Vita fraterna - anno I - n. 3 - 10 marzo 1917

74 VITA FRATERNA in Europa, a. fine di studiare l'ordinamento degli Stati più progrediti. - Tornò a Paray poco prima che il padre morisse e subito, con grande stupore di tutti meno gl' iniziati, promulgò una Costituzione,. la più liberale che il mondo conoscesse. Si figuri ognuno lo stupore, la rabbia, le minacce sorde, gl' intrighi degli antichi dominatori. La coscenza, il pensiero, la parola, la stampa si ebbero libertà completa, specie di spropositare, d'ingannarsi e ingannare. Gl'ulealisti sognaron vicina l'età dell'oro, i semplici si strinsero nelle spalle, i più furbi (non che i pitt tristi) si strinsero in società potente e segreta (chissà mai perchè) pei loro fini. Fini, come è facile intendere, di sopraffa– zione economica e di subdola dominazione politica e spirituale. E chi poteva resistergli? Le tradizioni del costume e della religione, già minate o corrotte dalla superstizione e dall'ipocrisia, si sfasciarono a quell'urto, come un cadavere ben conservato al primo tocco dell'aria viva. I così detti buoni o non vedevano o non curavano o sospira– vano. Gl' intellettuali onesti si vendicavano dei mediocri prepotenti, con la critica sterile e l'inutile disprezzo. Il popolo non si accorgeva, ma si lasciava imboccare e irreggimentare lo stesso. Si lavorò feb– brilmente per arricchire, e un certo benessere si diffuse anche tra gli umili e i derelitti. Lo stomaco fu satollo, ma l'anima a poco a poco fu condannata al digiuno e purtroppo ci si abituò. I maestri antichi erano screditati, i nuovi non credevano che nel piacere, e nel denaro che lo procura: il popolo finì (e non era difficile) con adattarsi alla più comoda religione: il culto dell'io nel presente. Restava la famiglia, come scuola di umana vita: ma chiedeva sacrifizi, e mancava la forza, mancava ogni ragione di far sacrifizi. Dunque la famiglia si sfasciò a poco a poco anche lei. Rimase l'individuo solo, con le passioni, gl' interessi, la tristizia innata, a strappar gioie dall'attimo che fugge, intanto che s'indugia, orrido spettro, la morte. I figli, o per esser più esatti, i nuovi venuti, crescevano a spese dello Stato, e palesavano di buona ora istinti e appetiti raffinati, pronti alla difesa e alla conquista. Sconsecrati gli affetti umàni, al posto della donna rimaneva la femmina e scomparse le distinzioni del sangue, dell'ingegno e della virtù, unico il denaro determinava la graduatoria sociale. Di qua i figli, di là i figliastri della fortuna. Di qua disprezzo, di là odio e invidia. Ma guai, sopra tutto, ai vinti! Alcuni generosi furono scossi dalla vista del male presente che faceva presagire ben peggio. E si organizzarono per un'opera di as– sistenza (i più fidenti dicevano di rigenerazione) sociale. Distribuirono soccorsi, fondarono asili, ospedali, circoli, biblioteche; ma i pilt chiaro- Biblioteca Gino Bianco

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