Vita fraterna - anno I - n. 3 - 10 marzo 1917

VITA FRATERNA 75 veggenti fra loro capivan benissimo elle si alleviavano alcuni mali qua e là, che si sottraevano degl' infeJici alla liberazione della morte: ma che la sorgente avvelenata si alimentava di una vena occulta che essi 11011 potevano raggiungere. Che cosa potevano essi opporre all'impeto feroce che porta l'individuo elementare alla conquista immediata del suo piccolo grande bene, contro l'altrui diritto? Le formule astratte della ragione soggettiva, della morale sentimentale, che altro sono se 11011 ripari di stuoie al prorompere di un torrente autunnale? Ed essi perseveravano solo perchè il cuore è più forte della ragione .... Intanto venne a morire il padre di Nàrada. Il giovane erede, più di senno e di cuore che di età, ebb~ la per– cezione immediata della immane responsabilità. E diffidando, giusta– mente, dei suoi lumi, chiamò a sè gli uomini più in fama di saggezza che avesse il reame. Questi convennero a Corte, ponderarono le regali domande, manifestarono diversi .pareri, ma la maggioranza si trovò concorde in un programma di educazione pubblica e di lavoro agricolo– industrialc, sottoposto all'alta direzione dello Stato. Nàrada fu persuaso e affidò a uomini di rara competenza l'incarico di codificare il pro– gramma convenuto. Le leggi proposte piacquero al re, piacquero al– l'Assemblea legislativa e ai giornali, ed entrarono in vigore. Furono aboliti monopoli e privilegi, si divisero le terre disponibili fra quelli che s'impegnavano a lavorarle, si apersero nuove fonti di lavoro con maestranze esperte, con regolamenti precisi, e venne regolato e fa– vorito il commercio con abili trattati internali, con banche e vari isti– tuti di credito. In pari tempo sorgevano dovunque scuole e istituti che potevano gareggiare coi più perfetti modelli stranieri. Ampi fab– bricati, parchi, bagni, palestre, gabinetti scientifici, biblioteche - non mancava nulla. Si stentò, a dir vero, a trovare Educatori che ?Vessero il merito e la fama pari ali' ufficio e all'attesa: ma infine vennero e gl' istituti rigurgitarono. Il sovrano era soddisfatto. L'aspettazione in tutti era grande .... Ma dove abbiamo lasciato i furbi coalizzati? Non al cimitero, certo. Anzi erano più vivi di prima perchè ostacolati. Strinsero più saldamente la compagine sì duramente provata e si rivolsero per ap– poggio .... indovinate a chi? Ai brahmini. Gli alleati d'occasione accoz– zano le pentole giornalistiche, fanno spandere, gradatamente, voci vaghe, sinistre, insistenti, vie più precise. Cosa c'è? « Una coalizione di pseudo-intellettuali, cerca, ha cercato (è riuscita?) d'irretire il ge– neroso (cioè ingenuo ed inesperto) Re per rovinare lui e la nazione. La popolazione inquadrata nei campi e negli opifici è sul punto di BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=