Via Consolare - anno II - n. 6 - giugno 1941

Un matrimonio per bene (RACCONTO) (cuutintwzirme A fio,) A fianco dell'Elvia sembrava davvero si facesse trascinare, poichè oltre al fatto eh' egli doveva appendersi leggermente al braccio di lei, lo Spagnolo aveva un'andatura curiosa, a passettini veloci, coi piedi rivolti un poco in dentro. Al contrario l'Elvia avanzava sempre lenta, dondolandosi un poco, dando al suo corpo gli ondeggiamenti della pigra beatitudine. Dopo un anno dall' apertura del negozio, la clientela era sempre molto ridotta, se ne togli quei po• chi elegantoni, i quali per compe• rare un paio di scarpe stavano un pomeriggio intero e ritornavano poi per tre o quattro volte ancora, chiedendo alla bionda padrona mille consigli inutili e facendola amabilmente ammattire fra cento scatole scoperchiate. Queste escursioni erano poi ogge.tto di ameni commenti al caffè nelle riunioni serali, tanto che nel piccolo capoluogo di pro• vincia si diffuse il vezzo di chiamare il negozio dei coniugi Spagnolo " La calzoleria dei bellimbusti,,. In commercio tutti i sistemi sono apprezzabili, se redditizi; l' Elvia però faceva, io realtà, ben magri affari. Ed il marito, tirando le somme di cassa, non mancava di manifestarle, anche se garbatamente, il suo profondo malumore. Capitò così, in una di queste melanconiche sere di bilanci economici, che lo Spagnolo, dopo aver scribacchiato su un elegante calepino una ridda di numeri, alzò lo sguardo sulla moglie e con una calma fin troppo benevola le disse: - Questa cambiale scade dopodomani; ma il ragionier Gallo è una persona veramente compita e la rinnoverà senz' altro. Domani, se hai un minuto di tempo, io devo par• tire, passa nel suo ufficio a nome mio per questa formalità -. L' Elvia che stava smaltandosi le unghie, rimase a mezzo, incantata, quasi pensando d' aver male inteso le parole del marito. Ma lo Spagnolo, ormai tutto sorrident~, s' era messo in bocca una sigaretta e mandanto lievi buffetti di fumo, FondazioneRuffilli- Forlì le si era fatto vicino. Presole dal "servizio,, la lima, si pose tranquillamente ad arrotondare le sue belle unghie effeminate. Il rag. Gallo era, in altri termini, uno dei più accaniti frequentatori del negozio dell'Elvia. Uomo di statura piuttosto inferiore alla normale, portava però con decoro i suoi quarant' anni, avendo cura di limitare il ventre ad una rotondità facilmente occultabile sotto l'eleganza raffinata del suo vestire. D' origine umile, s' era ingegnato ben presto di entrare negli ingranaggi della gran risorsa della città: l' olio. Chi più chi meno, tutti gli abitanti di quella città avevano a che fare coll' olio e le olive. Il rag. Gallo risolse brillantemente il suo problema sposando, ancor giovanissimo, la figlia d' uno dei più facoltosi esportatori di olio in lattine. Era la sposa - a dir vero - un poco rachitica, ma in compenso di· carattere ass.ai mite e, per una strana somiglianza con la madre sua, dedita fervidamente alle pratiche religiose. Avrebbe voluto un figlio all' anno, ma tra la costernazione di tutti rimase sterile, ed, essendo di qualche anno più anziana dello sposo, in breve si appassì sembrando a trent' anni, la zia del marito, che - da parte sua - pur faticanDisegno di Guidone Romagnoli do a dar man forte ali' industria del vecchio suocero, si conservava fresco come un diciottenne. Dato il suo temperamento, non è strano che, fra l' altre cose, il rag. Gallo avesse una discreta simpatia per le piacevoli avventure. ' Trovò la via dell' Elvia molto meno facile di quanto i discorsi degli amici avevano lasciato preve• dere; pure non si sentì affatto sbollire il desiderio. Anzi, la difficoltà gli fece apparire l' impresa ancor più allettante e a poco a poco, allargando egli sempre più la rete dei tentativi, finì per vivere peni!a~do solo alle forme dell' Elvia. Così aveva consumato sei mesi, riducendosi, per il rovello della sua passione, a comperarsi ogni due set• timane un paio di scarpe. Più volte, vergognandosi d' essere divenuto a quarant' anni quel che non era stato a diciotto, s'era imposto d'abbandonare l'impresa. Senonchè un giorno un amico gli presentò il marito per un prestito di denari. Di primo acchito vedersi davanti lo Spagnolo in carne ed ossa, gli produsse _un senso di grande agitazione. Se ne stava, il rag. Gallo, sprofondato nella poltrona dietro la grande scrivania del suo studio e lisciandosi nervosamente ie mani, più che alle parole dell' amico, teneva l' occhio fisso all'espressione e ai movimenti dello Spagnolo, tentando di penetrargli fin giù nell' anima. Allorchè però il marito aperse la bocca e s' unì all' amico per spiegare nei particolari le condizioni ed il bisogno suo, allora per il Gallo fu come il destarsi da un so• gno penoso. Lo Spagnolo parlava compito, seppur sottomesso, e dimo• strava anche in quella contingenza sfavorevole una sostenutezza quasi signorile. Nè tentava pi~tismi per spingere il Gallo al prestito e neppur dimostrava - cosa sopratutto importava al corteggiatore dell' Elvia - di accennare a oscure minaccie, come chi vuol farsi capire da buon intenditore. Lo Spagnolo invece esponeva una semplice combinazione commerciale, usando\di quei termini propri delle discussioni d'affari. Al Gallo, che temeva ben peggio, col passar dei minuti si snebbiava la mente e, pur stando sempre all' erta e guardingo, tuttavia nell' animo suo si sentiva entrare 5

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