Vita fraterna - anno I - n. 3 - 10 marzo 1917

82 VITA .FRATERNA • Se Jo Stato è la più perfetta, la sovrana fra le Istituzioni, come va che lascia l'anima digiuna, che ignora la giustizia assoluta, che è chiuso nei confini di una nazione, che può rispettare la libertà per– sonale, ma è incapace di suscitarla ? + 01' italiani, per antico scetticismo, sono civilmente assenteisti o settari. Per manco di fede in sè, negli altri, nelle leggi e nei principi, gli onesti (?} si la van le mani, gli.. .. altri affidano la difesa e la offesa alla solidarietà fuori e contro la legge. • Lo Stato può - e quindi dovrebbe - incoraggiare ogni forma di lavoro utile mediante le istituzioni· educative, benefiche e di pre– videnza che da lui dipendono; con esenzioni e facilitazioni opportune, con espropriazioni e bonifiche, con qualche monopolio temporaneo, con distinzioni e ricompense ai lavoratori più solerti; ma anche però può - e dovrebbe - scoraggiare l'ozio, l'assenteismo, il lavoro im– produttivo con crescenti rigori fiscali. Cosi, nella risoluzione dei problemi economici, egli si fa strada a risolvere problemi più gravi, senza uscire dalle sue competenze, nè violare la libertà. B. C. . DUELLI TRA UFFICIALI Il direttore dello scontro. - In guardia! A voi! Le spade. - Ta-ta-ta ! ta ! Voci diverse. - Eh! Ma chi è? Cosa vuole? Si tiri da parte 1 Via! Alt! Uno sconos iuto (figura alta, chiusa in un cappotto militare, sta immobile tra i due ufficiali duellanti). - Che cosa è avvenuto? Perchè volete uccidervi? t. 0 Duellante. - Veramente, signore, non so con quale diritto uno sconosciuto, un intruso, può venir qui a interrompere il corso di una partita d'onore .... Lo sconosciuto. - Onore! Onore I {ride). t. 0 Duellante. - Non capisco quanto vt sta da ridere in questa faccenda! Tanto pili che le condizioni del nostro duello sono assai gravi. Non si tratta della solita graffia– tura al di sopta del guantone! 2. 0 Duellante. - Come gravissime sono le circostanze che ci hanno condotto sul terreno .... Lo sconosciuto. - Sentiamo! sentiamo! .... t. 0 Dulelante. - La vostra uniforme, signore, mi fa supporre che possiate intendere qualcosa in quistioni militari.. .. . Lo sconosciuto. - Infatti .... infatli .... I.• Duellante. - Orbene, l'altra sera io ho inaugurata una nuova divisa, e il signore qui presente si è permesso di osservare, in piena mensa, che i bottoni della mia grnbba erano fuori d'ordinanza Naturalmente ho protestato, ho invocaco il reeolamento, che io osservo con scrupolo .... e il signore ha osato dirmi che io ignoro il re{!olamento ! Capite? lo! in piena mensa! Oli ho dato dell'insolente, era il meno che potessi fare, lui, dell'im– becille .... oh, era troppo! ... poi tutt'e due ci siamo detti «bestia», in fine è volato un bicchiere .... E dopo di ciò la gravissima controversia non poteva esser decisa se non con le armi. Ecco. 2.• Duellante. - E questo facevamo in un regolare duello, presenti i testimoni e il medico, tutti colleghi del nostro reg{!imento, col più assoluto disprezzo del pericolo e della morte; quando siete arrivato voi, e vi siete preso l'inqualificabile arbitrio di in– terrompere il brillantissimo assalto .... Lo scon_osciuto. - l'assalto?! Io credevo che chiunque impugna un'arme fosse ora all'assalto .... ma non qui. Ctedevo che chiunque in,pugna un'arme fosse nel gran duello tra il diritto e la forza, e disprezzasse il pericolo e la morte soltanto per la maggior grandezza della patria! li direttore dello scontro. - Ma .... infine, signore, si può sapere chi siete? Lo sconosciuto. - Sono un morto del Carso .... (Dal Guerri11 Jv.feschino del 4-2-1917). Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=