prima che salga il sole. Non lo suppo• nevo. Vf,;LI,\ - E ee l'aveste supposto? BRUNO - Avrei lasciato la casa vuota e Ja finestra spalancata, e vi avrei guardata di lontano atfaciarvi. È bello conoscere le fanciulle di lontano. Vederle affacciarsi e sorridere 1:1. niente, a nessuno. Sono incontri- che non si consum-ano nellt1 memoria e non si rimpiango• no, poi. VKLIA - Ho capito. Voi non siete molto coraggi,, so. BRUNO - Tutt'altro. Ieri sera, da solo, bo affrontato due uomini più forti di me. VEI.IA - Non importa. BtUJN0 - V'assicuro che mi getterei in qualunque impresa rischiosa. VEl,IA - Non importa. Voi avete paura. BtU1NO - Paura.? VEJ,I..\ - Paura di voi. E anche ai me, adesso. Vorreste fuggire, se lo poteste. (Pausa) BRUNO • Ma dove mi portate! Dov'è la strada maestra ? YEI.IA • La slrada maestra è vicina. Per giungervi bisogna passare dal piccolo prato. Questo. BH.UN0 • Ah, lo riconosco. Stanotte, con Berlo, ci siamo seduti là, sulJ' erba. ( U11a breve J>ausa) Credo dunque sia giunto il momento di salutarci. Adesso so dove trovare la strada maestra. Voi potreste fermarvi qua, nel prato. Vt<~I.IA- Volete ancora fuggire. Se sapeste che questo è il prato dei bambini. ..• BRUNO·. Lo 80, lo 80. Perciò vi dico di rimanere. Ve lo dico proprio con tutto il cuore: fermatevi, respirate quest'aria; è per voi. VELlA - Mi avete già detto queste cose. BRUNO • No, mai. Ci incontriamo per la prima volta.· VELIA • Io però ho già sentito queste parole. BRUNO - Avrei voluto dirle a molte fanciulle che ho incontrato, ma mentre stavo per parlare m'accorgevo sempre che era ormai troppo tardi: il prato dei bambini era già tanto lontano per loro, e le mie parole diventavano inutili. VELIA • E perchè io dovrei rimanere? lo sola? BRUNO • Non chiedetemelo. Si sente e non si sa. Se voi vi fermate rimanete così giovane tòlempre e così lieta. Chi vi guarda ne ba una consolazione ali' ànima e agli occhi. Sarebbe molto bello ! lo lo vorrei •.. Ve lo auguro. Purtroppo debbo andare ... VELI A - Fermatevi ancora. Allora le ho sentite in sogno queste vostre parole. Chi siete ? BRUNO • Non dovete farle queste domande. E' pericoloso. Si comincia cosi, a domandare, a spiare, e si esce a poco a poco dal prato, senza accorgersene. Ed è male. Dovete credermi. VELIA • (Vibrata) Ma io non potrò restare per sempre nel p.rato. BRUNO • Voi non sapete che ci eia oltre il prato. V,.;1.1A- Le stesse parole ... BRUNO • Dove vorreste andare ? Fondazi~ Ruffilli - Forlì VELIA • Non so. Potreste condurmi con voi, in città. BRUNO • (Anuffo) Se io vi conduceJsi in città... e vi vedessero con me ... voi non sareste più voi .•. Vt-:LIA - Che strano modo di parlare! Noi cammineremmo insieme, tra la gente, e molti ci saluterebbero ... BRltNo - Oh, sì, sarebbe bello! Io vorrei che voi veniste con questo stesso vestito a fiori. VEl,IA , Ne ho altri più belli. BRuxo • No, proprio con questo, mi pia• cerebbe. v.,:1.1A • Come volete. - Allora, andiamo! BRUNO • Ah, no! Fantastichiamo. Nou pren• detemi sul serio. Io non posso condurvi iu città. ,Doloroso) Non voeeo .. io - credetemi. VELIA • (O,ii,iata) E perdtè? BHUNO - Perchè non voglio che la gente guardandovi sorrida in uno strano modo socchiudendo gli Occhi e pensi di vui cosé che non potete immaginare. VELIA • Io non capisco ... BRUNO • Vi dico che mi conoscono. E' una piccola città, e la gente si. conosce tutta. Non ci sono segreti. La nostra vita è messa a nu,lo. lo poi non mi sono mai curatq di nascondere la mia. V~I.IA • Ma che vita è mai la vostra da mettervi tanto timore al pensiero di condurmi a braccio, in città, tra la gente? B1tUNo - (Bru.tco) Perchè vi ostinate a chiedere? Perchè vi ostinate a trattenermi? Finirete per pentirvene! Non sono soltanto dolce e geutile come mi avete visto fino ad ora. Potrei anche prendervi per un braccio e ecuotervj, e per• fino baciarvi, se mi irritate. Siete una cosi strana creatura. • Ma non spaven• tatevi. Io non lo farò. Preferisco salutarvi. A·ddio ! - Non fossi mai entrato in casa vostra ! VELIA - (Aggressiva) Vi riconosco! Siete di quelli che pensano solamente a sè. Egoisti! Avete soltanto timori· e paure. Peggio d' un bambino, siete. Senza nessun vero coraggio. Fuggite sempre. E non siete per niente gentile e dolce come credete. Andatevene, andatevene: pure! Berto potrebbe scegliersi amici migliori.. Glielo dirò, per il suo bene. Io credevo che gli uomini pallidi e biondi come voi fos,ero ... fossero più ... più ... (e sta per piangere). BRUNO • (Sottovoce) Scusate. Ho un pes• simo carattere. lo non son solito sen• tirmi imbarazzato come se mi tremasse il cuore. E invece stamattina io tremo. E se penso di dover dire a· voi chi sono veramente, mi sale una ribellione. VEl,IA • (Pacata) Ma perchè? BRUNO - Cercate di capire. Non v'accorgete che io sono vecchio. VELIA • Anche nel sogno l'uomo che mi parlava era vecchio, coi capelli bianchi. BNUN0 • Ah'! Sarà colpa v >Stra se poi rimarrete delusa ! Vi piacciono gli occhi verdi, duri come perle? A me sì! Immaginate un uomo che per degli occhi verdi d' una donna abbia pensato e compiuto tutti... tutti peccati, si eia rassegnato a tutte le viltà .... Non fatemi dire di più. È terrihHe, per me, parlare. Mi son ribellato perfino a mia madre quando ha cercato di venirmi accanto e di aiutarmi. Non voglio che uessuno s' accoeti alla mia intimità. VEI.IA - lo vorrei capire. Ma non so che cosa siano i peccati e le viltà. BRUNO - E allora come spiegarvi? I peccati.... I peccati fanno diventar vecchi, vecchi come l' uomo che avete visto nel sogno. Ecco. Vgt,I,\ . Eppure sembrava ancora un fanciullo benchè avesse molto capelli bianchi. BitUN0 • Velia, dovete capire. Si può rimanere, in fondo, fanciulli anche se molti peccati ci hanno invecchiato. Intatti come uno dei vostri pensieri, si può rimanere. E' una cosa strana, un po' mostruosa, anzi. Pensate a un bambino che ha già le fattezze d' un vecchio, o a un vecchio che e' abbandona a serene fanciullaggini. lo sono un po' così. Un po' mottruoso. Non spaventatevi. Adesso che vi guardo, vedo dei fiumi celesti e del.le cose palli le per la lontananza. Come vedessi la mia fanciullezza. E' molto dolce quello che provo, quasi commovente. lo non avevo parlato a nessuno in questo 1uodo. Voi potete dire di conoscermi un poco. Non avete paura ? VELIA • No. BitUN0 - Però tenete gli occhi bassi. VELIA • Non per paura. BRUNO • AUora .... VEl.r,\ - Non ritornate in città dove vi a• spettano gli occhi verdi ! Corriamo, corriamo lontano ! Prendetemi per manu e corriamo .... BRUNO • Non ora. Ho un po' paura di voi e multa vergogna di me. Ma se ritornerò vi prenderò per mano. VEl,I A • Ma ritornerete? BRUNO • Un giorno. VELIA - Dovrò dunque aspettarvi tanto e tanto ? BRUNO - Misurerete dal mio tardare il peso dei miei peccati. VELIA - Ma infine ritornerete? BRUNO - Sì. Allora vi prenderò per mano, come vorrete, e la mia mano sarà ferma. Ci siederemo qui, in questo piccolo prato e parleremo. Quel giorno parleremo d'amore. Oggi non avrei che tristi parole da dirvi, e non voglio. :Ma quel giorno, nel sentirci parlare, le nuvole gli uccdli e il fiume si ~tupiranno, e l' erba tremerà. Ora lasciatemi andare. VELIA - l\'la quando, quando mai potremo parlare così, d' amore? BRUNO - (Al/o.,,a.,andosi) AUora ... . VELIA - Non fuggire .... Non correre .... Non è quella la strada deUa città.... non è quella! BRUNO (lo.,,a,.o) Mi lascerò alle spalle al strada della città ! ( Una sospensione) VELIA - .Oooh ! Non si vede più .... Quando ritornerà ? ~'la chissà allora dove mi avranno portato i sogni ...! (Dissolve) CEl,ES'l"E - Eccola. Viene. Figlia, io t' ho cercata ! Dov' eri? VELIA - Mamma : son sola e sono tanto stanca.
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