Vita fraterna - anno I - n. 3 - 10 marzo 1917

102 VITA FRATERNA valente su quello degli uomini validi, che dovr~nno_, le donne, adde– strarsi a percorrere con successo ~1o~te. del!e v1_ed1 lavo_ro_che .sen_,_ bravano dedicate all'uomo: mestieri, 1mp1egh1,profess10111scienti– fiche. Poi man mano che gli enormi vuoti provocati dalla strage si ridurra~no, la natura riprenderà il sopravvento, e le forze fattive della donna si orienteranno di nuovo verso la famiglia. Orientamento benedetto t desiderabile sopra ogni altro. Ma anche nella famiglia la donna dell'avvenire, come metallo passato nel crogiuolo della fatica e del dolore, porterà valori nuovi di esperienza, e soprattutto una co– scienza più alta, una tenerezza più pura e insieme più generosa. Guai se così non fosse! Per quelle che, come me, hanno già una famiglia e possono spe– rare di non vederla decimata dalla guerra, il più chiaro dovere sarà quello di continuare ad essere delle mogli amabili e delle mamme in– telligenti; ma non solo, chè sarebbe vergognosamente poco; si guar– deranno intorno, queste mogli amabili e queste mamme intelligenti, ed aiuteranno le opere di miglioramento sociale, antiche e nuove, anche a prezzo di sacrifici, meglio anzi se a prezzo di sacrifici. Le aiuteranno col denaro e con la prestazione personale, il più possibile; con la propaganda della simpatia e della fiducia quando non potranno al– trimenti. Inoltre toccherà a loro, cioè a noi, a noi che abbiamoveduto, tener viva e trasmettere quella fiamma di patriottismo che nella presente crisi imman~ si è dovuta quasi trarre dal nulla, tanto era l'elegante e detestabile scetticismo accumulatovi sopra dai filosofastri e dai gau- denti! A~IT.\ Z.\PPA P. B. COSCIENZA E DIGNITA' NAZIONALE Gemma Muggiani, la geniale direttrice della Coloniafelict per bambini, ci scrive pregando « di voler considerare J' inopportunità delle insegne francesi delle nostre aziende - e combatterle per un senso di dignità nazionale. Appena ci liberiamo da un servilismo per cadere in un altro > - e cì manda insieme un cartoncino d'avviso di una Casa di mode e confezioni, che porta in alto l'insegna in francese - e in basso l'annunzio di vendita· della e bambola italiana •. Che bella coerenza! conclude. Ed ha perfettamente ragione. E' vero che lo spirito della cosa, da parte loro, è diverso: la pe– ~1etrazione commerciale o intellettuale da parte dei francesi, o degli · 1!1glesi,per esempio - 11011 ha certo l'anima di insidia, il secondo fine politico, di spionaggio, di vera invasione, che si è rivelata - tardi ma indimenticabilmente! - ne11apenetrazione tedesca. Ma da parte nostra, lo spirito che accoglie e tollera questra pe– netrazione oltre i limiti giusti e utili degli scambi,. è lo stesso che ha accolto e tollerato fino a ieri l'invasione tedesca, e, se non ce ne cor– reggiamo, ricomincerà domani! - E' il senso di servilismo, appunto, e, soprattutto, di sfiducia, di sconcetto di noi, di insufficenza. Bisogna co_mbatterlo e vincerlo, non con un vuoto orgoglio, - ma con la co– sc1e~za.del valore, delle capacità del popolo italiano, e la ferma vo– lonta d1 attuarle, e di rjconoscerle e farle riconoscere, Biblioteca Gino Bianco

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