Vita fraterna - anno I - n. 1 - gennaio 1917

31 un· Italia che dalla guerra esca, non solo « più grande », ma sopra– tutto, più pura e, per questo, più forte. Ogni campo, all'uopo, sarà adattato, sarà campo di battaglia: la famiglia, la scuola, la stampa, l'esercito, i pubblici e privati uffici, i commerci, le officine, i campi - al di fuori ed al disopra, anzitutto, delle grame ambizioni e competizioni, - ciascuno cercante e ravvi– sante, anzitutto in sè stesso, il meglio della propria fede e della· propria buona volontà, d'esempio e di apostolato. A questo scopo noi invitiamo ogni onesto· - senza distinzione di sesso, di condizione o di parte - ad unirsi per una guerra che fu e sarà di tutti i tempi, ma che in quest'ora più che mai s'impone e per la quale vorremmo le nostre umili voci giungessero a tutti i cuori, quasi chiamata di campana a stormo, che a stormo suoni finchè (e sia pure còmpito e gioia di coloro che verranno dopo di noi) possa suonare, festante, a distesa per _le vittorie civili. Non vogliamo rimpicciolire, con nomi il nostro appello: basti sapere che esso viene dalla nostra vigile zona di guerra, dalle re– trovie che in questi mesi videro senza posa il passaggio dei nostri accorrenti là ove più ferve la pugna, sui contesi baluardi della Patria; basti sapere che dal generoso ardore di essi noi attingemmo più salda volontà di battaglia contro tutto ciò che l'Italia nostra possa rendere men degna del loro sacrificio. Molti, ripetiamo, sono i campi di questa battaglia, e infinite le armi. Noi non intendiamo segnare nessun confine a quelli, nè indi– care queste: ogni centro vedrà i propri bisogni, misurerà le proprie forze, sceglierà i propri mezzi, come persone di ogni fede e di ogni parte stanno facendo in questa nostra città, con la costituzione di una Alleanza morale e sociale. (E questo per iniziativa di un giovane il quale - reduce dal fronte e da ripetuti atti di valore reso inva• lido alle pugne cruente - ha chiamato a raccolta per altre pugne, per la salvezza della Patria). Noi oggi ci limitiamo a questo invito fraterno ad una solidarietà nazionale per il domani d'Italia, solo avvertendo che, siccome è d'uopo di « mettere la scure alla radice », intendiamo combattere anzitutto quello che ben fu chiamato il « cancro civile >>: cioè quella corru– zione dei costumi che è il fomite precipuo d'ogni abbassamento del livello morale, la causa massima dei mali che travagliano le pitt in– time compagini della società. A questo scopo ci proponiamo d'iniziare piccole pubblicazioni, che facciano anzitutto luce intorno a un argomento che le più ab- BibliotecaGino Bianco

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