.L' IM-PEG NO- DEI MORTI Dove sono gufi che, fino a un' ora fa, baravano sulla fine della generosità dei giovani, truffando sul sentimento d' amor patrio delle giovani generazioni, sul loro senso della politica e della storia ? Possibile che i giovani di questo secolo avessero all' improvviso le midolla riarse e non sentissero nel sangue la sferza dell' orgoglio ? ! Le statistiche non ci mandano mai in solluchero, ma stavolta sia benedetto il ruolino col numero dei caduti, dei feriti e dei decorati' al valore usciti dalle nostre file, per i santommasi in malafede, per gli incalliti nel peccato di gelosia contro i ventenni! Noi però vogliamo che la constatazione di queste cifre valga anche per noi e che il numero, moltiplicante la sostanza del sacrificio, faccia riflettere. Poichè abbondante è stata la seminagione di sangue della gioventù della cultura : sangue prezioso perchè sangue di condottieri, di piccoli -condottieri che furono tali anche nel campo di battaglia avendo tratto nell'ultimo assalto i manipoli. Ma noi - poichè questo è. sangue nostro, scaturito dalle nostre vene, sangue dei nostri fratelli, dei nostri più vicini amici, sangue nutritosi insieme col nostro alla mammella delle stesse ansie, degli stessi desideri, delle stesse passioni - possiamo dire che questa offerta di sangue dei giovani è stata ben lucida, tersa nei motivi, disperatamente decisa nella propria volontà di effettuazione. Forse mai come stavolta i caduti vollero intimamente cadere : più che una volontà singola era la volontà della generazione nostra di affermarsi mediante il sacrificio ; era la consapevolezza vivente in tutti i migliori che quest' era avrebbe potuto essere nostra solo a cos.to del sacrificio e -del sangue. I nostri morti sono dei testimoni di tutti noi di fronte ali' avvenire ; col loro sacrificio consapevole e sereno, mosso non da ondeggianti sentimentalismi ma da una evidente volontà di primato del nostro genio e della nostra cultura mediterranea, essi hanno fornito la prova della tempra della intera nostra generazione culturale. La hanno fornita alla .Patria, al mondo degli onesti, a quelli di noi che ancor dubitavano. Non esiste impegno più decisivo di quello dei morti, volontà più obbligante della loro. Essi ci hanno giustamente impegnato ad essere pari Fondazio~e Ruffilli - Forlì di ,/wnanM- ~ii. alle dimostrate virtù della nostra generazione. Con la vita e con la morte, mancando in noi il tarlo edonista e il supercritico demolitore, dobbiamo volere la integrale realizzazione dell' audace ideale di rinascita della nostra cultura e della nostra Nazione oltre i genèrici termini del liberalismo e della retorica delle tradizioni. Più costanza nella ricerca, più impegno negli obbiettivi, maggiore fermezza di sistema ; e avremo ottenuto che le centinaia dei morti non gravino come un deficit numerico nella bilancia culturale~ italiana ma fioriscano m lievito ideale, in fermento storico. Nella politica e nel!' arte, nelle costruttive decisioni sociali e nelle riscoperte umanistiche, l' impegno dei morti è il nostro impegno, di noi che invano saremmo rimasti, se non sapessimo camminare e avanzare. ARMANDO HAVAGLIOLI di 7dui.c. ~eiio. Dite un po' : quanti sono coloro che, abbagliati dalle apparenze, ignorano la potenza delle forze spirituali? Per quanto possa sembrare il contrario, tutto ciò che accade sotto i nostri occhi e colpisce i nostri sensi è sorretto da energie invisibili. E' s1•fficiente u.n attimo di sosta, è s1•fficiente ,m momento di calma e di raccoglimento per comprendere q,iesta grande verità. Rifletta ognu.no su se stesso e dica se è il co,po suo che si muove da sè o se è il pensiero· che lo muove. Appare subito a prima vista che ,m corpo senza pensiero è una macchina ferma. Qu.indi un corpo senza un " ente ,, pensante, interiore, invisibile, é come un vaso d'argilla senz'acqua, arso ed imnwto; mentre ,m corpo con un "ente,, sviluppante un pensiero ordinato e coerente mani/ e sta ,m' attività ordinata e coere,ite. E i pazzi? Se osservate ciò che fa un pazzo noterete subito eh' è un corpo posseduto da ,m pensiero fisso, che ritorna e costringe sempre a ripetere le medesime azioni. • • • Se questi movimenti del corpo .avvengono in ,m uomo che, bene o. male, pensa, non bisogna negare il " sostegn_o ,, del pensiero (pensiero automatico, abitu-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==