Vita fraterna - anno I - n. 3 - 10 marzo 1917

80 YlTA FRATERNA - Vedi, mia madre mi scrive oggi otto pagine, per dirmi, povera donna, che le mie ultime lettere le hanno dato una gioia così grande, come da un pezzo non provava - che le pare di ritrovarmi come tanti anni fa, quando ero bambino, e.... > la voce si era fatta tremante e si arrestò bruscamente, - « Credi, "Soave,, , tu c'entri non poco in tutto questo! » riprese, tentando di scherzare. « La mamma mi dà anche notizie... Sì, mi parla, così, di sfuggita di una ragazza che io... un tempo.... sì, un paio di anni fa... >. , Fidati della mia intelligenza... e tira avanti! » « Vedi, credo di averla· amata veramente, allora. Ma ho misu– rato tutto quello a cui avrei dovuto rinunciare, subito, per legarmi a lei. ·- Ero così giovane! Volli assaggiare la vita. - Pure, non posso nascondermelo, i momenti migliori della mia esistenza sono stati quelli... Mah... Li ho rimpianti, qualche volta, specialmente lassù, nelle lunghe notti di trincea... Anche, qualche volta, in queste gior– nate interminabili di letto. Sai, <lacchè ti conosco ho preso l'abitudine di pensare ... E così, e così... Ma p~rchè mia madre mi dà sue notizie, proprio oggi? (non me ne aveva parlato mai!) mi dà persino il nome dèll'ospedale dove presta servizio, adesso, come infermiera? - Vedi, questo mi è seccato. - Avrei preferito chiederlo io, l'indirizzo, per– chè poi... > , Senti, disse risolutamente" Soave,, - se tu volessi raggiungere una meta e trovassi che qualcuno spontaneamente ti indica la.strada, rinunzieresti per così poco alla meta? > Ghislandi rise. « E' vero. Ma tu, dimmi - dimmi proprio la verità, te ne scon– giuro, cosa faresti al mio posto, tu? > « Io? lo avrei fiducia! • Alcuni giorni dopo, la distribuzione della posta portò a Ghislandi una lettera che non veniva da Sondrio. Il giovane la lesse molto lentamente, poi rimase in silenzio, as– sorto. Questa volta fu "Soave,, che continuò a guardare, con profondo interesse, quel viso trasfigurato - così che quando Ghislandi alzò gli occhi incontrò lo sguardo profondo del suo amico. « Sai, » diss' egli ridendo - « Ho pensato che sarebbe molto bello che ci sposassimo nello stesso giorno! » Ma nei suoi occhi tremolavano lagrime. . SOFIA \T A.GGI REBL'SCHINI Milano, 9 Gennaio 1917. Biblioteca Gino Bianco

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