarsi alla sua casa, imbracciava il fucile che teneva sempre a portata di mano, e si preparava a stender morto il malcapitato se avesse osato ~ntrare dalla sua porta. Al cancello del suo giardino era sospeso un cartello su cui era scritto: « È severamente proibito di entrare qui con dei cani. > La guerra scoppiò. Un giorno, uno dei primi giorni della lotta, ancor prima che quel paesetto fosse ripreso dagli italiani, egli vide un soldato austriaco, seguito da un cane, trascinarsi verso la casa. Tutti e due parevano estenuati di fatica e di fame. Si fermarono davanti al cancello del giardino. L'uomo lesse il famoso cartello, esitò, ma finì per entrare, non essendoci altre case verso cui avviarsi là intorno. Papà Michele armò il fucile, e mirò, non so se il cane o il suo padrone. Ma subito lo depose, con un sorriso. Per pietà forse dello stato di debolezza in cui appariva quel soldato, disperso, solo senz'armi, lacero e sudicio? Papà Michele guardava e sorrideva maliziosamente. Gli mosse incontro, lo invitò ad entrare. L'austriaco voleva im– pedire al suo cane di entrare tirandogli un calcio; ma il vecchio glielo impedì. « Credevo ... disse l'austriaco accennando al cartello che aveva letto. » « Ah, si I - interruppe Michele - ma questo povero cane muore di fame, » e, rivolto al cane : « entra, mio prode ! non temere. » « Ma lo chiamate prode? un cane? » « Perchè no? Non ho forse l'onore di parlare a un cane austriaco?» Il cane, entrato in casa, si sdraiò su una stuoia davanti al camino acceso, e si addormentò profondamente. e Fate come lui » disse Mi– chele al soldato austriaco. « Riposatevi in quel s~olone mentre io vado a comperarvi di che prepararvi un po' di colazione. » BibliotecaGino Bianco
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