Vita fraterna - anno I - n. 4 - 10 aprile 1917
116 VJTA FRATERNA della morte è più leggiera; » ed- io lo avevo sempi:e creduto esatto e grande, questo pensiero. Ma ora, mi pare che la realtà sia diversa. La montagna, quando l' uomo l'avvicini, non per qualche ora ma.per lunghi periodi, uccide la gioia. Uccide tutto quello che è lcggiero e agile nello spirito: richiama le cose eterne, avvicina all' immortalità. La rinuncia alle cose temporanee appare più facile e l'idea della morte diviene talmente commista coi nostri pensieri che essa sembra più lieve. · Ma è una leggerezza fatta di rinunzie e di sacrifici, di cui non si misura subito l' immensità. Quando si discende al piano e la vita dell~ natura riappare davanti a noi, allora il cumulo delle cose che abbiamo distrutte risorge più imperioso e ci sentiamo più che mai legati ad esse. Ci pare di aver distrutto solo perchè non conosce- . vamo il valore dei beni che· annullavamo; ogni fibra del nostro essere chiede « vita » ed anche il povero p.esco in fiore (1) tenta il rozzo alpino col suo fascino eterno. l\lla questo fiore mi ha detto tante cose del passato, mi ,ha get– tato negli occl)i un raggio di quella luce che ha illuminato la mia vita in questi due ultimi anni ed avrei voluto coglierlo ed offrirtelo in dono ... Io temo un poco la primavera. Essa ha troppi richiami alla vita, alla gioia, all'amore, e in questi tempi sono cose vietate ... ... Intanto, per incoraggiarmi alle lotte, fuori imperversa una ter– ribile bufera di vento e pioggia che pare vogli~rovinare ogni cosa. Povero pesco in fiore! » Un'altra pagina indimenticabile è quella in cui descrive una tor– menta alpina e il salvataggio di soldati travolti da una valanga. La vita di montagna non è dunque sempre un idillio, ahimè! Di ritorno alla baracca, con un ufficiale morto, Ernesto Begey riceve l' incarico di guardare nelle sue carte. E sfoglia la sua cor– rispondenza. « ••• La sorella gli scrive della madre malata, che pensa al fi– gliuolo; del nipotino che comincia a parlare e al ritorno del bravo alpino gli correrà incontro e gli griderà « ciao, zio Pep ». Povero bimbo! Un'altra cosa più grande è andata incontro allo zio, e nel- 1'ombra della morte il tuo balbettio non avrà risposta. Poi è dinanzi a me una dolce figura di donna che con umile af– fetto gli dice: ( Non ho più scopo di rubare dieci minuti sull'orario di ufficio, ora che non posso rima nere con te ... .,, BibliotecaGino Bianco
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