Via Consolare - anno II - n. 7-8 - luglio-agosto 1941

veva a casa, non agli amici. Parlare di 'modestia è poco, anche perchè la sua non era modestia. Tanto alto aveva il senso del dovere da compiere le più audaci gesta essendo convinto di non far nulla d' eccezionale. Unica notizia, che i genitori e noi amici avemmo, fu quella di una proposta di decorazione al valore. Di ciò e ra fiero e felice, come quando, bambino, mi mostrava la medaglia al valore che un avo, combat- . tente nell' esercito .di Napoleone, aveva guadagnato sul campo. Aveva sognato di morire lungo un fosso, nella campagna di Romagna e di riposare serenamente : " Vori-ei poi una tomba senza fiori - per non destare invidia, - una tomba di terra, senza croce, e qualche timida voce - di preghiera ,. E altrove, .in " Ritorno ,. : " Finirò la mia vita un giorno - di mezz' estate, quasi alla sera, - un tramonto senza ritorno - su l' orizzonte de la riviera. - Quattr' assi di bianco betulla, - un cuscino per n~n farmi male - il sorriso di una fanciulla - e un bacio perchè possa sognare,,. • Unica notizia, ripeto, che solo dopo apprendemmo come in una sola notte si era offerto di uscire sette volte in pattttglia, come era sempre il primo là dove l' audacia e l' esuberanza di un romagnolo dovevano risollevare gli spiriti e strappare coi denti la vittoria. Così, durante oltre un mese di prima linea, il fascista Saturno Montanari preparava lo spirito per la suprema offerta. Della carne poco· gli importava, di quel suo fisico, scosso e stanco, non si curava. Offrì tutto di sè stesso e quando gli rimase solo l' anima, nobilissima, anche quella offrì francescana• mente alla Patria. Laggiù, nell' ospedaletto da campo di Fieri ove le cure e le preghiere di Padre Morero non dovevano purtroppo servire se non a rendere più dolce il trapasso, Dal 21 febbraio 1941 Saturno Montanari riposa in terra d'Albania, in una "tomba di terra,,. Di lui si parlertl qualche volta come di un giovane poeta morto in guerra e forse lo si accosterà a Nino Oscilia, a testimoniare che la giovinezza di oggi è sempre quella eroica e santa che bagnò del suo sangue il Sabotino, Monte Santo, il Podgora. Ma noi, al ricordo di quella tomba e di quella terra che le lacrime dei genitori non possono bagnare, sentiamo 1tna gran voglia di piangere ; e se ci tratteniamo è perché, più forte è il desiderio dell' emulazione e s.e procediamo avanti ; perché vediamo la Patria col volto dei s1toi Eroi che occorre esaltare, vendicare, superare. WALTER DIRANI Quando entrò Giovanni tutto tacque. - E' ora ? - disse guardando il fuoco. - Fra poco, Giovanni - rispose la moglie Maria, con una voce esile. IIIOL i lllrIIIE i i O i A\ ~ (j lJ IIIE Bisognava partire, per forza. Giovanni stette in quella posizione parecchio tem• po. Non si accorgeva che le ore passavano, e la luna era alta nel cielo. · Giovanni frenò una mezza bestemmia. Poi sedette su una sedia. Cominciava ad imbrunire; gia le luci erano accese nella strada piena di fango. I cani dei pastori si avvicinavano alle soglie delle case ; annusavano nel1' aria. Si sentivano ogni tanto, verso il monte, dei fischi. Le macchie si facevano scure. Era la sera. Giovanni pensava che fra poco sarebbe stato l'inverno, terribile anche questa volta con la miseria. - È ora? - ripetè senza muovere la testa. ' Maria non rispose. Prese dalla pentola un mestolo di minestra, e la versò nel piatto. Portò i bicchieri, una bottiglia di vino, e il pane. Giovanni mangiava, ora. - Che fai, tu ? - disse ; e nella sua voce c'era un accoramento, una specie di tremito. - Ecco, fra poco ; vado a chiamarli giù nella stalla - rispose Maria camminando verso la porta. Giovanni udì la voce di sua moglie ; avrebbe scagliato il piatto per non piangere. Intanto entrava Maria, dopo poco gli altri uomini, in ultimo la vecchia. FondazioneRuffilli- Forlì (RACCONTO) di. 1ha>w,. /J.'lidani Questo avveniva una sera di ottobre nella casa di Giovanni. I suoi fratelli si chiamavano Pietro e Giulio ; sua madre si chiamava Luisa. - Non mangi più? - chiese Maria a Giovanni. - Se avanza, dammela. - D.io mio ! Che vuoi ? Giovanni si accorgeva che non ci sarebbe potuto stare un altro momento, lì in cucina. - Basta - gridò ; e uscì nella strada. L' aria era tranquilla. Dalle stalle veniva il rumore sordo delle pecore che si muovevano, e dal fondo della strada il crosciare della fontana. Giovanni si avviò verso il prato che si stendeva sotto la chiesa. Aprì il cancello, e si sdraiò nell'erba bassa e fresca. Con le mani incrociate sotto la testa rimase con gli occhi aperti a contemplare le stelle. Una calma gli nacque dentro ; e potè così considerare il suo stato. Non restava niente da fare. Godeva di quel silenzio pieno di piccole cose, di respiri. Aveva cominciato a tirare un venticello tra le piante. Ogni tanto frusciavano le foglie per terra. Poi a poco a poco si attenuò ; e Giovanni ricordò che a casa, certo, l' aspettavano. Un' ansia l' invase; e avrebbe corso ; ma provò un disgusto a quell' idea. Davanti alla porta di casa si fermò trafelato. Pensò a tante cose, confusamente. Quando entrò aveva gli occhi dilatati, nel buio. Sua moglie dormiva ; ma Giovanni non si arrabbiò per questo. •• • Erano sei mesi che Giovanni era partito da casa per la maremma. Davanti ali' entrata della capanna, fatta di fusti di granturco, stava seduto su uno sgabello. Mangiava in una scodella il pane bagnato con la ricotta. C' era un fresco nell'aria, e l'erba era umida di guazza. Verso i monti lontani cominciava a sbiancare. chiese pochi Dopo un po' Giovanni al compagno Luigi, distante passi : - Non ti stufa questa broda? - - Che dici? - rispose l' altro. 7

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