CORO GENERAI.I! • Ooooh .••. (Ritma,ido) Ecco - viene - la figlia - del re. CORO DEI GIOCATORI • ( Virili) Velia. CORO DF.1,1.EDON:'IE · (Dolci) Velia. CEl,ES'l'E • Velia siediti accanto a me. G1osul1: - Velia va dalla tua mamma. I IJO~NA - Stasera hai il vestito viola. Co1<0 DELI.R DONNE • Bello! II DONNA • Stasera hai la catena d'oro. C-.RO DELLE DONNE • Fino! 111 OON ~ A • Stasera hai un fiore in mano. Con.o OEI..LR DONNR • Rosso •rosso• rosso LA VKCCHI >. • Ma i suoi occhi son tristi come nella favola che non abbiamo detto, o donne. I GIOCA'rORI - Perchè la tua figlia è bian• ca come la tua farina, Giosuè? CORO llEI GI0CATOl<I • Sì, perchè? I nONNA • Perchè non sorride come ogni ragazza d'amore, la tua figliola, Celeste? CORO DEI.I.E DONNE • Oh, perchè? CELESTE - Mah! Perchè? Nessuno sa com'è la mia figliola. CORO DELLE DONNE • Celeste. CORO IJEI GIOCATORI • Giosuè, CORO GJ.:NEllAI.E • Dov'è cresciuta la vostra figlia ? GlO::UÈ • E' cresciuta accanto al forno. CELESTE - E' cresciuta accanto ali' ago. Cor\O GENEllAL~; - Ma allura che miracolo è : Velia non somiglia nè a te nè a te ! Diccelo tu, Velia, che miracolo è? VELIA - L'altra notte ho fatto un sogno. CORO Gr,:,~:ltALE • (Ritmando) Ila fatto· un sogno ... ( l l racconto di Velia è ac• compag,iato da u11a musica fiabe,;ca) VELIA • Mi pareva d' e8sere Bull' argine del fiume, poco prima del ponte, dove l' ar• gine s'allarga un po' e diventa un piccolo prato. CORO DELLK DO!\NE • (Pianis,imo) Lì i nostri bambini giocano dalla mattina alla sera. V1:n.lA • Sì, nel prato dei bambini. Ero sola e mi sporgevo a guardar l' acqua cele8te. Sembra va che nel fondo del fiume crescessero dei fiori. L'acqua trasparente ne lasciava vedere dei gialli, dei rossi e dei turcbjni Erano così belli quei fiori sepolti nell'acqua che mi incamminai per coglierli, laggiù dove erano. Cono D1<.:1.1.fi;l>ONÌ'E (Pianissimo) Uuuuh ! C'è il gorgo! CORO 1)1,:1GIOCATORI • (Gorgoglia11do) Giù giù giù giù giù .... VEI.IA - Ma un uomo s'affacciò ali' improvviso oltre l'argine e mi disse di fermarmi. Non ebbi paura. Lasciai che si avvicinasse. E incominciò a parlare. - Ah. che pena f CORO GENERALF. • Racco·ta • racconta ... VE1.,IA - Sento ancora la sua voce che mi chiama. LA VOCE • Velia. VELIA - Sono io. Vocfi: • Perchè scavalchi l'argine? VELIA - Cercavo i bei fiori in fondo ali' acqua. VOCE - Ma l' acqua corre. VKUA • Non importa. Li coglierò e tornerò alla riva. E qui ne farò un bel mazzo. Voet~ • T'inganni, fanciulla. Non trovere8ti poi nè l' argine nè il prato. Spariti. Fondazione Ruffilli - Forlì E tu dovresti sempre correre con l' acqua, correr~ sempre più forte. VELIA • Correre con l' acqua · cele1te del fiume. E' bello ! VOCE • L' acqua non è celeste : è il cielo che la fa celeste. VEl,IA - Cogliere sempre fiori nel fondo. E' bello! VoCE • Non ci eono fiori nel fondo, ma sassi. VELI A • Ma io li vedo: son fiori. VOCE • La luce fa i sassi più belli dei fiori. VELIA • (Pia,igen.te) No, no! Tu dici cose cattive. Io vado a vedere. Voct?. - Velia: perch~ non rimani nel prato, sull' argine verde? VELIA • Il prato è così piccolo: lo vedi anche tu. lo già lo conosco in ogni angolo. Ho contato ogni filo d' erba. _Yoglio scendere l'argine e toc~are l' acqua. Se la guardo mi sento battere il cuore. Non posso più rimanere nel prato. VOCI'- • Vedo che il corsetto t' è diventato stretto. Vt<:t.JA • lo mi slaccerò il corsetto ed en• trerò nell' acqua. VocE • E subito verrai travolta, ferita. Vfo;LJA . No, no! VoCI( • Invocherai aiuto. VRI.IA • No! Ho paura. Che debbo fare ? Voc1t - Fermarti nel prato. VELIA • (Piange). VOCE • lo ho compassione di te. VEl,IA • (Ribellandosi) Ma tu chi sei? Di dove vieni? Giungi per via di terra, di cielo o di mare? V OCK • Ascoltami, Velia. Tu rimarrai co8Ì come sei, se vuoi. Il tuo corsetto ba• sterà al tuo piccolo seno. E i tuoi occhi e i tuoi capelli non muteranno colore. Le tue mani si poseranno sem• pre sull' erba e avrai primaverili pensieri. Io posso compiere questo mira• colo. Lo vuoi ? VELIA • Non mi annoierò a rimanere per giorni e giorni in questo piccolo prato ? VOCE • Forse no, se tu lo scoprirai. V~;1.1A- Non capisco. VOCE - Non devi capire. VELIA - E' un indovinello? Vocv. • Dimmi: vuoi? VELI A • Sempre il mio piccolo corsetto a fiori? VOCE • Vuoi? VELIA . Aspetta .... Ma tu chi sei ·che mi parli così? Per• chè non sei giovane? VOCE • lo sono giovane, Velia. VELIA • Però bai i capelli bianchi. VOCE • I cigni e gli angeli hanno le ali bianche. VRI.IA • Quanti, quanti capelli bianchi! VocE - Vuoi? Vuoi? Vm.lA • Aspetta che pensi - che pensi - aspetta .... Voc~; - (Lo111a11a11do) Vuoi? Vfi:1.IA . Non fuggire.... Non nasconderti dietro quella nuvola .... Dove sei? Dove .... sei .... ? (La musiva smuore) Mi son svegliata senza aver risposto. CE1.fi:STI~• Sogno lieto o sogno tristo ? Dite voi, nonna Lucia ? LA VECCHIA - Sogno strano. Troppo bel per esser vero. Troppo ver per esser sogno. GIOSUÈ • E allora, se sogno non è, se vero non è, dimmi tu, vecchia, che cosa esso è? CORO DEI.LE DONNE • E' la favola bella che noi chiedevamo. Ah, ah ah ! Favola, favol., favola ! • CoRO DEI GIOCA'l'ORI • Bere a garganella fa girare le cervella ! Giù-giù-giù-giù .... VELIA - No, non è favola, non è farnetico! (Jlusica lontanissima) LA VOCE • E poi, alla fine .... VELIA • Sentite, sentite .... LA ·voCE • Morire col breve corsetto, mo• rire coi casti pensieri, come sorpresi da un tiepido sonno ancora fanciulli e già vecchi. CORO GENERAI.E • (Pianiuimo) Ooooh ! (Musica e voce s'estinguono. Si sente nuovamente il canto notturno della campagna). BRUNO • ( A,isimante) Dove mi porti che corri così? BERTO • (Più lonta,io) Vieni. Vieni dietro me. BRUNO • Perchè bai abbandonato la strada maestra ? Qui non c' è nemmeno un eentiero ! BER'l'O • Vieni, Sali con me sul terrapieno. E' erboso. Que8ta è la montagnola. Noi la chiamiamo così. In questo prato, un t~mpo, noi venivamo a giocare. E an• che oggi continuano a venirci bam• bini. B1tUNO • Ho capito. I bambini. BER'l'O • Dall'altra parte, di sotto, c'è il fiume. E a trenta metri, forse meno, il ponte. Un ponte un po' vecchio. BRCNo • Un po' ... vecchio ... • Allora è il fiume che stormisce come un picco• lo bosco battendo sulle pile del ponte. Sentivo lo stormire e non sapevo spiegarmi; e cercavo qui attorno il pie• colo bosco. BEll'l'O - :Vuoi fermarti? Bn.cNO • Fermiamoci. Qua, più vicini al fiume. (A ccompcignare la scena con, 1ui me• lodioso fr,Mciare di acque) Che silenzio! Qui siamo veramente soli. Bl<:!H'rO • Da bambino io sognavo iJ fiume ogni notte. D' estate mi buttavo in acqua al mattino e vi rimanevo fino al tramonto. Come un pesce. E così di notte sognavo. Facevo le gare di nuoto. Le bambine ci guardavano di quas• sù appoggiandosi alla siepe. Qualcuna si pungeva le mani per il troppo spor• gersi e si succhiava il sangue. BRUNO • Da piccolo io vivevo in un vasto caseggiato, in città. Vedevo soltanto delle lunghe file di finestre oscure. La nostra cucina metteva in un picco• lo cortiletto, giù in fondo: pareva un pozzo. E alJa sera si vedeva, su in alto, un quadratino di stelle. Si potevano contare ; tre più, tre meno .•. Per me era più difficile fare il coraggioso e e vincere gare. E poi non conoscevo nessuna bambina. BERTO - Nessuna bambina? BllUNO - Nessuna. Bgn:ro - In quei grandi palazzi dove stavi ... ? BRUNO • C'erano tante bambine. Le vede25
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