Vita fraterna - anno I - n. 1 - gennaio 1917
14 bero di imparare! E' commovente!); - oppure guarda a lungo la fotografia della sua fidanzata. - Ha una fidanzata simpaticissima: intelligente e affettuosa, ella gli scrive « di sua mano », con una spontaneità che commuove. La pri·ma lettera che gli mandò dopo averlo saputo ferito non si po– teva leggere senza partecipare al sentimento che l'aveva ispirata: una lettera appassionata, scritta sotto l'impulso del dolore, nella prima stretta angosciosa del triste annunzio . t I ncevu o ..... Egli ascoltò in silenzio la lettera di lei, e la risposta che volle farle scrivere subito: solo il mite sguardo quasi in– fantile si velava talora, e talora splendeva più vivamente. Ha capito ch'io volevo bene alla sua cara lontana? La sera, mentre pulivo i comodini, volle aiutarmi sol– levando lui il bicchiere dal piano ch'io dovevo spolverare; e il giorno seguente mi offerse la sua saponetta perchè me ne servissi per lavarmi le mani: era il suo « grazie » che egli non sapeva esprimere altrimenti; e che, del resto, non avrebbe potuto essere più eloquente e più caro! o o Io voglio scrivere un pensiero che parrà ardito! Si ripete spesso che i figli d'Italia debbono essere degni della Madre Patria! (e ben può dirsi ora eh' essi lo sono, mentre combattono e soffrono per la libertà e la giustizia!) Ma sarebbe altrettanto giusto invertire l'esortazione, ed augurarci che la Patria sia sempre degna dei suoi figli! La Patria, non astrazione ideale e sublime; ma nelle sue rappresentazioni e manifestazioni pratiche, di vita sociale. Oh, non è certo irriverenza, nè deficenza di amor patrio, il deplorare che tanti ltalian i siano così poco favoriti dalla nazione nei loro bisogni, così poco aiutati nelle loro incon– sapevoli aspirazioni! Appunto per amor òi patria, dobbiamo volere che l'av– venire rimedi agli errori del passato: che l'analfabetismo scompaia in breve tempo, e che i lavoratori delle campagne Biblioteca Gino Bianco
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