• Bli:RT0 - Anche tu,Velia, devi riposare. Diamoci la buona notte. VELIA • Buona notte. ( Una porta si chiude dolcemente) Signore, fammi sognare. Da bambina guardavo le farfalle e infilavo Je perline, ed ero cosi contenta ! Vorrei sapere quali sono adesso le mie farfalle e Je mie perline. lo sono lieta e stanca, e morire 'in certi istanti mi par bello quanto vivere. Non so proprio, o Signore, che cosa desiderare. Signore, fammi almeno sognare. E così sia. · (Dissolve) ELJ<::S'l'K - (Pianiuimo) Tenete le vostre mani sui nostri figli, o Signore ... (Dissolve) B11:R'l'O - Non sono molto fortunato 'al gioco. Stasera, forse, avrei vinto... Invece è successo quel finimondo .... Lui vuol sempre fare l'intelligente! - Però VeHa ha ragione : in campagna non s' incontrano mai uomini così pallidi e cosi biou<li... (Dissolve) CEI.ES'l'E • {Dorme,,do) Ave Maria ... gratia •.. piena... ( Dissolve) BRUNO - Quante Cose sono accadute. Pare una favola, stanotte. Dal caffè fin qui. lo non vorrei dormire, ma sono molto stanco. Non vorrei dormire: chi sa le cose che accadono nel cuore della notte quando tutti dormono... - Mi pesa la testa ... • Dovrò chiudere la finestra ..... (Uua finestra che si chiude) Quella fanciulla si chiama Velia. I suoi occhi sono celesti. Gli occhi verdi sono molto più ... strani. Chi dice che gli occhi celesti sono più belli degli occhi verdi? Chi lo dice? Io non saprei. .. Forse sono davvero più belli gli occhi celesti ... celesti... {Dissolve) LA VOCE • Dormono. Dormono. :E vengono i sogni. (ft1usica dolce, di sogno. Poi la musica si fa grave in.calzante). CELESTE • Giosuè. Giosuè ! GIOSUÈ · ( Ride, nel sogno, d' uno stran.issimo riso). Cm.ESTE • (Trafelata) Berto e Velia si sono smarriti f GlOSUÈ - Berto e Velia? Ah, ab, ah! Berto è iu città per comprare cento sacchi di grano. Ah, ab, ah ! CELESTE • No, m' ioganoi ! G1o~u~; - Gli ho messo i soldi in mano ed è partito. CEl,llS'l'E • Oooh ! Perchè, Giosuè, gli hai messo i soldi in mano? GIOSUÈ • (Sca11di10) Ceuto - sacchi - di grano: cento - cento - cento - cento. CELESTE • (Si,,ghiozza, singhiozza). GIOSUÈ • (Teneriuimo) Non piangere, mia colomba : il nostro figlio è grande, il nostro figlio è forte. C&LRSTE• Ma Velia, la piccola Velia, dov'è? GIOSUÈ - E' andata sposa a un figlio di re. C!ll.llS'n; • (Ribellandosi) No, tu non vedi, Giosuè. Dove sono i miei figi.i.? GIOSUÈ • (Lo stesso strano riso). CELESTE • Giosuè, togliti la farina dal volto. Non vedo più i tuoi occhi, la tua faccia ! Sembri uno spettro ! Ho paura, ho paura! GIOSUÈ • Sono un fornaio. Ah, ah, ah! Un fornaio! Fondazione Ruffilli - Forlì CEL~:STE • Dove sono ? Devo cercarli ! (Come lottando) No, non Jurarmi la bocca .... non fermarmi le braçcia .... lasciami: ... lasciami .... Devo trovarli! Do• ve sono ? Berto, Velia ! Berto, Velia ! (La voce e la musica diuolvono) CEt,ESTI'. - (U" gemito). GIOSUÈ • {Asso""alo} Celeste. CEI.ES'l'll • Oh, Giosuè: lascia ohe ti guardi. G111soJ1:• Che hai? CH.LES'l'g - Accendi il lume. Ho sognato. Ah ! Come mi batte il cuore! Ab, mio Dio .••. G,osm;:• Sta cheta, sta cheta. Dormiamo. Ce1.1,:s'l'E • Sì, dormiamo. (Le due voci co11fondendosi e dissol• ve,1do ripetono:) Dormiamo.... dormiamo .... donuiamo. ( Una musica da cn.Dè ; e un brusio di voci) BHtJNO - Fatemi passare per piacere - fatemi passare - passare .... (la sua voce si fa a mano a mano più a.Dànnosa). UNA VOCE PE'l'lJJ.AN'l'E · (Ripete come sfon.• do) Si paga - àlla cassa • àlla cassa - àlla cassa .... BRUNO • Sì, alla cassa: lo so. Ma fatemi passare. UNA VOCE PETULANTE • Alla cassa • àlla cassa .... BRUNO • Lo so: alla cassa. Ecco. Signorina Olga : devo pagare. Pago: guardate. Due, ciuque, dieci, cinquanta, cento ... (Il tintinnare incalzante di soldini - quasi un metallico scroscio • su una lastra di vetro) Scusate se son tutti soldini • soldini . soldini.. .. Contateli. (Nello sfo,,do qualc,mo ripete: Soldini - soldini • soldi"i .... ) Contate ancora ? Contate sempre? Alzate la testa. Non posso vedervi contare • contare - contare ... (Forte) Non posso vedere! (Docile) Alzate la testa. Vi prego. (Souovoce) Olga: guardami.C'è gente. Non farmi alzar la voce. Ci vedono. Ci sentono. Olga : voglio vedere se i tuoi occhi sono verdi o ·celesti. Per carità fammi vedere: verdi o celesti. (Uu.a risata acuta, stridula di donna. Tutti i soldi,ii cadono per terra cr~ pitando e rotolando). UNA VOCE S'l'RIOULA • (Grida). BRUNO • Olga: non vedo più i tuoi occhi. Ti sono caduti. . CORO DI VOCI SGUAJA·n; Ah! - Ah! Ah! · Ah! - Bn.u NO • Sono vuote le tue occhiaie, Olga. Bisogna carcare i tuoi occhi tra questi soldini. Si sono certamente smarriti. CORO DI VOCI SGUAIATE • Eh! • Eh! · Eh!. Eh! BRU~O • (Accorato) Olga: non posso vo• lerti più bene se non ritrovo i tuoi ·occhi... Cnllo DI VOCI SGUAIA'n; Oh! Oh! • Oh!· Oh! BRUNO • Olga ... senz' occhi ... CORO DI VOCI SGUAIATE • (Ritmando i" crescendo) Olga • senz' occhi - Olga - senz' occhi... UNA \'OCE PETULANTE · {Ve,.e11do in pri .. mo pianto e dissolve11do a poco a poco insieme alla mtisica da caffè) Si paga • àlla cassa - àlla cassa .•. (Fuori: passa un gregge di pecore. Un. lontauo belato. Il pastore zu.Jola in, sordina. Ancora, debolissimo, il canto notturno <lella campagna). BRUNO - Sogno ancora, o.:.? No. E' un gcegge che passa. (Una finestra si apre.) Pastore ! Oòh ! Pastore ! Oòh ! l1, PA~·ro1:u,_; - (Lontano) Ti abbiamo svegliato, contadino ? ! Ti assicuro però che è permesso dalla legge della campagna belare e suonare coSÌ9 discretamente, come facciamo noi. Te lo assicuro. Ma dove sei, contadino? Non ti vedo? BRUP.:0 - Son qua ! Addio, pastore! Buon viaggio! IL PASTORE • Oòh ! T'avverto che presto Sàrà mattino. Vedo già strisce di luce in lontananza. Oòh 1 (Riprende a :u• folare, e s'allontana). BH.UNO - Lui cammina, Càmmina, con le sue pecore bianche. (Diuolve) (Si sente mi cinguettare giocoudo di uccelli uwttuti,1i) V•~l.lA - La luce entra per le fessure della fin~stra. È già l'alba ! Ho avuto un sonno leggero. Qualcuno si muove a basso. (Stacco) BRUNO • Non so più distinguere quel che ho visto da quel che ho sognato. Ora dovrò lasciare q~esta casa perchè si fa giorno. (Rumore cli passi ·giiì per la scala) E' certamente la madre che scende. Sono i suoi passi. Come sono leggeri ! - Presto: devo andare. Addio a questa casa. Addio ! (Una porta che •i apre) VE1.IA • Chi fugge? Fermatevi. BRUNO • Velia ! - Erano vostri quei passi leggeri ? VELIA • Vi bo spaventato? BRUNO - Volevo lasciare la casa prima dell' alba~ prima che qualcuno sce 1 n• desse. Perdonate. VEJ.lA • E ve ne sareste andato, così, senza salutare, senza ringraziare .•. ? BRUNO - Scusate. Sono così confuso, quasi imbarazzato. Mi capita di rado essere imbarazzato. - Avrei salutato con la mano, così, così:, allontanandomi per la campagna. VELI .J. • Come fauno i nostri contadini : con la mano. Credevo che voi aveste un altro modo di salutare. - Avete molta strada da fare? BRUNO • Abbastanza. Devo raggiungere la ferrovia e ritornare in città. VELIA • Il trenino passa più tardi. Non importa che vi affrettiate. BRUNO • Non so nemmeno la strada. Devo cercarla. Berto, stanotte, m'ha condotto per strani sentieri. Vi,:LIA - Se temete di smarrirvi io vi condurrò fino alla strada. Andiamo. ( Escono. E,ura,to nella campagna. Camminano) BRUNO - Non pensavo che il risveglio di stamattina mi portasse a questo incontro. VELIA • Non possiamo mai prevedere gli incontri che decidono un po' della nostra vita. BRUNO • Dite cose importanti con l'aria di non accorgervene. Io sono quasi turbato. Ogni mattina voi scendete 27
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