Vita fraterna - anno I - n. 3 - 10 marzo 1917

VITA FRATERNA 95 ferito noi. Non andate! » « E la bestia umana ricalcitra, rabbrividisce, indietreggia>, Eppure quegli uomini lo seguiranno, andranno là dove si muore « ognuno col loro corpo vivo » e questo corpo « che il ter– rore solleva farà i gesti della battaglia, gli occhi mireranno, le dita premeranno il grilletto del Lebel... » udranno le palle, si volgeranno, « guarderanno e vedranno il compagno cadere e si diranno: fra poco toccherà forse a me: fra un' ora, un minuto, ·in questo secondo che passa toccherà a me. E avranno paura in tutta la loro carne. A'iranno paura è certo, è fatale e pur avendo paura, resteranno, si batteranno corpi docili... perchè è dovuto... e... anche perchè sono uomini ». La parola del Genevoix si muove come in un turbine lento, an– goscioso, a giri che si serran, si serran, stringon come uma morsa alle tempia. Molte volte la tristezza grave del racconto si rompe, scoppia improvvisa l'allegrezza e corre a festa per le vene; nàsce a volte dalle umili cose della vita, dalle povere rivincite del corpo stanco; spesso è l'allegrezza grave, dolcissima che dà la natura ; cieli azzurri corsi dalle nuvole e che gonfiano il cuore di speranza, carezza della luce calda dei tramonti, richiami dell'erba lucida e folta: sere di silenzio sotto la gran volta stellata. La gioia pura solleva il povero corpo; come in un'ondata benefica riporta la fede, ridà la forza di volere ancora e sempre il sacrificio, la pena. Vigili nel cuore, le visioni della famiglia, della patria non son quasi mai evocate nelle parole del Genevoix: per chi combatte, l'a– more del paese è divenuto intimo, profondo come un)stinto; chi com– batte vive quest'amore e non ha bisogno di dirlo. Una volta sola parlando· di sè fra i suoi uomini il Genevoix scrive: « Ci stringiamo gli uni agli altri, fratelli veramente per la fede comune che vive in noi, una gioia ci possiede e ci esalta ». Un giorno il vento gli porta alato, limpido, di lontano, traverso le fronde il suono delle campane e quel suono è come il « il battere del cuore del paese contro il loro cuore » è come « la voce dell'angolo della terra dove è rimasto il cuore d'ognuno di loro », è la voce stessa che mormora nel loro animo e segna « il ritmo immortale della vita della patria » e ripete loro, coraggiosa e dolce, la fede nel giorno in cui il sacrificio della Francia sarà più forte della forza tedesca. S. RAVASJ. Rimandiamoal prossimonumero,per la ri1trettezzadello spazio,la se– conda lettera per le Infermiere di guerra, che tratta di '' umili servigi importantissimi ti. Biblioteca Gino Bianco ,

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