PIONIERI AFRICANI Romolo· Gessi Spiriti purissimi aleggiano sul mistero africano. Questo Continente' ha avuto il potere di chiamare a se, in mezzo alJa solitudine delle savane, in mezzo ali' inestricabile groviglio delle sue jungle, in mezzo all'arida e sconsolante vastità del deserto, pionieri di tutto il mondo, avvincendoli come io una morsa fatale. Terra fascinatrice e misteriosa, terra vergine e ricolma di intatte energie, ove la scienza potev~ trovare nuove vie di ri• cerca e di studio, ove la civiltà poteva richiamare alla vera vita popoli selvaggi, ove il lavoro poteva schiudere al rigoglio della fecondità zone sterminate, l'Africa_ ha sempre acceso lo spirito d'avventura di inna• morati e studiosi. Oggi la sfinge ha rivelato quasi inte• ramente il suo essere a coloro che hanno investi.gato nelle sue viscere spesso anche a prezzo de11a vita. · Romolo Gessi fa parte della schiera eroica dei pionieri africani. Tutta la sua vita è un dramma sub1ime in cui si alternano a colori inegua - gliabili lampi di leggenda e bagliori di tragedia. Patriota, pioniere e soldato Romolo Gessi è una di quelle figure generose che passano lasciando un'orma incancellabile della loro vita. Egli stesso volle raccontarci i momenti più drammatici della soa vita in un diario che è un modello di sobrietà ed anche d.i umiltà. La sua personalità in esso scompare per confondersi nel mistero affascinante delle cose africane; non c'è in lui nè l'orgoglio di un carattere fiero nè la glorificazione di un animo vacuo. Non parla mai dei suoi successi personali nè della immensità dell'impresa che gli meritò la lode di tutti i contemporanei. Nel suo diario si avvicendano episodi spaventosi e visioni di tenebra, in mezzo alle quali sembra doversi spezzare o avvilire la fibra di un uomo. Ci sono vicende di morte e mostruosità che sembrano sopraffare qualunque an.ima. Intorno a lui si muove un'umanità terribile, sanguinaria, che conosce nella vita solo l'insidia, il tradimento .e la strage. Ma Romolo Gessi è sempre in piedi con l'espressione virile di un animo grande, sprezzante di ogni pericolo, teso solamente con tutta la forza della volontà all'opera civilizzatrice che rappresenta H fine e l'ideale purissimo della sua esistenza. Risplende nel suo volto Ja luce inestinguibile della volontà eroica. E incrollabile nella sua fede vuole piegare ad ogni costo la bruta materia per trarne gli ele• menti dello spirito; perchè ea che tutto è concesso alla tenacia d.i un uomo. Il suo Fondazione Ruffilli - Forlì di 13'iWio. 11t.a40-lli eroismo sembrerebbe tinto di leggenda, se nor: fo88e a noi ancora tanto vivo e palpitante. L'uomo domina vittoriosamente la sfinge, nonostante tutti gli agguati e gli ostacoli; eppure trionfatore deve soggia• cere al crudele destino e morire nell'Africa che aveva vinto a prezzo della sua esistenza. Romolo Gessi nacque " nel tratto fra Ravenna e Costantinopoli,, il 30 aprile 1831 dal ravennate Marco Gessi, già profugo politico io Inghilterra e poi console inglese a Bucarest e dall'armena Elisabetta Carabatt. La sua infanzia non ebbe nulla di straordinario. Mostrava una grande passione e una grande facilità uell' apprendere le lingue straniere, tanto che già a otto anni parlava correttamente l'italiano, il turco, l'inglese e l'armeno. E se è vero che i primi stadi della vita rivelano il carattere •d.i un uomo, egli ebbe sin dall'infanzia un animo generosQ e schietto al servizio di una volontà ammirabiJe. Nella sobrietà delle azioni si rivelava già l'uomo ardente e virile, avvolto un po' ne.Il' ombra del sognatore, che denota chi si sente portato verso imptevedibili sviluppi della vita, al fondo dei quali stanno l'avventura ed il mistero. La fantasia iniettava nella sua anima il desiderio di nuovi mondi, suggestionandolo in imprese che l'animo concepiva troppo prematuramente. Costantinopoli, raffinato centro d.i vita orientale non intaccò la sua natura se non nel s'enso che gli dette la sete di nuovi paesi, di terre inesplorate, in coi il suo spirito avventuroso avrebbe potuto trovare piena soddisfazione. Italiano di sangue e di costumi, vedeva in sogno l'azzurro Mediterraneo e le sponde ridenti dell'Italia che egli conosceva ed amava solo attraverso le descrizioni e le parole del padre. La prima grande sventura della sua fanciullezza, cioè la morte del padre Marco, quan• do Romolo era appena dodicenne, lo rattristò e lo gettò nel dolore. Ma la sua natura era incapace di accasciarsi senza fiducia e sopportò con rassegnazione virile la perdita crudele. La vitalità, la sanità fiorente della sua giovinezza non poteva fiaccarsi ai primi colpi che la vita riserva a tutti ma in modo ancor più crude1e agli inesperti. Un amico del padre, Lord Canning, prese a cuore le vicende del giovane e lo collocò, a cura del governo inglese, nell' accademia militare di Wiener-Neustadt e poi in quelJa di Halle in Germania. La sua forlilazione spi.rituale si attuò con una continuità ed una passione di propositi che lasciavano bene a sperare in un giovane. A vent'anni parlava già correttamente dieci lingue. E si formava pure in lui, con la maturità, un desiderio intenso di superare le forme sco• lastiche per esplicare in tutta la sua pienezza un'attività pratica che avesse potuto dargli una prima coscienza delle possibilità avve• nire. E l'occasione si presentò ben presto. Era l'anno della guerra russo-turca, in cui si confondevano anche gli interessi dell' lti• ghilterra e della Francia. Accanto ad esse si mostrava alla ribalta del.la vita interuazion~le, sotto la guida della mente serena e lungimirante del Cavour, il piccolo Stato del Piemonte. Romolo potè vedere allora gli uomini della sua terra e la sua anima sobbalzò io un impeto di nostalgia. Era il momento di farsi avanti: fu scelto infatti come ufficiale interprete nell' esercito turco. Con la sua attività preziosa ottenne i più alti elogi del Comando e si acquistò la stima e l'ammirazione dell'alto ufficiale inglese Carlo Giorgio Gordon, che doveva poi rimanere legato a Romolo da since;a amicizia per tutta la vita. Immediatamente ave.va compreso che in quell'intelligente giovane ufficiale c'era la tempra ed il temperamento di chi è nato a grandi cose. E non c'è da stupirsi se due animi egual• mente nobili, egualmente generosi si siano sentiti attratti da sincera e naturale amicizia. In quell'amicizia è segnato il destino di Gessi. Dal colonnello Gordon è chiamato a far parte a guerra ultimata della commissione per la delimitazione delle frontiere. fra Russia e Turchia. Quando tutto è finito i due amici si lasciano ed il gio- .vane ufficiale dice a Gordon con una speranza luminosa negli occhi : c. Se la mia opera potrà esservi utile non avrete che da chiamarmi ed io acconerò •· Si inizia da questo momento la vita avVenturosa di Romolo. Intraprende numerosi viaggi; visita quasi tutta l'Europa dedicandosi al commercio, ma si avvede subito che quella non è la sua vocazione; è l'anno 1859. L'Italia scuote fieramente il capo ed il piccolo Piemonte afferra audacemente lo scettro delle rivendicazioni contro l'Austria. Ottenuto l'aiuto d.i Na• poleone III tenta la via che unica si ac• compagna con l'onore e la gloria. La Casa Savoia rivolge un appello a tutti gli Italiani perchè rispondano con abnegazione nel mo• mento io cu.i la Patria gioca la sua1 carta ~ecisiva. Romolo non può resistere alla nostalgia e primo fra i primi mette con entusiasmo i.I suo braccio al servizio della Patria. E' destinato al corpo dei Cacciatori deJle Alpi. La sua anima esuberante d.i vita non potrebbe meglio adattarsi allo spirito degli ardenti seguaci di Garibaldi. La guerra è ormai dichiarata. Gjulaj, trasportato l' esercito austriaco oltre il Ticino, incontra l'eroica resistenza dei Piemontesi. E' l'ora in cui si collaudano alla prova del fuoco il valore e l' eroismo degli Italiani. Vengono le prime vittorie ottenute al fianco dei Francesi a Montehello e Palestro ; davanti alla marcia dei vittoriosi sembra schiudersi all' Italia un glorioso orizzonte. Garibaldi, indomabile ed ardente, trascina di vittoria in vittoria i suoi Cacciatori ; a Varese e a S. Fermo il nemico è sconfitto. E' l'ora di tutto osare e Garihald.i non conosce limiti al suo ardimento. Romolo Gessi è con lui, ardente di combattere e di dimostrare quello che possa in un ani• mo l'amor patrio e il senso del dovere. Ma l' impresa è troncata dai preliminari prima e dalla pace poi di Villafranca. 7
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