Vita fraterna - anno I - n. 1 - gennaio 1917
-4 pre », mormorò un po' melanconicamente. Poi, scuo– tendosi col fare di una persona che passi da cose irreali ad altre real i, si alzò e passando nello studio adiacente, sedette alla scrivania e s'immerse subito nella correzione di un monte di bozze di stampa che lo attendevano. La donna intanto s'era portata via la lettera non ancora terminata, ed era andata a terminarla nella sua camera. « Devi venire da noi, mia cara », diceva la lettera. « Non capisco tutto ciò che mi scrivi, ma vedo che stai attraversando una grave crisi ed io potrei forse aiu– tarti. John sarà lieto di rivederti. Egli è bensì im– merso nel suo lavoro archeologico e la tua gioventù da secolo ventesimo gli fa sempre un po' l'effetto d'un vulcano, ma in fondo al suo cuore, che è uno dei migliori di questo mondo, egli ti vuol bene, Maimie 1 cara, e ti rivedrà volontieri, tanto per te stessa quanto per il piacere che ciò fa a me. Vieni dunque, mia piccola, vieni per un mese e vieni subito. - Meg. » Scritta questa lettera, Margaret Ayrton sonò il campanello e la mandò subito ad impostare. Poi se– dendo vicino alla finestra eh~ qui dava sulla piccola Via Monte Tarpeo, tortuosa e acciottolata, si abban– donò a certi suoi lontani ricordi. La fantasia la riportò quindici anni indietro e le rievocò tratti di una giovinezza intimamente tempe– stosa. Non tale era stata esteriormente, chè la sua vita esteriore, ricorda va essa, si era svolta nel m·odo più scialbo e più convenzionale del mondo. Ma un' ombra di compassione per sè stessa le passò sul viso nel rammentare qualcuno dei conflitti interni di quella sua gioventù. Quanti erano stati! Si era trovata in lotta quasi con tutto: religione, usi sociali, posi– zione della donna - per che cosa non aveva bruciato, non si era logorata interiormente? Fin dai tempi del– l'università si rammentava di essere sempre stata Biblioteca Gino Bianco
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